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Stamattina mi sono dovuta svegliare molto presto, purtroppo le nostre educatrici che si occupano dei balletti si sono sentite poco bene. Nessun'altro a parte loro hanno imparato le coreografie, quindi devo fare uno sforzo e ballare per qualche giorno al posto loro, almeno fino a quando non si rimetteranno.

Vado in oratorio, entro in saletta e poso il telefono sul davanzale. Faccio partire il video coreografato e lo imito nella speranza che qualcosa mi rimanga in mente. Dovrei essere agevolata nell'imparare i movimenti visti i miei trascorsi in varie scuole di danza.

Dopo un paio di orette, ho fatto tutto ciò che potevo per imparare il più possibile i balletti. Spero di non scordarmeli. Decido di provarli un'ultimissima volta prima di cominciare a sistemare l'oratorio, metto su la musica, ma poco dopo vengo distratta da dei rumori molto forti.

Inizio a prendere paura quando sento dei passi che vengono verso la saletta, dove sono io. E se fosse un ladro? Io sono completamente da sola e non ho niente con cui difendermi. Faccio un giro molto veloce con lo sguardo per cercare qualcosa di appuntito, i miei occhi si posano sull'unica cosa resistente in questa stanza: un paio di forbici.

Sento la maniglia della porta abbassarsi, mi nascondo dietro di essa e non appena la persona entra nella stanza, mi fiondo su di lei.

«STRAMBA SONO IO» Sento la sua voce agitarsi, davanti a me Nicholas, mi appoggio una mano al petto, il mio cuore sta accelerando per lo spavento appena subito. Mi siedo su una sedia e lo guardo negli occhi, lui mi strappa le forbici dalle mani e le posa sul tavolo. Indossa degli occhiali da sole, il cappellino verde e un comodo outfit casual ma elegante, deve aver fatto after.

«Che cosa ci fai qui? E' presto» Lui si sdraia sul divano e gira il volto verso di me «Stramba, sono le 7.30, ora arrivano tutti gli educatori» Guardo l'orologio, il tempo è passato in fretta e io non me ne ero accorta. Corro fuori dalla porta, quando sono in corridoio sento Nicholas urlare dalla saletta.

«Ti sei dimenticata le forbici per aggredire gli altri educatori» Rido e scuoto la testa, ora non ho tempo per le sua cavolate, devo preparare i giochi e sono estremamente in ritardo. Rientro in saletta, Nicholas sta dormendo, mi fermo qualche secondo a guardarlo per poi svegliarlo. Mi dispiace svegliarlo in modo brusco, ma è l'unico che è qui in orario e io ho bisogno di aiuto.

«Nicholas, mi serve aiuto» Lui alza gli occhiali e mi guarda con uno sguardo stanco, annuisce e si alza. Gli do i bigliettini da nascondere per tutto l'oratorio per la caccia al tesoro dei piccoli. Arriviamo nel bar: il tesoro finale sarà nascosto qui. Mi guardo attorno per cercare fantasiosamente un posto dove nascondere il bigliettino oro. Nicholas mi indica il crocifisso sopra la porta.

«Come lo mettiamo là in alto?» Lo guardo scettica, se non ci arriviamo nemmeno noi, figuriamoci i bambini. «Vieni, sali sulle spalle, dovremmo arrivarci» Si mette davanti a me girato di spalle, si accuccia appena per farmi salire, io molto delicatamente salgo.

«Sei sicuro? guarda che peso» Nicholas però non presta attenzione alle mie parole e si alza come se non fossi sopra di lui, mi allungo appena perché il crocifisso è più in alto di quanto pensassimo, Nicholas per non farmi cadere mi afferra per le cosce, in una presa ferrea, sulle mani le vene iniziano a farsi sempre più pronunciate e io arrossisco. Matilde, pensa a non cadere, focalizzati su altro. Finito di attaccare il fogliettino d'oro, indietreggiamo e guardiamo l'opera soddisfatti.

«Che cosa state combinando?» Luna e Filippo entrano in oratorio e ci vedono, io sono ancora sopra le spalle di Nicholas, con lui che ha le mani ancora sulle mie cosce. Appena li vediamo, mi fa scendere delicatamente, gli sorrido e lui subito dopo esce senza dire niente.

«Abbiamo nascosto i bigliettini, visto che l'unico arrivato in anticipo era lui, mi ha aiutata» Senza dare ulteriori spiegazioni, porgo a Luna i bigliettini da nascondere per il paese per i grandi. Senza dirmi niente, capisce ed esce assieme a Fil. Io nel mentre accolgo i bambini appena arrivati.

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