44.

21 1 0
                                    

Stiamo ballando un lento, Nicholas ha la mano sul mio bacino. Il mio cuore sente di essere al sicuro tra le sue braccia.
Maria Rosa è vicino alla cassa, penso ci sia il suo zampino.
Ben presto si formano delle coppie, l'anziana insieme a padre William. Mostrano i passi, io fortunatamente li so già a memoria.

Per la prima volta in vita mia sto vedendo Nicholas ballare decentemente. Mi stupisco per questo avvenimento.
«Dove hai imparato questi passi?? Sei sempre stato nei miei dintorni» Lo guardo incuriosita, sorride e mi stringe di più a sé.
In queste vesti mi sento quasi una principessa che balla con il proprio principe nella sala da ballo.
«Beh, quelle volte in cui arrivavo tardi o sparivo facevo ripetizioni di ballo» Questa sua frase mi ammutolisce. Se questa affermazione è vera più di una volta lui era assente a delle attività o arrivava tardi, quindi questa sua idea l'aveva anche prima di fare pace.
Mi fa sorridere questa realizzazione, Nicholas non è così duro come sembra.

«Allora è da molto che stai imparando» Cerco di fargli capire che sono arrivata ad una conclusione.
Mi fa fare una giravolta per poi finire il ballo a pochi millimetri di distanza l'una dall'altra.
Ci guardiamo le labbra per poi spostare lo sguardo simultaneamente negli occhi.
Le sue pupille dilatate mi fanno capire che questo momento non è solo speciale per me.
«Vorrei possederti ora, davanti a tutti. In questo stupido giardino» Si morde le labbra, le mani mi stringono prepotentemente. Le sue parole sussurrate al mio orecchio mi fanno venire le farfalle nello stomaco.
«Dovrai aspettare ancora poco» Il mio pollice gli accarezza dolcemente i succhiotti di questo pomeriggio.

Rosanna ci sta guardando per poi arrivare verso di noi e dividerci.
«Sciocchino che fai qui con lei? Chi ti ha fatto queste cose orribili? Quella stronza della tua ragazza?» Sentire la sua gelosia ossessiva mi fa stare male, soprattutto l'ultima domanda su Gaia. Il mio sguardo è amareggiato, stavamo vivendo così serenamente e senza problemi che non mi ricordavo nemmeno più dei problemi che ho lasciato volutamente a casa.
Andrea e Gaia come avrebbero reagito a questo ballo? Forse ci avrebbero lasciato perdere o forse ci avrebbero separati.
In ogni probabile futuro utopistico, io e Nicholas ci saremmo allontanati, ne sono sicura.
Raggiungere questa consapevolezza mi fa stare male, mi fa avere paura.
E se mi fossi fidata nuovamente di uno stronzo? Oramai ha già avuto ciò che ha sempre voluto da ogni ragazza.

Mi sento mancare l'aria nonostante siamo in giardino, decido di allontanarmi da questa festicciola per recarmi nel bosco a pensare.
Nicholas mi guarda stranito, non capisce che cosa mi stia succedendo. Cerca di dimenarsi e togliere la presa di Rosanna sul suo braccio, inutilmente. Non lo lascia andare, anzi, cerca in ogni modo di trattenerlo con lei.
Inizia a salirmi l'ansia, il vomito e non riesco a respirare.
Un attacco di panico non mi permette di ragionare e di camminare dritta lungo il sentiero. Mi decido di fermare per la mia incolumità, prima che finisca in qualche burrone e mi faccia veramente male.

A mente fredda decido di ragionare sul da farsi.
Nicholas non può aver finto di non volermi, di non tenerci a me.
E se lo avesse fatto? Impossibile.
Quelle parole che mi ha sussurrato all'orecchio, il fatto di aver dormito assieme più di una volta, di essersi preso cura di me e di avermi fatta ballare, non può non voler dire niente.
E se avesse mentito per ottenere quello che ha sempre voluto? Alla fine dei conti quando avete litigato lui te l'ha detto.
Tremo, non può essere vero. Le sue parole, i suoi gesti, le sue emozioni. Le frasi sussurrate durante il sesso e prima in giardino non possono essere state solo una bufala per poter continuare a portarmi a letto.
Io non posso credere alle voci nella mia testa, stanno uscendo queste preoccupazioni solo perchè una ragazza ha citato il nome di Gaia. Assurdo.

Senza essermene resa conto mi sono martoriata le unghie, ben presto mi sanguinano.
Sono seduta in mezzo al sentiero, su un masso di pietra. I rumori del bosco mi hanno fatto da sottofondo alle paranoie.
Appena realizzo il fatto di essere in mezzo ad un sentiero, iniziano a salirmi i brividi per l'inquietudine.
Civette, volpi, tassi, ghiri sono solo alcuni degli animali che possono circondarmi e sono sicura che sia già abbastanza tardi, ben presto usciranno a procacciarsi il cibo.
L'oscurità degli alberi, nasconde le mie più grandi paure. La solitudine. Peggio di essa, l'essermi fidata di una persona di cui mi sto innamorando.
Mi blocco, il cuore smette di battere per pochi secondi.

Matilde, che cosa hai Appena detto?

Questa settimana doveva essere per me una pausa dai sentimenti, odiare Nicholas ed evitarlo in ogni modo. Invece è andata a finire che questa settimana, mi abbia portato a realizzare che io inizio a provare qualcosa per lui.

Dei passi interrompono i miei flussi di coscienza, la persona al centro dei miei pensieri fa capolino.
«Hey, che ci fai qui?» Mentre si avvicina, nota le mie unghie sanguinanti.
Si china davanti a me, mi prende le mani e le stringe alle sue. Mi accarezza una guancia e mi cerca di tranquillizzare.
«Che è successo? Perché hai l'ansia?» Inizio a respirare affannosamente, un altro attacco di panico si sta facendo sempre di più vivido dentro di me.
Nicholas lo sta capendo e senza dire niente inizia a guardarmi negli occhi e fare grandi respiri profondi, ha capito che non riesco a respirare.
«Guardami, respira, espira. Così, brava Mati, lentamente.» Mati.

Da quando ci conosciamo non mi ha mai chiamata in questo modo, almeno, non in modo così dolce. Le uniche volte che l'ha fatto è quando mi ha ferita.

«È.. so, solo che..» Mi blocco a metà, mi abbraccia forte e continua a respirare.
«Non devi parlarmene ora se non ne sei pronta. Non abbiamo fretta, ora ci sono qui io con te»
Come faccio a spiegargli che questi attacchi di panico sono dovuto a lui?.
Dopo dieci lunghissimi minuti riprendo a respirare lentamente, Nicholas sta continuando ad abbracciarmi, non ha in mente di lasciarmi andare.
«Ho paura» È tutto ciò che riesco a dirgli sussurrando.
Lui mi guarda negli occhi, non ci mette molto a capire a cosa mi stia riferendo.
«Mati, io non ti ho usata» I suoi occhi sono sinceri, la paura tuttavia sta pensando al mio posto.
«Come faccio a capire che tu non mi stia mentendo?» Oltre ogni mia aspettativa, non si è arrabbiato, mi ha stretto ancora più forte a lui.
«Perchè sei tu. Tu sei la prima ragazza con cui ho parlato dei miei genitori» Queste parole mi trafiggono l'anima, un sorriso sincero mi appare sul volto. Lo stringo più forte e una lacrima mi riga la guancia.

«Scusami Nico» Sono scuse sincere. Mi guarda confuso.
«Per cosa ti stai scusando?» Le sue braccia cingono ancora il mio bacino.
«Perchè sono un casino. Prima ti accuso di cose che manco so, poi inizio a provare qualcosa per te e infine la mia autostima viene atterrata solo sentendo un fottuto nome» Sto per dire altro, ma lui mi prende e senza dire nient'altro mi bacia.
Mi rendo conto solo dopo dell'affermazione che ho detto.

«Matilde, tu sei tutto ma non sei di certo un casino»

Ritorniamo in camera, mi sdraio sul mio letto e lui fa lo stesso accanto a me, il suo viso è sul mio petto.
«Scusami» Lui mi bacia la guancia per poi prima di addormentarsi pronunciare delle bellissime parole.

«Matilde, a me non interessa portarti a letto. Io voglio stare con te. Non mi importa di nient'altro»

OdiamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora