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È il grande giorno, oggi finalmente parto per la Nuova Zelanda. Non nego che ho ansia e non so cosa mi aspetterà dall'altra parte del mondo, ma non mi importa. So di aver fatto la scelta più giusta, sebbene soppesata.
Sto vagando per casa mia, memorizzando la disposizione di tutti gli oggetti e i mobili. Mi mancherà questa casetta, mi mancheranno i miei amici, la mia famiglia e il mio cane. Stringo Diana per un tempo infinito, so che soffrirà un po' la mia distanza, ma starà bene. Carico le valigie in macchina e mi rendo conto solo dopo poco che stavo per scordarmi lo zaino. Corro su per le scale e lo recupero in camera mia, guardo tutta la mia stanza con malinconia e punto il lato destro del letto, dove Nicholas per la prima volta si è avvicinato talmente tanto a me da asciugarmi le lacrime. Me lo ricordo ancora, era quando ho scoperto che lavorava al mangia e bevi e ci siamo ubriacati mica da ridere quella sera. L'ho odiato con tutto il mio cuore quella sera, non avrei mai pensato di arrivare fino a qui con lui. Una lacrima scende spontanea e un sorriso spontaneo tiene a bada il mio umore.

Arrivo alla macchina e ancora una volta vengo sorpresa dai miei amici, sono di nuovo tutti qui per augurarmi il meglio. La mia seconda famiglia speciale. «Credevi forse che ti lasciavamo partire senza salutarci?» Elpidio incrocia le braccia al petto e alza un sopracciglio contrariato. Corro verso di loro e ci riuniamo in un abbraccio di gruppo. «Mi state soffocando, piano» I miei amici mi lasciano andare lentamente, come se non accettino il fatto che io debba partire. Per noi è una lontananza sentita, ma starò via solo un anno se tutto va come i piani. Filippo è ancora stretto a me, sta piangendo a dirotto, gli picchietto le spalle per consolarlo e in risposta un singhiozzo acuto mi fa capire che ha ancora bisogno di un minuto prima di staccarsi. «Hey...Non starò via per sempre. Guarda il lato positivo...Avrai Luna tutta per te» Si stacca da me e si stropiccia gli occhi, annuisce e pensa alle mie parole. «Hai ragione...Ma mi sono affezionato, sei un po' come la mia sorellina» Gli sorrido amorevolmente e mi guardo attorno per cercare la mia migliore amica. «A proposito...Dov'è Luna?» Dopo essersi tolta dall'abbraccio di gruppo è sparita e non so che fine abbia fatto. «Sono qui! Ti stavo mettendo lo zaino in macchina» Aggrotto la fronte, non era necessario questo gesto di carineria nei miei confronti, avrei fatto tranquillamente da sola. Stringo tutti un'ultima volta trattenendo le lacrime. «Non dimenticatevi di me, se no prendo un volo diretto e vi prendo tutti a calci» Li faccio ridere come mio solito ed entro in macchina. «Pronta?» I miei genitori mi sorridono e io annuisco. «Pronta»

Arriviamo in aeroporto all'orario stabilito e una profonda ansia mi fa salire il mal di stomaco. Saluto i miei genitori nascondendo tutto quello che provo e per rendere più semplice gli addii. «Vi chiamo appena arrivo, promesso» Mi abbracciano forte e io vado incontro al mio destino. Raggiungo la mia professoressa, assieme a lei altri 3 ragazzi: Valeria, una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi oceano, Alessio, il tipico secchione di turno e Alex un ragazzo al quanto misterioso dai capelli neri e gli occhi verdi. «Mi fa piacere che tu ci abbia raggiunti, Matilde» La donna mi abbraccia amorevolmente dimostrandomi tutto il suo affetto e la devozione che prova nei miei confronti. Noto subito che ai miei compagni di viaggio non sto molto simpatica e cerco di distrarmi e non lasciarmi intimorire dai loro sguardi. Mi siedo su una seggiola davanti al gate e prendo il mio quaderno degli appunti, mi sono dimenticata di finire la scheda di una pianta e non vorrei dimenticarmi le informazioni che ho appreso. Una figura mascolina si siede accanto a me, fissando quello che sto facendo con ammirazione. Poso gli occhi su di lui ed Alex mi sorride porgendomi dell'acqua. «Sei molto brava...Ora capisco perché ti abbia scelto mia madre» Rimango esterrefatta da questa notizia e il ragazzo si mette a ridere per la mia espressione. «Lo so che non ci assomigliamo per niente, ma le voglio bene» Lo ringrazio e continuo a disegnare ed annotare dettagli che la mia memoria fotografica ha archiviato nel cervello. «Credo tu abbia sbagliato...Dammi, ti faccio vedere» Mi prende la matita dalla mano sorridendo e inizia a modificare il disegno seguendo specifiche proporzioni. Rimando allibita e affascinata dalle doti di Alex, sembra così scontroso, minaccioso e menefreghista. Invece è tutto l'opposto. «Disegni molto bene...» E' l'unica cosa che riesco a dirgli. «Nemmeno tu sei tanto male e non parlo solo di questo» Mi indica la pianta tracciata a matita e mi fa l'occhiolino. Che cosa sta cercando di fare, sedurmi?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 18 ⏰

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