Capitolo 3

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La serata ha appena cominciato a prendere forma quando arriviamo alla festa. La casa è enorme, una di quelle dimore che ti aspetteresti di vedere in qualche film ambientato nella campagna inglese. In realtà, si tratta della casa di uno degli studenti più ricchi di Oxford, qualcuno che evidentemente ha più soldi che buon senso, visto che ha trasformato la sua villa in una discoteca clandestina per l'occasione.

Appena entrata, vengo travolta da una raffica di luci stroboscopiche, bassi vibranti che fanno tremare i muri e un mare di studenti che ballano e si divertono come se il mondo fosse finito fuori da quella porta. C'è un'energia contagiosa nell'aria, e per un attimo mi lascio trasportare. È una di quelle serate dove le regole sembrano non esistere, ma sai che da qualche parte c'è un limite invisibile che non puoi superare.

"Sai che questa festa è tecnicamente illegale, giusto?" mi dice Charlie, mentre ci addentriamo nella sala principale.

"Non sarebbe una vera festa a Oxford se non ci fosse un pizzico di illegalità," rispondo, con un sorriso.

"Dobbiamo solo stare attente e non fare foto, niente cellulari. Ci mancherebbe che uno di questi geni si mettesse nei guai per un selfie su Instagram."

Charlie annuisce, divertita. "La discrezione è la chiave del successo."

Raggiungiamo le altre ragazze e mi sorprende vedere quanto tutto sembri così ben organizzato, nonostante il caos che ci circonda. L'intera casa è stata trasformata in una discoteca improvvisata: luci soffuse, tavoli pieni di bicchieri e bottiglie, e persone che si muovono ovunque. Una parte di me vuole lasciarsi andare, ma l'altra parte, quella più razionale, sa che c'è un limite. E questa sera ho deciso di non superarlo.

Charlie mi passa un bicchiere, ma io scuoto la testa. "Solo uno, grazie. Voglio essere lucida domattina."

"Uff, sei sempre così responsabile?" mi prende in giro, ma poi sorride e alza il bicchiere. "Va bene, brindiamo alla prima festa del semestre!"

Alzo anch'io il mio bicchiere, sorseggiando piano. Il gusto del cocktail è forte, ma decido che mi basta questo per stasera. Mentre le altre ragazze chiacchierano e ridono, io osservo la stanza, lasciando che l'energia della festa mi scorra dentro, ma senza abbandonarmi del tutto. Per ora.

Dopo un po', però, mi rendo conto che devo assolutamente trovare il bagno. E qui comincia il vero gioco. Orientarsi in questa villa gigantesca è come navigare un labirinto senza mappa.

"Vado a cercare il bagno," dico a Charlie, che mi guarda con un sorriso malizioso.

"Buona fortuna. Se non torni, mando una squadra di soccorso."

Mi faccio largo tra la folla, cercando di individuare un corridoio che porti a qualche porta chiusa, o almeno a qualcosa che non sembri una pista da ballo. Mi perdo tra la musica assordante e le luci intermittenti, e mentre mi avvicino a una porta in fondo al corridoio, mi scontro contro qualcuno.

Non è un semplice scontro.

È uno di quei momenti in cui, tra l'equilibrio precario e il pavimento scivoloso, finisci quasi addosso alla persona che ti si para davanti.

"Attenta," sento una voce profonda che mi richiama all'ordine, e quando alzo lo sguardo, eccolo lì.
Harry Bennett.
Ovviamente.

"Tu?!" esclamiamo quasi all'unisono, e già mi sento leggermente irritata. Come se non bastasse scontrarsi con qualcuno a una festa clandestina, doveva essere proprio lui.

Harry mi guarda con quel suo solito sguardo sicuro e un mezzo sorriso sulle labbra. "Malia Brooks, che sorpresa incontrarti qui. Pensavo fossi troppo impegnata a studiare per queste cose."

OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora