58. i fratelli carta

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Beatrice sedeva sullo sgabello in cucina, davanti all'isola, intenta a spalmarsi della nutella sul morbido pane che la produzione aveva fatto arrivare qualche ora prima, quando lei era in sala a preparare le tante esibizioni per la Finale e a ripetere quelle vecchie. Dire che fosse in ansia era riduttivo, e, sebbene una parte di sé fosse triste per il fatto che tutto stesse terminando, allo stesso tempo poteva dirsi felice per ciò che aveva fatto e imparato, e non vedeva l'ora di tornare alla vita normale, di cui sentiva una profonda mancanza. Questa volta, però, nella sua vita di tutti i giorni ci sarebbe stato anche Joseph, e lei non aspettava altro che stare con lui fuori da quelle mura.

Parlando del diavolo spuntarono le corna, e la ballerina si trovò a sobbalzare spaventata quando qualcuno - che si svelò essere proprio Joseph - le pizzicò i fianchi da dietro. Subito dopo iniziò a lasciarle dei piccoli baci sul collo, facendola sospirare e sorridere a causa del solletico che le provocava la barba.

«Co' quel coltello tra le mani me fai quasi paura» le sussurrò all'orecchio, strappandole una risata divertita. «Te devo fa' vede' 'na cosa» disse poi, non dandole nemmeno il tempo di ribattere.

Beatrice si limitò ad annuire, ansiosa di scoprire cosa volesse mostrarle. Aggrottò le sopracciglia mentre lo guardava trafficare all'interno della tasca destra del jeans, dalla quale, poi, tirò un cartoncino di plastica piegato. Sotto lo sguardo attento della sua fidanzata, Joseph lo aprì, poggiandolo sull'isola.

Sul cartoncino vi era una foto del cantante - dire che fosse bellissima era un eufemismo - e, in alto, c'era scritto "Holden, Joseph, Instore", con sotto varie date, che erano davvero tante.

«So' stato co' Marta — spiegò — Il 24 maggio inizio già l'Instore e a firma' l'EP» disse ancora, con un sorriso emozionato e uno sguardo gioioso.

Beatrice incurvò teneramente le labbra all'insù, allacciandogli le braccia al collo e stringendolo forte. «Non immagini quanto so' contenta pe' te, Jo. Giri praticamente tutta l'Italia. Te lo meriti» gli carezzò la nuca, facendolo rilassare sotto il suo tocco.

Continuò a tenerla fra le sue braccia per un tempo indefinito, non avendo alcuna voglia di privarsi di quel calore. «Me pare tutto irreale, Bì. Ceh non ce sto a crede'» mormorò, ancora incredulo per il fatto che il suo sogno, piano piano, si stesse avverando. La strada era ancora lunga, lo sapeva, ma a piccoli passi ce l'avrebbe fatta. E poi gli Instore non erano mica cose da poco.

Lei sorrise nell'incavo del suo collo, stringendolo ancora di più. «Credici, Jo, perché è tutto reale. Hai faticato tanto, e non esistono persone che se lo meritano più de' te» disse con sicurezza.

Joseph si allontanò lentamente, trovandosi davanti il volto della ballerina, e non perse tempo ad accarezzarle la guancia con quella delicatezza che lo contraddistingueva. «Non me abituerò mai al tuo sostegno — fece un piccolo sorriso, tornando serio poco dopo — Co' gli Instore starò praticamente impegnato per un mese, senza conta' che potrebbero aggiungerse altre date...» disse con tono di voce basso, facendola sospirare.

«E va bene così, anzi, è giusto così. È il tuo sogno, il tuo lavoro, e noi abbiamo tutto il tempo del mondo per stare insieme, no?» sorrise dolcemente.

Il cantante giocò con una ciocca dei suoi capelli, con un'espressione quasi intimorita. «Potresti venì co' me... — mormorò — Ceh se non sei impegnata anche te in qualcosa, ovviamente. Più che altro perché in estate parti e io ho gli Instore fino alla fine di giugno. Se te parti proprio quando io finisco, non abbiamo modo de' vedecce» le espose tutti i suoi dubbi e le sue perplessità.

𝐍𝐔𝐕𝐎𝐋𝐀, holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora