16.

11 1 0
                                    

Ho messo il vestitino più carino e composto che ho nell'armadio: è di color verde militare, uno scollo a V ricade sul davanti, la gonna a balze e l'elastico segnano la mia vita stretta. Mi lego i capelli in due bellissime trecce lunghe e prendo la mia bicicletta.

Luna mi sta aspettando fuori dal cancello, è visibilmente in ansia. Mi sorride e mi abbraccia per cercare supporto emotivo. Pedaliamo verso la scuola, ad accoglierci le bidelle. Ci salutano calorosamente e ci mostrano l'aula in cui dobbiamo aspettare il turno di esposizione. Sono le 8.30, Luna mi ripete tutti gli argomenti per l'ansia. Li sta dicendo tutti alla perfezione.

All'improvviso mi suona il telefono.

«Pronto?». Mi alzo e incomincio a camminare avanti e indietro per la stanza, non ho la minima idea di chi sia al telefono, non ho registrato il numero. «Stramba?». Mi blocco all'improvviso. Perché mi sta chiamando?.

«Cosa vuoi?». Non mi escono altre parole. «Stamattina ti sei svegliata male?». Sempre il solito Nicholas. «No, mi sono svegliata benissimo, Nicholas cosa ti serve?». Luna sentendo il suo nome si alza in piedi e corre verso di me. Metto il vivavoce. «Sarà, comunque dobbiamo dire il gioco di stamattina, siccome tu e Luna non ci siete, Filippo beh è a fare le sue cose, dovrei spiegare io il gioco.» Quindi? che vuole da me? Ho lasciato scritto su un fogliettino le regole, deve solo leggere.

«Nicholas, ho lasciato un foglietto con scritto tutto. E' vicino alla bacheca della programmazione» Sbuffo leggermente, se non la trova sono costretta a tornare. «L'ho trovato, ma..» MA COSA? cosa è successo a quel fogliettino? «non capisco niente della tua scrittura. Te l'hanno mai detto che scrivi di merda?» Luna scoppia a ridere, io fisso il vuoto sorridendo. Non dovrei prenderla bene questa sua frecciatina ma non aspettandomela ho riso. «Mi stai chiamando per insultarmi? fammi capire» Dall'altro lato sento un soffio, sicuramente sta fumando una sigaretta. Dovrebbe smettere di fumare. «Anche per insultarti, ma visto che sai solo tu ciò che c'è scritto, vieni qui e spiegalo davanti a tutti.» Spalanco gli occhi incredula, per un giorno che prendo una pausa, succede il caos. «Nicholas non posso spostarmi da qui. Luna ha bisogno di me» Lo sento sbuffare, deve starsi irritando. «Luna sono sicuro che ce la farà anche senza il tuo aiuto. Muoviti». Mi aggancia in faccia.

Non posso lasciare la mia amica in preda ad un attacco di ansia tutta da sola. Luna però mi guarda «Mati, fai una toccata e fuga e dopo torna qui.» Entrano le bidelle per chiacchierare un po', ora che so che non è da sola posso anche fare una veloce biciclettata e andare.

Faccio tutto di corsa, finalmente entro in oratorio, tutti si girano a guardarmi. Mi guardo anche io, ma non mi sembra di aver nulla fuori posto, anzi il vestito non si è spostato di una virgola nonostante la biciclettata. Nicholas entra correndo con in braccio un bambino e un altro in groppa, penso che stavano giocando alla lotta, li vedo molto energici ed accaldati. Appena prendo il microfono per parlare, Nicholas butta subito lo sguardo su di me, i suoi occhi sento che stanno ispezionando tutto il mio corpo, come quella sera a casa mia. Distolgo lo sguardo e comincio a parlare.

«Allora ragazzi oggi giocherete a caccia al dettaglio. E' simile a caccia al tesoro, con l'unica differenza che sopra i cartoncini del vostro colore troverete pezzetti di immagini che corrispondono a dei luoghi.» Non sono mai stata così veloce a spiegare un gioco, ma non è poi così difficile. Come cavolo ha fatto Nicholas a non capire le regole. Distribuisco la prima immagine e iniziano tranquillamente a giocare.

Sto salendo sulla bicicletta quando sento qualcuno che mi tira dal porta pacchi. Mi giro e quel simpaticone di Nicholas è dietro di me che mi sta tenendo ferma.

«Nicholas, devo andare, lasciami» Per quanto la sua presenza mi faccia piacere, ho lasciato Luna nel momento del bisogno e non mi piace farlo. Lui mi guarda e non mi lascia partire. Scendo dalla bici e mi metto davanti a lui. Mi guarda, in particolar modo lo scollo a V . «Non era così difficile da spiegare il gioco di oggi», alza lo sguardo e ammicca un sorriso.

OdiamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora