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Nonostante siano passate altre due settimane mi ostino a non mangiare, dormo solamente e oramai non faccio nemmeno più attività fisica. Il mio fisico e la mia mente si stanno spegnendo lentamente.
Scendo le scale e mi dirigo in cucina, appena entro mi rendo conto di avere troppi occhi addosso, più di quelli che di solito vivono in casa.
I miei genitori mi guardano accennando un sorriso di circostanza anche se so benissimo che stanno mentendo, non riescono più a gestire il mio morale a terra e non li biasimo.
Accanto a loro c'è mio fratello con la sua ragazza, Elpidio e Antonio, Luna e infine mia nonna.
Appena la vedo non proferisco parola, mi fiondo tra le sue braccia e un pianto liberatorio mi fa scaricare lo stress di questa situazione.
So di certo che questo é un intervento e la protagonista sono io. Sono tutti stufi di vedermi in queste condizioni.
«Mati, non vogliamo farti arrabbiare e non vogliamo nemmeno che tu ti senta aggredita da noi.» Alzo lo sguardo e fisso con i miei occhi stremati mio padre, il quale mi sorride appena incontra il mio sguardo.
«Ma?» So benissimo che se ci sono qui tutte queste persone, é perché chiaramente mi vogliono comunicare qualcosa.
«Ma questa situazione sta diventando ingestibile e tu hai bisogno di staccare la spina da qui, prima che tu parta» Faccio un lunghissimo sospiro di disappunto, sanno benissimo tutti che anche se dovessi andare via la situazione non cambierebbe.
«Lo so cosa stai pensando e mi dispiace. La nonna si é offerta di andare alla sua casa al lago per un mese e passare del tempo con te» Mi siedo in braccio a lei e con le braccia gettate dietro il suo collo le sussurro all'orecchio. «Davvero?» Lei annuisce sorridendo e i traumi che abbiamo passato assieme quando il nonno é morto mi vengono alla mente e come una melodia malinconica chiudo gli occhi e rivivo ogni singolo attimo.
Io ci sono sempre stata per la nonna e ora lei vuole esserci per me.
Riguardo negli occhi mio papà e con uno sguardo tacito, acconsento alla sua richiesta di andarmene.
«D'accordo, ma non vi assicuro nulla...Mi mancherete e ci rivedremo prima della mia partenza, tra un mese» Dopo aver pronunciato queste parole, si zittiscono tutti e acconsentono con me.

Dopo aver preparato le valigie sia per me che per Diana, la quale non voglio lasciare a casa per passare del buon tempo con lei, prima di partire per la Nuova Zelanda.
Scendo le scale e silenziosamente un po' rammaricata, aspetto seduta sull'ultimo gradino, esattamente davanti la porta, aspettando che mio papà entri per avvisarmi che è pronto ad accompagnarmi.
Lentamente inizio a tremare leggermente, il nervosismo ancora si sta impossessando di me e le solite domande che mi ripeto continuamente, cominciano a farmi eco.
Perché non mi ha cercata? sa dove abito, sarebbe bastato quel passettino verso di me e io l'avrei perdonato, non dico facilmente, ma con il tempo gli avrei concesso il mio perdono da buona persona poco rancorosa quale sono.
Perché mi ha usata e presa in giro? Non posso credere che mi abbia fatto una cosa del genere, mi ha sempre detto le cose come stavano e quando si é fidato di me, mi ha raccontato parti del suo passato. Perché quindi farmi una cosa del genere?
Perché ti sei sempre fidata delle persone bugiarde e manipolatrici.
La porta si apre e i miei pensieri vengono interrotti da un "Sono pronto!" di mio padre, é stranamente sorridente, forse perché finalmente, questa,  può essere la mia occasione per uscire da questo loop di tristezza e depressione.
Esco di fretta e a salutarmi ci sono tutti i miei amici: Luna non appena il cancello elettrico si spalanca, mi corre incontro, lasciando il braccio di Filippo. Elpidio e Antonio lo cingono quindi per le spalle e camminato a passo lento verso di me. Sembrano tutti un po' rattristati per la mia assenza, ma sinceramente non sono stata molto presente per loro ultimamente, quindi non dovrebbero soffrire così per me.
«Non fate quelle facce lunghe... Starò via per poco e poi questo vi aiuterà anche ad abituarvi alla mia assenza quando me ne andrò» Filippo aggrotta la fronte confuso e capisco che Luna non gliene ha parlato, forse per paura che Nicholas lo venisse a sapere. Pensare a lui mi fa perdere un battito cardiaco e le lacrime iniziano a pizzicarmi gli angoli degli occhi.
«Dove...Vai...?» Si avvicina a me intimorito e timidamente gli escono quelle parole come un leggerissimo soffio di vento.
«Possiamo parlarne in privato?» Acconsente alla mia richiesta e ci spostiamo da soli verso il giardino fruttato.
«Mi era stato proposto un viaggio di ricerca in Nuova Zelanda quando eravamo in montagna. Non ho mai scelto di andare, viste le cose che stavano accadendo tra me e Nico. Ma poi...» Non riesco a finire la frase perché la mia voce si incrina, quasi sull'orlo di un pianto isterico. Filippo vedendo la mia reazione e squadrandomi leggermente capisce che sto soffrendo e non poco.
«Ti sei spenta...Ho visto anche Nicholas e non é messo tanto meglio» Questa confessione non mi fa sentire a mio agio, da una parte vorrei sapere tutto :come sta, a cosa pensa, come sta gestendo questa situazione e se magari dorme o mangia, ma dall'altro lato vorrei solamente farlo sparire dalla mia vita come un brutto incubo.
«Non glielo hai detto vero?» Non vedendo un mio riscontro e lo sguardo perso tra i miei pensieri, sospira e capisce subito la risposta.
«Dovresti dirglielo...Per quanto sia un coglione e mi costa molto dirlo, ci tiene a te» Alzo un dito e lo appoggio alle sue labbra, per fargli capire che questa é ancora una ferita aperta e che per il momento vorrei solo evitare questo discorso.
«Se ci tiene così tanto a me poteva venire a parlarmi di persona, poteva non prendermi per il culo, dirmi tutta la verità quando finalmente si é degnato di rivolgermi la parola civilmente, poteva benissimo non fingere di avermi solo usata, poteva anche risparmiarsi la scenetta del "Ti amo cazzo", perché tutto questo é una fottutissima menzogna nella quale io da brava deficiente ci sono cascata dentro, perché cazzo, se c'è una persona che io ho amato veramente é Lui!» Le mie parole piene di veleno arrivano al cuore del suo migliore amico, il mio petto continua ad alzarsi e abbassarsi affannosamente, non volevo reagire con rabbia e soprattutto non sfogare la mia frustrazione su Filippo, il quale non mi ha mai fatto nulla.
«Scusami...Non volevo sbottare... È solo che non c'è la faccio più» Appena il ragazzo mi abbraccia, mi lascio andare ad un pianto liberatorio che forse stavo trattenendo da molto tempo.
«Andrà tutto bene» Mi bacia dolcemente la testa e io la scuoto per rispondergli.
«Ti prego non dirgli niente... Voglio solo sparire dalla sua vita senza fargli male, non come hanno fatto i suoi genitori» Queste parole mi spezzano e quando guardo Filippo acconsente tacito.

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