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Oggi è il giorno dello spettacolo, sono in oratorio assieme a Padre William e agli educatori. Stiamo assemblando il palco e facendo le ultimissime prove per la performance di stasera, deve essere tutto perfetto. Sono con Filippo e Luna in giardino dietro al palcoscenico, dobbiamo attaccare il tendone bianco, nessuno dei due mi ha ancora proferito parole e spero che non lo facciano. «C'è da salire sulla scala per attaccarlo in alto» I miei amici mi fissano, un sorriso smagliante mi fa capire che io sono la prescelta per questo lavoro. «Perché devo farlo io?» Li osservo inespressiva. «Io ho paura dell'altezza e lo sai» Luna alza le mani e passa la parola al suo fidanzato. «E io sono troppo pesante, dai, sali tu. Ti tengo io» Sbuffo per poi iniziare a salire sulla scala. Un passo alla volta arrivo in cima, passo una gamba dall'altro lato e mi siedo, trovando stabilità e sicurezza. Mi sudano leggermente le mani, ma devo rimanere relativamente poco in cima, mi faccio coraggio e mi allungo leggermente per fissare con i lacci e la spillatrice la stoffa.

Quando sto per finire e mi sto per risedere e prendere fiato, la scala inizia a tremare. Guardo per terra e Filippo è stato sostituito da Luna. «Perché ci sei tu lì?» Sono nel panico più totale, non è che non mi senta al sicuro ad avere la mia amica giù, ma la scala è molto pesante e potrebbe succedere di tutto. «Non ti preoccupare, ti sto tenendo» Mi sorride e io ricambio sforzandomi di farle capire che sono tranquilla, cosa che invece, non lo sono affatto. Prendo la spillatrice e affiggo l'ultimo pezzo di velario, passo la gamba e comincio lentamente a scendere. Senza rendermene conto però la mia maglia rimane incastrata in un pezzo sporgente della scala. «Luna, abbiamo un problema...» Sono nel panico, mi tengo saldamente e allungo un braccio per cercare di liberarmi. Purtroppo però la scala inizia a tremare e Luna mi urla addosso. «Muoviti Mati, non riesco a resistere per molto» Sento la sua voce stridula dallo sforzo, mi affretto a prendere una decisione per evitare di finire con il cranio spaccato: tiro con cattiveria la maglietta, questa si squarcia a metà sulla schiena. «Fanculo» Ringhio arrabbiata, scendo dalla scala e Luna mi abbraccia, dandomi anche molti baci sulla guancia. «Sto bene, non ti preoccupare» Continua imperterrita a dimostrarmi affetto, anche se odio questo genere di cose, glielo permetto di fare. «Devo andare a cambiarmi...» Le mostro la maglia, mi prende per mano e andiamo in saletta.

«Ci sono ancora un po' di magliette avanzate di là, aspettami qui» Sparisce nella stanza adiacente per recuperarmi un cambio. Sento delle risate in corridoio, Spero vivamente che non entrino ora. La porta si spalanca e Filippo assieme a Spritz entrano gioiosi. Non appena vedo il ragazzo, gli vado incontro come una furia, spintonandolo. «Ma sei impazzito?! Potevo ammazzarmi su quella cazzo di scala. Perché te ne sei andato?» Il ragazzo della mia amica ha gli occhi spalancati dalla paura, mi guardo nel riflesso della finestra e capisco che sto reagendo troppo duramente. «Scusami, è stata colpa mia» Spritz si mette in mezzo, mi allenta la presa sul suo amico e mi fa sedere. Mi prendo il viso tra le mani e comincio a lacrimare. Sono stressata e tutta questa situazione è un grande schifo. «Scusate, non volevo aggredirvi...è solo che..» Non riesco a parlarne, mi blocco ancora una volta. I due ragazzi mi si siedono accanto, Filippo mi accarezza la schiena cercando di consolarmi. «Va tutto bene...So che ti sei spaventata» Scuoto la testa, non riesco più a fare nulla. Luna entra nella stanza e ci guarda impietrita. «Potete lasciarci sole?» I ragazzi annuiscono e la porta alle loro spalle si richiude.

«Hey...Va tutto bene?» Alzo il mio sguardo, i miei occhi gonfi e pieni di lacrime diventano subito sensibili. «Oh Mati...» Mi abbraccia forte e io ricambio, accoccolandomi sul suo petto. Non appena mi calmo leggermente la mia amica mi prende per mano e mi porta davanti alla finestra aperta, così da vedere il mio riflesso. «Guardati. Tu sei Matilde. E la mia migliore amica non ha mai avuto bisogno di nessuno per splendere. Sei sempre stata la persona più autonoma che io conosca. Fallo anche ora. Con Nicholas è andata male perché è un coglione? Bene. Continua per la strada a testa alta, come hai sempre fatto» Le sue parole mi fanno sorridere, l'abbraccio forte e mi ricompongo. «Ora andiamo in bagno, ti cambi e poi continuiamo a dipingere gli ultimi cartelloni» Annuisco e usciamo dalla stanza. Prendo la maglietta dalle mani della mia amica e mi chiudo dentro al primo bagno libero. Luna continua a tenermi compagnia con le sue solite chiacchiere, fino a quando, sento che la sua voce viene soffocata e dei rumori ambigui mi fanno preoccupare. «Luna?» Apro la porta e di lei nessuna traccia, mi lavo le mani e ad un certo punto nel riflesso dello specchio, alle mie spalle vedo Nicholas.

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