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Ci siamo addormentati abbracciati, abbiamo dormito tutta la notte sogni tranquilli. L'alba illumina appena i nostri volti, le tende appena scostate fanno entrare una luce calda mattutina. Nicholas si sveglia subito non appena un raggio lo colpisce in volto, si rigira appena nel letto fino a quando non trova le forze di alzarsi e andare a chiudere le tende.

Una volta compiuta questa azione, non viene di nuovo a letto come invece mi aspettavo, ma si dirige verso la porta per uscire. Dove sta andando a quest'ora? Saranno sì e no le 5.30. Mi schiarisco appena la voce, abbastanza da non urlare e riuscire a farmi sentire da lui.  «Dove stai andando?» La mia voce è ancora assonnata, mi sfrego leggermente gli occhi e lo osservo nell'ombra della camera. 

 «Merda, non volevo svegliarti. Torna a dormire è ancora molto presto» Viene accanto al mio letto, io non mi sono spostata di una virgola, sono ancora sdraiata con indosso il cappuccio della sua felpa. Mi stampa un bacio sulla fronte e mi accarezza i capelli. Inevitabilmente chiudo gli occhi dalla stanchezza, mi sto per riaddormentare quando mi rendo conto che non ha risposto alla mia domanda. Apro gli occhi e lo trovo ammirarmi con gli occhi da cucciolo mentre cerco di addormentarmi. 

 «Non hai risposto alla mia domanda» Sussurro, la sua mano mi accarezza la guancia fino a quando non si ferma appena sotto al mio mento stringendo la mia.  «Andavo a preparare il pranzo al sacco con i cuochi, se dormi ancora un pochino, al tuo risveglio mi troverai qui con la colazione» La sua mano mi stringe, per quanto io sia stanca trovo le forze di alzarmi. Lui mi guarda sorridendo per la mia faccia ancora segnata dalle pieghe del cuscino. Sbadiglio goffamente. 

 «Non c'era bisogno che ti alzassi così presto» Mi bacia appena per poi tendermi le mani e farmi alzare dal letto, lo abbraccio dolcemente per potermi svegliare con calma. Non sembra essere scocciato dal mio bisogno di affetto, anzi, sembra gradire questa mia richiesta di attenzioni. Mi infilo le ciabatte e andiamo verso la cucina mano nella mano. 

Dopo essermi preparata una buona tazza di thè con l'aiuto di Maria Rosa, iniziamo a dedicarci alla preparazione del pranzo al sacco che dovremo portare per la visita al lago. «Matilde, ti senti bene?» L'anziana mi guarda con occhi preoccupati, in effetti mi sento leggermente frastornata e un continuo mal di stomaco mi sta torturando la parte bassa della pancia. Penso velocemente a cosa possa essere e mi viene subito in mente che in questi giorni mi sarebbe arrivato il ciclo. Tempismo perfetto direi. 

Si capirebbero molti miei comportamenti: il costante bisogno di affetto, gli ormoni a mille, la mia insicurezza improvvisa e soprattutto i miei continui sbalzi di umore. 

Non appena Nicholas si avvicina con un toast caldo e si accinge a mangiarlo accanto a me, mi sale una nausea improvvisa e inizio a sbiancare.  «Che ne dici se vieni con me?»  Maria Rosa ha capito che non sto benissimo. Mi accompagna fino alla porta della mia vecchia stanza, lei non sa che io e Filippo abbiamo fatto cambio camera, devo fare in modo che non lo scopra altrimenti sono sicura che potrebbe fare la spia con Padre William. 

 «Non si preoccupi, ora entro nella stanza, prendo un antidolorifico e mi passa tutto. Sono solo le mestruazioni, niente di grave» Sorrido, cerco di essere più convincente possibile, alla fine dei conti devo realmente entrare in questa stanza a prendere gli assorbenti. L'anziana dopo essersi convinta, mi aspetta assicurandosi che io entri e non svenga da qualche parte. 

Appena spalanco la porta, la stanza è completamente buia. Spero di non cadere su qualcosa di schifoso, ad esempio i preservativi alla fragola. Cammino lentamente fino ad arrivare al letto di Luna, le tocco la spalla e cerco di svegliarla.  «Lunis, ti prego aiuto. Non mi sento bene» Si gira dall'altro lato dandomi le spalle, faccio il giro e mi porto davanti a Filippo. Vedendo che non si è manco accorto della mia presenza decido di chiudergli le narici con le dita. Dopo pochi secondi rendendosi conto che non riesce più a respirare spalanca gli occhi e mi afferra il polso. 

 «Finalmente qualcuno di sveglio» Appena sente la mia voce, si siede sul letto, si schiarisce la voce e mi guarda confuso.  «Che cosa ci fai qui Mati? Stai bene?» Si avvicina a me, un improvviso profumo di fragola mi circonda, senza dire niente mi porto la mano davanti alla bocca e corro in bagno. Inizio a vomitare e a stare veramente male. 

Luna sentendo il casino che Filippo ha fatto per raggiungermi in bagno, capisce che qualcosa non va. Si alza e ci raggiunge.  «Che è successo?» Si siede accanto a me, assistendo alla scena del mio vomito spalanca gli occhi e si porta una mano alla bocca. Si china improvvisamente vicino a me, mi tocca la pancia e inizia a piangere.  «Sei incinta?» Spalanco gli occhi incredula, per poi alzarmi  togliendole la mano.  «Sei impazzita?» La mia voce stridula mi fa sembrare agitata. Filippo sentendo le parole della sua fidanzata inizia a saltare in giro per la stanza urlando come un dannato.  «Diventerò zio» Salta sui letti fino a quando non cade e si fa male sbattendo il piede contro il comodino.  

 «Non voglio distruggere il vostro entusiasmo ma ho solo il ciclo. Sono venuta qui per prendere gli assorbenti» Una goccia di sangue scende improvvisamente e mi sporca i pantaloni. Luna lo nota subito e mi porta un cambio. La ringrazio e li chiudo fuori dalla porta del bagno. Filippo mi sembrava molto deluso dal fatto che non diventerà zio molto presto. Sento i miei amici bisbigliare. Chissà cosa si staranno dicendo ancora. 

Esco dal bagno pulita e profumata, molto probabilmente oggi salterò il lago. Mi fa arrabbiare questa considerazione, volevo farmi il bagno e godermi l'ultimo giorno in montagna. Mi inizia a girare la testa e la nausea continua a persistere. Mi sdraio nel letto dei miei amici e mi copro con le coperte. Luna e Filippo sono usciti mentre mi stavo lavando, chiudo gli occhi e cerco di riposare nel silenzio tombale della stanza. 

La porta poco dopo si riapre e Nicholas entra di soppiatto, io però mi sono svegliata subito al rumore cigolante delle giunture di ferro. Si siede accanto a me e mi osserva.  «Sei inquietante se stai lì zitto a fissarmi» Sorrido e mi giro verso di lui. Sembra preoccupato, chissà che cavolate gli hanno raccontato. Mi prende le mani e inizia a essere visibilmente agitato, trema come una foglia. Gli avranno fatto uno scherzo, sicuro. 

 «Filippo mi ha detto che..» Mi appoggia le mani sulla pancia, mi trattengo dal scoppiare a ridergli in faccia. Pensa veramente che aspetto un bambino? Non siamo stati così sprovveduti. Ascolto in silenzio cosa ha da dirmi, per quanto il mio corpo non stia bene, il mio viso è divertito.  «Sarò presente, farò i miei doveri da padre, non ti lascerò sola» Non ce la faccio più a vederlo così teso e preoccupato, scoppio a ridere.  «Nicholas, non sono incinta. Ho il ciclo» Gli indico i vestiti sporchi che sono appoggiati alla doccia per farli asciugare. Lui prende un grossissimo respiro di sollievo e si butta sul letto ridendo nervosamente. 

 «Ecco io... non è che non voglio è solo che..» Non si deve giustificare, abbiamo vent'anni, di certo non è nei programmi rimanere incinta ora.  «E' presto» Concludo la sua frase. Lui mi sorride e mi abbraccia, deve aver notato che non sto molto bene.  «Quei due me la pagheranno oggi. L'acqua sarà ghiacciata, sarà una bella vendetta» Rido fragorosamente e mi accoccolo di più su di lui.  «Te la senti di venire?» Mi guarda con una certa speranza negli occhi, non posso deluderlo. Annuisco. 

Alla fine dei conti fare movimento non farà altro che giovare alla mia salute. L'importante è che io non entri in acqua. Andrà tutto bene. 

Usciamo fuori in giardino, prima di unirci al gruppo con gli altri, Nicholas mi cinge il bacino e mi ferma per parlare.  «Se non ti senti bene avvertimi e torneremo subito indietro. Per qualsiasi cosa dimmelo. Non sforzarti troppo ok?» Mi prende il viso tra le mani e mi bacia appassionatamente. Questo affetto improvviso da parte sua mi fa stare improvvisamente  stare bene. La sua presenza ti fa sentire viva, era da molto che non ti sentivi così. Sentiamo dei rumori dietro di noi, io e Nicholas ci spingiamo per allontanarci dal bacio. Rosanna sbuca dall'angolo e ci saluta.  «Che ci fate qui?? Vi stiamo aspettando, Nico vieni immediatamente qui.» Lo strattona e lo trascina verso il gruppo. 

Ci avrà visto? Spero vivamente di no. 

Mi avvio su per il sentiero, accanto a me Luna. Siamo appena dietro ai ragazzi e Rosanna. Dopo pochi minuti aver iniziato a percorrere una salita ripidissima il mio cellulare squilla. Contemporaneamente tutti e tre i ragazzi si girano verso di me. Tiro fuori il telefono dalla tasca e leggo in anteprima la persona che mi sta chiamando. Andrea.

In contemporanea Nicholas mostra il suo telefono, sta vibrando tra le mani. Gaia. 

Che cosa sta succedendo? Perché ci stanno chiamando ora? Soprattutto perché dopo quello che è successo pochi minuti prima? Sarà una coincidenza... Spero

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