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Nicholas è fermo davanti a me, si morde il labbro inferiore mentre i suoi occhi continuano a fissare il mio intimo nero. In un batter d'occhio afferro un'asciugamano e me lo metto davanti, coprendo le mie forme. 

«Tranquilla stramba, non è niente di nuovo per me». Il mio cuore palpita, vederlo nel bagno con me senza maglia mi provoca un formicolio. Se ora dovesse baciarmi non so se riuscirei a fermarmi. Mi guardo nello specchio e vedendo le condizioni in cui sono, trovo il coraggio per rispondergli.

«Se non è niente di nuovo puoi anche uscire». Nicholas mi sorride e si avvicina, i suoi occhi sono fissi sui miei, le sue pupille dilatate e le labbra umide sono a pochi millimetri dal mio corpo. Il suo sguardo ora continua a fare su e giù tra le mie labbra e i miei occhi. Mi prende i fianchi con una presa ferrea. Mi stringe a sé, riesco a sentire la sua intimità farsi sempre più presente. Deglutisco a fatica, sono immobile, il calore si espande in tutto il corpo. Non ho mai provato niente del genere, nemmeno nelle mie relazioni passate. 

Si avvicina al mio orecchio, con la mano mi sposa i capelli dal collo, sussulto. Il suo tocco mi fa impazzire. 

«Se vuoi, posso aiutarti a lavarti la schiena». Mi alza il mento, si avvicina, le nostre labbra sono quasi unite. 

All'improvviso scoppia a ridere, allontanandosi. «Ci hai creduto veramente?». Il mio cuore perde un battito in quel momento. Sì, ci ho creduto veramente e ancora una volta sono passata per la stupida della situazione.  Lo butto fuori dal bagno chiudendo la porta alle spalle, giro la chiave e mi siedo contro la porta. Non mi dovrebbe nemmeno importare di lui, ma non riesco, è più forte di me. Apro l'acqua calda e non appena sotto al getto, mi scendono delle lacrime. Se fosse successo qualcosa, mi avrebbe preso in giro comunque? Se non desiderava farlo con me, perché sentivo che mi desiderava anche lui? Il suo corpo non stava mentendo. Inizio a pensare intensamente al momento, avrei voluto sentirlo e toccarlo, con tutta me stessa.

Mi metto il pigiama, vado in camera mia, Luna sta dormendo. Mi infilo sotto le coperte, provo a chiudere gli occhi, ma quello che è appena successo in bagno mi tormenta. Nicholas ha riso di me mentre io ero quasi nuda. Le paranoie iniziano ad assalirmi. E se non fossi abbastanza bella? Se non gli piacessi perché ho il seno minuto e poche forme?. La mia testa è in balia delle domande. Non riesco a chiudere occhio. Di una cosa sono sicura: Nicholas, dopo stasera è morto.

Scendo in cucina e preparo qualcosa da mangiare, l'orologio segna le otto e mezza. Preparo dei Pancake al volo, li condisco con la marmellata e inizio a mangiare. Sento dei passi sulle scale e poco dopo, Filippo viene  a farmi compagnia. Nota che c'è qualcosa di strano in me. 

«E' successo qualcosa?». Ho gli occhi lucidi dopo questa domanda, provo a dire qualcosa ma le parole si bloccano in gola. Filippo lo nota e mi abbraccia,  stringendomi forte a sé. Il suo abbraccio riesce a confortarmi, è veramente un buon amico. Gli spiego cosa è successo. Il suo sguardo è arrabbiato e contrariato. 

«Che cazzo ha fatto quel coglione?». Stringe i pugni, sembra quasi un fratello maggiore che riprende il fratello minore dopo che ha combinato un bel casino. Sale le scale e poco dopo, sento la porta degli ospiti sbattere. Passa tanto tempo prima che mi raggiunga di nuovo in cucina. Si siede di fianco a me, noto che ha dei segni sulle braccia, devono essersi azzuffati in quella camera. 

«Ho risolto, non ti preoccupare, non accadrà nulla. Per quanto sia un coglione non spiffera niente in giro». Sorrido, mi fa piacere parlare con lui. Mangia i miei pancake e beve il succo, deve avere molta fame perché si è riempito la bocca di cibo, assomiglia a un piccolo criceto quando conserva il cibo nelle guance. Rido alla scena, è molto tenero.

«Comunque, sono deliziosi.» Parla con la bocca piena. Appena deglutisce, i suoi occhi diventano lucidi e il timbro di voce cambia. C'è qualcosa che non va?.

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