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E' lunedì, oggi comincia il Grest. In questi due giorni non ho fatto altro che pensare a come chiedere scusa a Nicholas, anche se lui non lo farà con me. Mi sento troppo in colpa per la frase che ho detto, ho usato un punto delicato per ferirlo. Mi sono comportata male e non posso esser giustificata. Sono ancora arrabbiata con lui certo, ma voglio avere la coscienza pulita.

Non riuscendo più a dormire mi alzo, sono le 5 e decido di andare a correre con Diana. Pensare alla frase detta da Nicholas, mi motiva a correre più veloce, aiutandomi a scaricare lo stress e la rabbia. Ragazzi, abbiamo tra di noi una zoccola. Ogni volta che nella mia testa si ripetono queste parole mi sento vulnerabile e particolarmente offesa, d'altronde lui non conosce la verità come io non conosco la sua.

Torno a casa e mi faccio una doccia, mi vesto molto semplice ed esco di casa in direzione dell'oratorio. Padre William mi sta aspettando sul cancello. Lo saluto e apriamo. 

Sono le 7, tra mezz'ora dovrebbero arrivare gli educatori e tra un'ora i bambini. Abbiamo deciso di cominciare il Grest alle 8, così che le mamme possano stare più tranquille. Non essendoci ancora nessuno, entro in saletta e finisco di preparare le ultimissime cose, il mio telefono comincia a vibrare sul tavolo in legno, lo alzo e leggo le notifiche.

Luna: Stiamo arrivando, non sapevo che Nicholas fosse da Filippo a dormire. Scusami.

Luna: Sembra tranquillo per il momento, con me però non parla.

Le rispondo velocemente, Nicholas non le parla per colpa mia molto probabilmente. Mi dispiace aver generato questa situazione, ma non mi andava giù il fatto che sporcasse un'ambiente che non aveva nemmeno pulito lui. Mi sarò comportata male ma anche lui ha fatto lo stesso.

Porto delle sedie nel salone e sistemo il cibo dietro al bancone, è tutto pulito e organizzato. Sento bussare alla porta, la voce di Luna riecheggia fuori all'aperto, sta ridendo con Fil, ne sono certa. Urlo di spingere la porta mentre vado in giardino sull'altalena in attesa che qualcuno arrivi a farmi compagnia. Un po' lo ammetto, l'ho fatto anche per nascondermi da Nicholas, per quanto io gli voglia chiedere scusa sono un po' imbarazzata nel farlo. Non sono ancora pronta a vederlo, ho mal di pancia al solo pensiero. 

Lo vedo uscire dal corridoio, scendo dall'altalena e mi faccio coraggio per raggiungerlo, ma non appena mi vede, i suoi occhi diventano rabbiosi. I miei invece sono tristi, estremamente tristi. 

«Nicholas... io ti volevo chieder-» Si gira di scatto e capisco subito che le mie scuse non le accetterà molto facilmente. «Scusa? Non ho bisogno delle scuse di una stronza ». Perfetto, ora il mio soprannome è mutato da stramba a stronza. Me lo sono meritato e accetto il fatto che non mi voglia parlare. Annuisco leggermente e vado via lasciandogli i suoi spazi.

Arrivano gli educatori e piano piano anche tutti i bambini. Sono tantissimi e di ogni età. Vedo Luna abbracciarsi con alcune bambine che conosce da molto tempo, loro vedendomi, iniziano a sorridere e a corrermi incontro. Le riconosco tutte, anche se cresciute. 

Le ho conosciute ad un evento che aveva organizzato la casa degli apostoli due anni fa, Luna serviva e io ero con Sabrina. Siccome ci annoiavamo particolarmente,  ci siamo messe a giocare e con noi, anche molti altri bambini oggi presenti. 

«MATILDE» Mi abbracciano forte e io sorrido ricambiando. Alzo gli occhi e Nicholas è di fronte a noi che ci osserva e non appena i nostri occhi si guardano, se ne va. 

«E' successo qualcosa tra voi due?». Io mi chiedo come facciano i bambini a percepire sempre tutto non sapendo mai la verità. Do una carezza ad ognuno di loro e scuoto la testa sorridendo. Mento spudoratamente. In fondo, ci manca solo che vadano in giro a spifferare tutto ai quattro venti. 

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