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«Cosa ci fai qui? wow ma che bella che sei...» mi guarda dalla testa ai piedi, accennando un piccolo sorriso forzato, mamma mia quanto odio il suo comportamento. 

«oh ciao, ho fatto da madrina alla sorella di Luna, tu piuttosto che ci fai qui?» fingo un sorriso, non mi importa saperlo veramente, semplice manipolazione per sapere che cosa farà più tardi, non la voglio avere nei dintorni dopo ciò che mi ha fatto, quindi meglio assicurarsi subito che non mi rovinerà la giornata. «E' la cresima di mia cugina, tra poco vado a mangiare qui vicino, mi ha fatto piacere incontrarti, magri potrem-», taglio corto «ho ancora il tuo libro, fammi sapere quando te lo posso portare», mi sorride di nuovo, anche un cieco sarebbe riuscito a vedere che quel sorriso è falso.

«Ah già, sai non siamo più uscite perché tu..» lascia la frase sospesa a metà, mi sta dando la colpa , con che coraggio, è stata lei a non rispondermi più ai messaggi dopo che l'ho cercata per uscire. Si è distaccata da me dopo avermi fatta sentire in colpa perché stavo studiando per i miei esami universitari e non avevo tempo da dedicarle, mi ha ignorata e ha parlato male di me ad altre persone e la colpa sarebbe mia? mi ha letteralmente denigrata e ha anche pubblicato storie su Instagram riferendosi non troppo velatamente sui miei problemi, passando per la vittima della situazione.

Ricordo ancora come c'ero rimasta quando pubblicava quei riferimenti, non le ho nemmeno scritto per cercare un confronto, l'ho semplicemente ignorata. In fondo ho sempre saputo che le sue intenzioni erano quelle di attirare la mia attenzione e riprendere i contatti, ma io non sono fatta così, se vedo che una persona mi fa star male taglio i ponti e vado avanti senza criticare o andare a raccontare i fatti suoi in giro come, invece non sa fare lei.

Sto per risponderle male quando Luna, sentendo tutto mi precede «Almeno lei ha qualcosa da fare nella vita, piuttosto che stare a dormire tutto il giorno», spalanco gli occhi per la frase che ha appena detto, Gaia si morde le labbra dalla rabbia e per evitare una rissa davanti alla chiesa porto via Luna che sorridendole «E' stato bello vederti», si gira e a bassa voce aggiunge «stronza», trattengo una risata, le voglio bene. I sensi di colpa mi stanno iniziando ad assalire, non riesco ad essere cattiva con una persona a cui ho voluto bene.

Torniamo a casa Caruso, vado in bagno e mi cambio i vestiti per la cena, indosso dei semplici jeans e una maglietta a maniche corte marrone semi trasparente. Raggiungo gli altri in salotto e inizia la festa pre cena,  giochiamo una partita a scala 40 vinta dalla sottoscritta. Sono abbastanza brava a giocare a carte, me lo ha insegnato mio papà fin da piccolina quando lui partecipava ai tornei. Successivamente aiuto Sabrina a completare un puzzle e infine mettiamo su della musica e ci scateniamo, non ho mai visto i fratelli di Luna divertirsi tanto.

La mamma di Luna interrompe il nostro concerto e ci dice di prepararci essendo già in ritardo per la cena, così aspettando che finissero di sistemarsi i due fratelli più piccoli, io e Luna ne approfittiamo per fare due chiacchiere.

«Lu, sai per caso chi fosse il ragazzo in bianco, biondino?» guardo i miei piedi, sono in imbarazzo perché nella mia testa si ripete la frase del ragazzo. Scusa, ma ci sono prima io.  Le sue labbra vicino al mio orecchie che sussurrano quella frase, la sua presenza dietro di me, al pensiero mi fanno salire un brivido lungo la schiena e il mio cuore accelera i battiti. Luna mi passa una mano davanti al viso, alzo lo sguardo e lei all'improvviso si mette a ridere. Non capisco il perché fino a quando mi guardo nello specchio posto davanti alla porta d'ingresso: le mie pupille sono enormi.

«Mati tutto bene? ti vedo un po' pensierosa» ride, posandomi poi una mano sulla spalla «si chiama Nicholas» non faccio in tempo a raccontarle cosa è accaduto o a farle altre domande perché veniamo interrotte e siamo costrette a salire sulla mia macchina e ad andare al ristorante. Nel parcheggio troviamo i miei genitori che ci salutano e ci avviamo al tavolo prenotato tutti insieme.

Essendo la famiglia Caruso di origine siciliana, la cena aveva numerosissime portate, dopo le prime 4 io ero già piena. Non sono mai stata una persona che mangia molto, però ho sempre spazio per un buon dolce. Finita la deliziosa torta e fatta la foto tutti assieme, è il momento dei regali. Gli porgo il mio a Sabrina, lo apre imbarazzata perché tutti la stiamo fissando, tira fuori un paio di orecchini blu a forma di fiore, li ho scelti apposta per lei perché so che è il suo colore preferito. Quando ha finito di aprire anche gli altri, prendo una busta e gliela do a Luna, mi guarda confusa non capendo cosa possa esserci contenuta all'interno. 

«siccome settimana prossima è il tuo compleanno e quest'anno hai gli esami, ho pensato di farti un piccolo pensierino ora», tra poco ha la maturità da affrontare e siccome lei ci tiene tantissimo ai suoi voti, so che le prossime settimane le passerà sui libri. Luna apre la busta e dentro c'è una piccola letterina che ho scritto io stamattina.

«Cara Luna,

tra poco è il tuo compleanno, il tuo regalo non lo riceverai stasera ma te lo darò io stessa in persona, dopo che ho ricevuto una bellissima notizia da parte dei miei genitori e spero con tutto il cuore che possa piacere anche a te.

Ci stiamo trasferendo e la destinazione è nella tua cittadina, per essere precisi nella zona dietro casa tua, potremo vederci tutti i giorni, ti voglio bene. 

Mati»

Luna sgrana gli occhi, si alza in piedi e corre verso di me abbracciandomi, penso l'abbia presa molto bene. Finita la serata torno a casa in macchina, metto il pigiama e vado a letto. Le prossime settimane saranno impegnative per via del trasloco ma la mia testa continua a vagare. Non riesco a prendere sonno, continuo a pensare alla scena con Nicholas, ho scoperto come si chiama ma non so niente di più, questo pensiero mi lascerà sveglia tutta la notte.





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