L'appartamento è animato da risate e musica bassa, con una decina di persone sparse tra il salotto e la cucina. Io e Charlie scendiamo le scale con passo sicuro, pronte per la serata, e non posso fare a meno di notare come tutti gli occhi nella stanza si spostino per un istante su di noi. Nonostante il mio iniziale imbarazzo per l'abito succinto, ora mi sento più sicura che mai.
È come se il vestito brillantinato mi avesse dato una nuova forza, e posso letteralmente sentire lo sguardo di Harry bruciarmi addosso non appena metto piede nella stanza. Lo vedo in un angolo, con il bicchiere in mano, e i suoi occhi non si staccano da me. È uno sguardo diverso dal solito, più intenso, più... desideroso.
Prima che possa rendermene conto, Harry si avvicina con la velocità di un fulmine. Non dice nulla, ma mi porge immediatamente un gin lemon. Sento subito che c'è decisamente molto più gin che lemon.
"Te lo meriti dopo la presentazione di oggi," dice con un sorrisetto, quasi come se volesse testare i miei limiti.
Alzo un sopracciglio, prendendo il bicchiere e facendo un sorso, sentendo il liquido bruciare leggermente in gola. "Tutto gin e poco lemon, eh?" commento con un sorriso ironico.
Harry si stringe nelle spalle, il suo sorriso diventando più largo. "Pensavo potesse darti la giusta carica per la serata."
Lo guardo, cercando di non farmi distrarre troppo dal suo sguardo ardente. "Non mi serve il gin per sentirmi carica," ribatto, lasciando intendere che il vestito fa già metà del lavoro.
Harry, con il suo gin lemon ancora tra le mani, si fa strada verso un piccolo gruppo di ragazzi vicino al divano e mi fa segno di seguirlo. "Vieni, ti presento alcuni dei miei compagni della squadra di nuoto. Vedrai, sono bravi ragazzi."
Io e Charlie ci avviciniamo, e appena arriviamo, noto subito che gli occhi dei suoi amici si soffermano su di noi. La maggior parte di loro sono alti, con la fisicità tipica di chi passa ore in piscina. Harry fa le presentazioni con un tono rilassato, anche se c'è qualcosa di leggermente teso nei suoi movimenti.
"Ehi, ragazzi, queste sono Malia e Charlie. Malia è... beh, avete sentito di lei," dice Harry con un mezzo sorriso, gettandomi un'occhiata rapida. "E Charlie è una delle ragazze più in gamba del nostro corso."
Charlie, sempre disinvolta e solare, sorride con il suo charme naturale. "Piacere di conoscervi!"
Uno dei ragazzi, alto con capelli biondi, le sorride di rimando. "Il piacere è nostro," dice con un tono affascinato, e in pochi secondi Charlie ha già catturato l'attenzione di tutti, specialmente di lui.
Nel frattempo, noto che gli altri ragazzi si scambiano sguardi interessati anche verso di me. Uno di loro, dai capelli scuri e con un sorriso sicuro, si avvicina con disinvoltura. "Malia, vero? Harry ci ha parlato di te. Sembra che tu sappia tenere testa a tutti, anche a lui."
Sorrido educatamente, cercando di capire se fosse un complimento o una frecciata. "Dipende dalla situazione," rispondo, mantenendo il tono neutro ma con un pizzico di ironia.
Il ragazzo continua a parlare, facendo qualche battuta e cercando di approfondire la conversazione, ma noto subito che qualcosa cambia nell'atteggiamento di Harry. Lo vedo irrigidirsi leggermente, il suo sorriso diventa più forzato. Non ci vuole molto a capire cosa lo infastidisce: il suo amico mi sta guardando con troppa insistenza, e Harry non sembra per niente a suo agio con la situazione.
A un certo punto, Harry si intromette con uno slancio quasi casuale, appoggiando la mano sulla mia schiena, un gesto che sembra naturale ma è chiaramente intenzionale. "Malia, vieni con me. C'è un'altra persona che volevo presentarti."
Gli sguardi che si incrociano tra me, Harry e il ragazzo sono carichi di sottintesi, ma lascio che Harry mi guidi via, consapevole che il suo gesto è stato tutto tranne che casuale.
Mi lascio guidare da Harry verso il tavolo dei drink, notando la tensione che non sembra voler svanire del tutto. Lui si muove con un'aria sicura, ma è impossibile non cogliere il suo fastidio.
"Allora," dico, cercando di rompere il silenzio. "Come si chiama quel tuo amico? Il biondo?"
Harry si ferma un attimo, guardandomi con uno sguardo che è un misto tra curiosità e irritazione. "Perché ti interessa?"
Mi stringo nelle spalle con un sorrisetto divertito. "Beh, è carino."
Il suo sguardo si oscura leggermente. "Non abbastanza per te."
Scoppio a ridere, sorprendendomi della sua reazione. "Oh davvero? E perché?"
Harry mi guarda per un attimo, come se cercasse le parole giuste. "Non è il tipo adatto a te, tutto qui."
Mi piego leggermente verso di lui, con un tono volutamente provocatorio. "Ah, capisco. Tu puoi farti la bibliotecaria ed io non posso puntare un tuo amico?"
Harry si irrigidisce per un secondo, rendendosi conto di essere stato colpito. Il suo sguardo si fa più penetrante, e posso vedere la sfida nei suoi occhi. Sa che ho colpito nel segno, e anche se non vuole ammetterlo, c'è una scintilla di gelosia che non riesce a nascondere del tutto.
Mi appoggio al tavolo dei drink, guardando Harry negli occhi mentre l'atmosfera tra noi si fa più tesa, ma anche carica di qualcosa di diverso. Un gioco di provocazioni che sembra portare a qualcos'altro.
"Quindi vuoi fartelo? È questo?" chiede Harry, con quel suo tono sicuro, ma i suoi occhi mi scrutano con una certa intensità.
Non riesco a trattenere un sorriso provocatorio. "Non l'ho detto."
"Lo hai fatto capire," ribatte, senza perdersi d'animo, il tono che si fa più tagliente.
Alzo un sopracciglio, godendomi la situazione. "E se volessi?"
Harry si avvicina di qualche centimetro, i suoi occhi ora puntati direttamente nei miei. "Vuoi?"
Non rispondo subito, lo lascio sospeso per un attimo, sapendo bene quanto lo stia stuzzicando. "Non lo so," rispondo, con un sorriso malizioso. "Ma se volessi?"
Harry ride piano, ma c'è un filo di tensione nella sua risata. "Ti direi di non farlo."
"Perché?" lo sfido, con un tono più deciso, sapendo esattamente dove voglio arrivare.
Si avvicina ancora di più, e il suo sguardo è come un fuoco. "Perché mi stai facendo girare la testa, e non sono ancora ubriaco."
Resto ferma per un secondo, sorpresa dalla sua sincerità. Poi, con un sorrisetto provocatorio, lo guardo intensamente. "Ti faccio girare la testa?"
Harry sorride, ma questa volta è un sorriso più pericoloso, più carico di intenzione. "Chiedimelo tra qualche drink," sussurra, la sua voce bassa e rauca.
Il battito del mio cuore accelera. So che stiamo giocando con il fuoco, eppure non posso fare a meno di volere che questa scintilla diventi qualcosa di più.
So bene che sto giocando col nemico. Harry e io siamo sempre stati in competizione, sempre pronti a farci guerra a vicenda. Ma in questo momento, mentre i suoi occhi bruciano su di me e il suo tono si fa sempre più provocatorio, non posso fare a meno di continuare. Il fatto che mi desideri mi fa sentire... importante.
C'è una strana potenza in questo gioco, qualcosa che mi fa venire voglia di spingermi oltre, di vedere fin dove posso arrivare. Mi piace l'effetto che ho su di lui, il modo in cui riesco a disarmarlo senza bisogno di dire troppo. Sento che posso controllare la situazione, ed è una sensazione che mi travolge.
Harry, però, non è uno che si lascia prendere alla sprovvista facilmente. Anche se vedo il desiderio nei suoi occhi, c'è sempre quel filo di competitività tra noi, quella tensione che rende ogni nostro scambio un campo di battaglia. Ma stavolta, sento che le regole stanno cambiando.
Forse stiamo solo spingendo un po' più in là i nostri limiti. Forse è solo un altro gioco. Ma adesso non riesco a smettere.
Mi fermo per un attimo, lo guardo negli occhi e, con un mezzo sorriso, esclamo: "La risposta è no, non voglio farmelo."
Harry solleva un sopracciglio, il suo sguardo più intenso che mai. "Mi fa piacere."
"Ah sì?" rispondo, avvicinandomi di un passo, la voce bassa e carica di provocazione. "E perché?"
Lui si lecca il labbro inferiore, poi incrocia le braccia, con un sorrisetto sicuro. "Probabilmente la festa sarebbe finita male."
Scuoto la testa, divertita. "Sei così geloso, Bennett?"
Harry mi guarda, con lo stesso sguardo che sembra sempre scavare più a fondo. "Tu sei la mia sfida."
Sento un brivido corrermi lungo la schiena. Lo fisso per un istante e, con voce bassa, ribatto: "E tu la mia."
Ci fissiamo per qualche secondo, la tensione tra di noi che cresce sempre di più. Poi sussurro: "Stiamo sbagliando."
Harry non sembra minimamente turbato dalle mie parole. Si avvicina ancora, sfiorando il mio braccio con le dita. "Dici? Questa è la nostra tregua."
Lo guardo negli occhi, consapevole che stiamo camminando su una linea sottile. "Una tregua è lecita in guerra?"
Harry sorride, e il calore che vedo nel suo sguardo è quasi pericoloso. "Tutto è lecito in guerra."
Proprio mentre la tensione tra me e Harry raggiunge il culmine, Edward fa la sua comparsa con un'espressione entusiasta e un vassoio di bicchierini in mano. "Ragazzi, è ora di un giro di shot!" esclama, interrompendo il nostro momento. Harry si allontana leggermente, e io non posso fare a meno di sorridere, accettando il bicchiere che Edward mi porge.
Il primo giro di shot scivola giù senza troppi pensieri, ma Edward non si ferma lì. "Dai, facciamone un altro!" E così il secondo, il terzo, e prima che ce ne rendiamo conto, siamo già al quinto giro.
Io e Charlie ridiamo come matte, mentre Edward continua a versare. Nel frattempo, un paio di cocktail si aggiungono al mix, e mi sento leggera come una piuma, completamente disinibita.
In mezzo a tutto questo caos, prendo Charlie sottobraccio e, con una risata incontrollabile, le sussurro: "Devo confessarti una cosa."
Lei mi guarda curiosa, lottando contro il suo stesso bicchiere. "Cosa?"
Ridendo ancora più forte, dico: "La mia patata è estremamente libera... e sta solo aspettando di essere condita da Harry."
Charlie scoppia a ridere così forte che quasi si rovescia il cocktail addosso. "Malia, sei una porca!" esclama, mentre io mi lascio andare completamente, ormai persa in quella strana, ma divertente serata.
Charlie, con un sorriso malizioso e il viso ormai arrossato dai drink, si avvicina e mi sussurra nell'orecchio: "Penso di voler passare un po' di tempo con quel nuotatore castano..."
Senza pensarci due volte e ridendo come una matta, la spingo letteralmente verso di lui. "Vai, libera la tua patata!" esclamo, ridendo così forte da attirare l'attenzione di tutti intorno a noi.
Harry, che mi sta accanto, scoppia a ridere alle mie spalle. "Libera la patata?" ripete con un tono divertito, girandosi verso di me. "Cos'è, una cosa tra di voi?"
Mi giro verso di lui, completamente ubriaca e senza un briciolo di filtro.
"E la tua, com'è?" Chiede, cercando di mantenere un'aria di sfida, anche se le parole gli escono biascicate.
Harry ride, ma c'è un lampo di sorpresa nei suoi occhi quando rispondo, con lo sguardo da ubriaca e le gambe ormai senza controllo: "Talmente libera che non ho le mutande."
Mi aggrappo a lui per evitare di cadere, e nel farlo mi rendo conto di quanto sono vicina. Posso sentire il suo respiro e, peggio ancora, la protuberanza nei suoi pantaloni, evidente sotto il sottile strato di tessuto. L'effetto delle mie parole su di lui è immediato.
Harry si irrigidisce leggermente, ma non si sposta. Mi guarda con un misto di desiderio e divertimento, e io, completamente priva di inibizioni, mi appoggio a lui con ancora più disinvoltura, ridendo sotto il fiato.
Sento che la serata sta prendendo una piega completamente inaspettata.
Harry, notando quanto sono fuori controllo, smette immediatamente di scherzare. I suoi occhi si fanno più seri mentre mi osserva vacillare leggermente, e capisce che ho decisamente esagerato con i drink.
Senza dire una parola, mi prende delicatamente per mano e mi guida fuori dal caos della festa, lontano dalla musica e dalle risate che rimbombano nell'appartamento. La sua presa è ferma ma gentile, e anche se nella mia testa tutto gira, sento che posso fidarmi di lui in questo momento.
Mi porta in cucina, dove apre il rubinetto e bagna delicatamente i miei polsi con l'acqua fredda, poi mi tampona la fronte con la stessa cura. "Ti senti meglio?" mi chiede, la sua voce bassa e preoccupata.
Annuisco debolmente, ma so che non sono ancora completamente lucida. Harry mi osserva per un istante, poi prende una decisione. "Vieni, ti porto via da qui."
Mi guida di nuovo, questa volta fino alla sua camera. È tranquilla, lontana dal trambusto della festa. Mi fa sedere sul suo letto, morbido e confortevole. Non posso fare a meno di sentirmi più calma ora, nonostante la testa ancora un po' leggera. Harry si accovaccia davanti a me, controllando il mio viso con attenzione, come se volesse assicurarsi che stia davvero bene.
"Resta qui un po'," mi dice con un tono quasi affettuoso. "Hai bisogno di riprenderti."
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OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in Amore
RomanceMalia Brooks ha un obiettivo chiaro: diventare la miglior studentessa di Oxford e vincere una prestigiosa borsa di studio assegnata dall'ONU. Harry Bennett, con il suo sorriso arrogante e l'eredità familiare di successi, è l'unico ostacolo tra lei e...