La mattina è fresca e luminosa mentre io e Charlie ci avviamo verso l'università. Mi sento leggera, soddisfatta dopo aver vinto la scommessa contro Harry. Camminiamo attraverso il campus, chiacchierando del più e del meno, ma una parte di me aspetta con ansia il momento in cui Harry dovrà presentarsi con la mia colazione.
E infatti, non devo aspettare a lungo.
Appena ci avviciniamo al nostro edificio, Harry piomba verso di noi con un bicchiere d'asporto in mano. La sua espressione è il solito misto tra sfida e divertimento, e vedo subito che tiene in mano il mio cappuccino.
"Brooks," dice, con un tono che suggerisce che non ha dimenticato il nostro patto. "La tua colazione. Come richiesto."
Mi porge il bicchiere con un gesto teatrale, e io lo prendo, sollevando leggermente il coperchio per controllare che tutto sia come avevo chiesto. E proprio lì, sulla schiuma del mio cappuccino, vedo un disegno stilizzato. Un... fiore? No, non esattamente.
Mi fermo, fissando la schiuma per qualche secondo, poi alzo lo sguardo verso di lui con le sopracciglia alzate. "Che roba è? Avevo detto niente disegni."
Harry incrocia le braccia, il suo sorriso malizioso che si allarga. "Avevi detto niente cuori, signorina. Quello, in effetti, è un tulipano."
Lo guardo, poi torno a fissare la tazza, cercando di trattenere una risata. "Sembra una pera rovesciata."
Charlie, che ha osservato la scena in silenzio fino a questo momento, scoppia a ridere. "Oh, mio Dio! Sì, sembra proprio una pera rovesciata!"
Harry non si scompone. "Puoi chiamarlo come vuoi, Brooks. L'importante è che hai il tuo cappuccino, no?" Chiede. "Ah, e il biglietto di scuse." Aggiunge, tirando fuori dalla tasca un pezzetto di carta, che afferro al volo.
"Perché le scuse?" Chiede Charlie, confusa.
"Perché esiste." Sussurro, ma so che Harry ha sentito lo stesso.
Sospiro, alzando gli occhi al cielo. "Non è esattamente come l'avevo chiesto, ma apprezzo lo sforzo. La prossima volta, però, niente tulipani... o pere rovesciate."
"Appunto per il futuro," dice Harry, facendo un cenno di saluto prima di allontanarsi con quella sua andatura rilassata, lasciandomi con il cappuccino e un leggero sorriso sulle labbra.
Mentre lo guardo andarsene, sento Charlie ridacchiare accanto a me. "Devo ammettere che è stato un bel tocco di classe. Chi avrebbe mai pensato che Bennett avesse un lato dolce?"
Sorrido, portando la tazza alle labbra. "Non lo so, ma scommetto che ci sarà una prossima volta. E magari, la prossima volta, potrà evitare di metterci dentro qualche sua trovata creativa."
Charlie ride ancora, e insieme ci avviamo verso l'aula, pronte per un'altra giornata di lezioni, con la sensazione che il gioco tra me e Harry sia tutt'altro che finito.Sono le undici e mi trovo nel cortile dell'università, finalmente godendomi una breve pausa dopo una serie di lezioni che sembravano non finire mai. Charlie, Sophie, e Izzy sono sedute con me, e tutto è stranamente tranquillo fino a quando Izzy non comincia a giocare con la sua borsa. La vedo che ci gira intorno, il che significa solo una cosa: sta per chiedere qualcosa.
"Allora, ragazze," esordisce, cercando di suonare casuale, ma la sua voce tradisce l'urgenza, "Edward mi ha invitata a pranzo a casa sua oggi, e... non posso andare da sola! Vi prego, dovete venire con me. Vi prego, per favore."
La sua richiesta cade come una bomba, ma la risposta di Sophie è immediata. "Io no, mi dispiace," dice scuotendo la testa con convinzione. "Ho già promesso a Tom che pranzeremo insieme. Sai, il mio ragazzo. Quello che ho appena iniziato a frequentare? Ricordi, vero?" aggiunge con un sorriso di scusa.
Izzy la fissa, come se non riuscisse a credere che qualcuno possa avere altri piani quando si tratta di Edward Collins. Poi si rivolge a Charlie, la sua prossima speranza.
La bionda alza le mani. "Non contare su di me. Ho lezione tra mezz'ora, non posso saltarla proprio oggi. Il prof è uno di quelli che fa l'appello a voce alta e fa sembrare chiunque non risponda come un criminale. No, non posso rischiare."
La frustrazione inizia a crescere negli occhi di Izzy. Il suo sguardo scivola lentamente verso di me, e io già sento il peso di quello che sta per venire. Izzy è determinata, e quando mette gli occhi su un obiettivo, non molla. Stavolta, il suo obiettivo sono io.
"Malia... tu sei libera, giusto?" La sua voce è quasi un sussurro carico di speranza.
Cerco di scappare, ma so che è inutile. "Non lo so, Izzy. Potrei avere un sacco di... cose da fare..." Inizio a balbettare, cercando disperatamente un'uscita che non sia troppo scortese.
Izzy mi fissa con quegli occhi da cucciolo abbandonato, e so che non riuscirò a resistere a lungo. "Malia, per favore. Edward mi ha scritto stamattina e ha detto che vuole vedermi, ma io... io non posso andare da sola. Sarebbe strano! Ho bisogno di te. Non posso andare lì da sola, non so cosa direi, e se ci sono altri suoi amici? Non posso affrontarlo da sola."
Sospiro, e cerco ancora di resistere. "Ma... ma Izzy, sai che non voglio mettere il naso in certe situazioni. E poi... Harry potrebbe essere lì," aggiungo sottovoce, sperando che questo argomento possa convincerla a cercare qualcun altro.
Izzy sospira drammaticamente, come se il mondo intero le stesse crollando addosso. "Malia, non farlo. Non lasciarmi sola in questa. Te lo giuro, sarà solo un pranzo veloce, giuro che non ti metterò in situazioni imbarazzanti. E Harry... beh, probabilmente sarà a lezione o in biblioteca. Non ti preoccupare di lui. Dai, sei la mia unica speranza, non posso andare da sola. Ti prego, Malia, non farmi pregare in ginocchio."
La guardo negli occhi e mi rendo conto che non ho più via di scampo. So perfettamente che se continuo a dire di no, mi sentirò in colpa per il resto della giornata, e probabilmente anche la settimana successiva. E lei continuerà a lamentarsi, con quel suo tono da dramma esistenziale.
Sospiro pesantemente, alzando le mani in segno di resa. "Va bene, va bene, Izzy. Verrò con te. Ma sappi che se Harry sarà lì e sarà imbarazzante, te lo farò pesare per il resto della tua vita."
Izzy esplode di gioia. "Grazie, grazie, grazie! Sei la migliore, Malia! Prometto che sarà una cosa tranquilla, e se Harry ci sarà, beh... almeno non sarai da sola. Ti proteggerò io."
Mi limito a scuotere la testa, già sapendo che sarà tutt'altro che tranquillo. Sophie e Charlie ridacchiano dall'altro lato del tavolo, divertite dalla mia capitolazione.
Sophie mi dà una pacca sulla spalla. "Divertiti con Harry, Malia. Sono sicura che sarà... interessante."
Charlie annuisce, trattenendo una risata. "Almeno sarà un pranzo da ricordare. Voglio i dettagli appena torni."
Alzo gli occhi al cielo, rassegnata. "Sarà imbarazzante, ne sono sicura."
Izzy mi tira per il braccio. "Dai, smettila di lamentarti. Andrà tutto bene. Vedrai."
Con un ultimo sguardo d'intesa alle ragazze, mi preparo psicologicamente per la sfida che mi aspetta: pranzare a casa di Edward... e con Harry Bennett molto probabilmente presente. Questo pranzo non sarà una passeggiata, lo so già.
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OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in Amore
Roman d'amourMalia Brooks ha un obiettivo chiaro: diventare la miglior studentessa di Oxford e vincere una prestigiosa borsa di studio assegnata dall'ONU. Harry Bennett, con il suo sorriso arrogante e l'eredità familiare di successi, è l'unico ostacolo tra lei e...