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Mi sono svegliata in quella che non è camera mia, dove sono?

Metto a fuoco cosa c'è nei miei dintorni: è una cameretta semplice, i muri bianchi, un letto a una piazza, una scrivania e una finestra appena davanti al letto che mi illumina il viso. Mi guardo sotto le coperte, sono ancora vestita come ieri sera. L'ultima volta ero nella mia macchina con Nicholas, credo di essermi addormentata per colpa del alcol, lo ammetto ieri sera ho esagerato.

Mi alzo dal letto, sulle mensole all'interno della stanza ci sono molte foto, ma, una attira la mia attenzione: in primo piano un bambino biondo, sorridente, un cappellino più grande di lui in testa verde militare. E' abbracciato ad un uomo alto e biondo, il bambino tiene in mano una canna da pesca e un pesciolino. Sorrido.

Sento un rumore vicino a me, sulla porta Nicholas mi sta guardando.

«Sei sveglia finalmente, stramba» Lo ignoro, non lo voglio vedere. Se io mi sono ridotta in quel modo ieri sera è colpa sua. Averlo visto con altre ragazze dopo il nostro bacio mi ha spezzato il cuore. So che non siamo niente, ma non posso fare a meno di pensarci. Mi sono illusa.

Cerco la mia borsa, ma senza successo. Fino a quando Nicholas me la porge con un leggero sorriso. «Grazie» Gliela strappo dalle mani ed esco dalla stanza, diretta alla porta d'ingresso. Voglio andarmene a casa mia. Prima che aprissi la porta, lui dietro di me, la chiude. Mi giro.

«Voglio andarmene Nicholas. Lasciami andare» Lui si avvicina a me con passo sicuro, che cosa pensa di fare? «Dobbiamo parlare» Mi guarda fisso negli occhi. «Di cosa? Di te che mi inviti ad una festa e poi esci con tutte le ragazze tranne me?» Stringo i denti, la rabbia piano piano inizia a salirmi sempre più forte. «Non è come pensi» I suoi occhi tristi mi fissano, per poi abbassarsi e guardare il pavimento.

«Allora dimmi che ti prende Nicholas» Lui mi fa cenno di seguirlo in cucina, per arrivarci passiamo lungo un corridoio, affisse al muro innumerevoli foto. Mi blocco davanti a una in particolare. Lui e quello che credo sia suo padre e Kobe appena usciti dalla piscina che si abbracciano sulla sdraio. Suo padre ci tiene a lui, mi sono sbagliata a pensare che a lui non interessasse del figlio. Allora perché Nicholas c'è l'ha tanto con suo padre?

Mi siedo al tavolo di mogano assieme a lui, sembra molto agitato. «Vuoi qualcosa?» Scuoto la testa, voglio sentire cosa ha da dirmi. Quale scusa stupida inventa e poi tornamene a casa. «Sicura? ieri eri tanto ubriaca stramba, ti farebbe bene bere qualcosa» Mi versa un bicchiere d'acqua, io però, spingo il bicchiere verso di lui e mi ributto sulla sedia. Lui corruga la fronte e fa spallucce. «Stamattina ti sei svegliata di merda, bene» Sospiro forte per evitare di insultarlo di prima mattina. «Nicholas, taglia corto. Dimmi le tue scuse del cazzo, così posso andarmene a casa» Sbatte un pugno sul tavolo, sobbalzo sulla sedia. Mi ha spaventata.

«Vuoi stare zitta? mi hai già rotto il cazzo» Fisso il vuoto. Calmati Matilde, conta fino a 10. «Mi dispiace per ieri sera» Porto lo sguardo su di lui. «Di cosa ti vuoi scusare? della parte in cui mi inviti alla festa e ti limoni tutte le invitate oppure la parte in cui hai quasi picchiato Andrea perché ci stava provando con me?» Sono acida stamattina, mi fa male lo stomaco, ho bisogno di sputare tutta la verità. Mi ha ferita. Lui serra i pugni, deve essere arrabbiato per le frasi che ho detto. Non mi importa.

«Sai cosa? mi rimangio le scuse. Stai con chi cazzo ti pare. Non mi importa» Mi alzo dalla sedia, ha detto quello che doveva dire, ora posso tornarmene a casa. Lui si alza nello stesso momento e mi segue lungo il corridoio per poi bloccarmi di nuovo alla porta d'ingresso. «Puoi stare con tutti ma Andrea lascialo fuori» Che sbruffone. Chi si crede di essere?

«Io faccio quello che voglio. Non stiamo assieme.» Lui ammicca un sorriso malizioso. «Se non stiamo assieme allora non ti dovrebbe importare di quello che faccio» Ha ragione. «Non hai capito proprio un cazzo Nicholas» Lui alza un sopracciglio. «Illustrami stramba» Il mio cuore palpita alla sua vicinanza improvvisa. Che cosa ha in mente? Se vuole baciarmi di nuovo ha sbagliato di grosso. Non dopo avermi illusa.

«Lascia stare Ciccio, è una perdita di tempo parlarne con te. Ognuno per la sua strada. Le parole di ieri sera le penso ancora adesso. Io e te non siamo più in tregua, potremo tornare ad odiarci.» Il suo viso cambia completamente espressione alle mie parole, credo che non si aspettasse questa risposta. «Fai quello che ti pare, ma non venire a piangere implorandomi quando quel figlio di puttana ti tratterà di merda» E' furioso. Apro la porta. «Bene. Tu non fare lo stesso quando Gaia ti annullerà» Scendo le scale e vado verso il cancellino, lui mi sta seguendo.

«Bene. Tregua spezzata. Da ora in poi ognuno per la propria strada» Non lo ascolto nemmeno, apro la mia macchina e me ne torno a casa mia. Nel tragitto cerco di contattare Luna, ho bisogno di parlarle. Dopo una decina di chiamate senza risposta decido di lasciare perdere. Non posso nemmeno chiamare Elpidio perché dovrebbe essere sull'aereo di ritorno. Sono da sola.

Parcheggio la macchina davanti casa, appena entrata, mi cambio ed esco con Diana. Passo davanti casa di Luna e una volta suonato il campanello, sua mamma mi avvisa che non è in casa. Sarà da Fil, le parlerò, gli lascio un po' di intimità.

Cammino sulla ciclabile, quando sento chiamarmi alle spalle. Quando mi volto, Andrea è davanti a me. Tempismo perfetto oserei dire. «Che ci fai qui?» Mi guarda stranito, non glielo ho detto che mi sono trasferita, deve sconvolgerlo il fatto che io sia qui. «Mi sono trasferita poco tempo fa. Avevi bisogno?» Non ho voglia di dilungarmi ulteriormente, voglio starmene da sola.

«Ieri non siamo partiti con il piede giusto, colpa anche di-» Non voglio sentire pronunciare quel nome. «Sì, ma Andrea abbiamo già provato a frequentarci e non è andata bene» Non lo sto respingendo perché me lo ha detto Nicholas di farlo, ma per il semplice fatto che è vero: abbiamo provato a far funzionare le cose, ma come ho già detto ho preso le distanze per ovvi motivi.

«Sono cambiato e te lo dimostrerò. Possiamo parlare?» Mi invita a sedermi sulla panchina, mi racconta di come dopo che mi sono allontanato da lui, abbia preso una strada ben peggiore e dopo aver toccato il fondo ha deciso di ripulirsi completamente dalle droghe. Mi mostra tutte le foto e i video che testimoniano l'effettivo inizio e fine del percorso di disintossicazione. Deve essere stata dura per lui, era molto dipendente da certe sostanze. Stare su quella panchina con lui mi fa ricordare della prima sera che ci siamo conosciuti e delle ore che abbiamo impiegato per conoscerci. Se si è ripulito come dice, non è poi così tanto male.

«Che ne dici se ci diamo appuntamento sabato per bere qualcosa in compagnia?» Non so quanto possa essere una buona idea, forse è meglio restare conoscenti al massimo amici. Niente di più. Gli darò questa opportunità. «Va bene, scrivimi su WhatsApp l'ora» Mi sorride e gli brillano gli occhi. Mi saluta e se ne va.

E' sera, il telefono continua a illuminarsi, ho parlato per ore al telefono con Elpidio, mi ha aiutata a mettere in luce gli avvenimenti e a capire cosa fare. Secondo lui Nicholas si comporta così per colpa dei suoi trascorsi con i suoi genitori. Tende a non legarsi e scappare. Direi che potrebbe avere ragione, io però, non posso stargli dietro. Per la mia sanità mentale è meglio che io e lui rimaniamo solo dei conoscenti che hanno una lunga tendenza ad odiarsi.

Ho innumerevoli messaggi, apro WhatsApp, sono tutti da parte di Andrea. Iniziamo a chiacchierare un po' e senza rendercene conto sono le 3 del mattino. Di Luna ancora nessuna traccia, mi sto preoccupando un po'. Le invio un messaggio. Dopo però crollo nel letto.

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