Dopo pochi minuti dal mio teatrale discorso su "limonare il primo ragazzo carino", mi ritrovo, ironia della sorte, completamente sola in cucina, nascosta tra i ripiani, lontana dalla mischia e dal rumore assordante della festa. Ho in mano un bicchiere che continuo a riempire con qualsiasi cosa trovo, senza badare troppo al contenuto.
Chi voglio prendere in giro? Non ho nessuna intenzione di fare conversazioni brillanti o di farmi avanti con qualche ragazzo carino. Anzi, il solo pensiero mi infastidisce. Dopo aver visto Harry con quella ragazza, la mia voglia di socializzare è sparita in un lampo. Ogni volta che provo a convincermi che è tutto finito, che non mi importa più, lui trova il modo di ricordarmi che la sua presenza è come un'ombra che non riesco a scrollarmi di dosso.
Cerco di non pensarci, di concentrarmi sul fatto che sto bevendo al buio in cucina come una disadattata, quando sento qualcuno avvicinarsi. Non è un ragazzo, fortunatamente.
"Uhh, finalmente un po' di pace," dice una voce femminile. Mi giro e vedo proprio la ragazza che stava con Harry. È sorridente, e sembra molto più a suo agio di quanto mi senta io. "I ragazzi qui sembrano tutti a caccia!"
"Già..." rispondo meccanicamente, cercando di non far trasparire troppo il fastidio. Come diavolo sono finita in questa situazione?
La ragazza prende un bicchiere dal tavolo e si versa un drink con un sorriso divertito. "Mio cugino mi aveva avvertita, ma... così è troppo." Si volta verso di me, allungandomi la mano. "Sono Amber, comunque. Che maleducata!"
Il mio cervello si blocca per un istante. Cugino? Le stringo la mano, cercando di mantenere la calma. "Malia, piacere. ...Tuo cugino?"
"Harry," risponde con un tono leggero. "Fa il primo anno, non so se vi conoscete?"
Il bicchiere quasi mi cade dalle mani. Harry? Suo cugino?
Il bicchiere mi scivola quasi dalle mani, ma quando realizzo che Amber è la cugina di Harry e non qualche ragazza con cui lui potrebbe avere un flirt, mi sento improvvisamente sollevata. Tutto quel nodo di tensione che mi si era formato nello stomaco si scioglie, e mi accorgo che stavo trattenendo il respiro.
"Harry è tuo cugino?" ripeto, come per essere sicura di aver capito bene.
Amber annuisce, sorridendo. "Sì! Mi ha invitata alla festa perché non conoscevo nessuno qui in città. Mi sono trasferita da poco e, beh, Harry è come un fratello maggiore per me, anche se in realtà è più piccolo!" Ride e sembra così tranquilla, così rilassata. Non c'è traccia di malizia o di secondi fini.
Un'ondata di sollievo mi invade. Non è una ragazza con cui potrebbe provarci. È solo sua cugina.
"Oh, meno male," esclamo, senza nemmeno rendermene conto. "Cioè, intendo... che bello che abbiate questo rapporto!" cerco di correggermi velocemente, mentre lei mi guarda con un sopracciglio alzato, ma divertita.
Amber sorride. "Sì, Harry è un tipo difficile, ma ci siamo sempre trovati bene. Lui sembra avere una specie di talento nel far innervosire la gente, ma poi tutti finiscono per affezionarsi a lui."
La mia risata esce un po' forzata. Sì, innervosire è il termine giusto. "Già, ha proprio quel talento," mormoro.
Amber mi guarda con uno sguardo curioso, forse notando una sfumatura nella mia voce. "Immagino che vi conosciate bene allora?"
Sorrido, cercando di nascondere il mio mix di emozioni. "Abbastanza. Siamo... compagni di corso." Semplice, pulito, niente di più.
Lei sorseggia il suo drink, ma non sembra intenzionata a indagare oltre, il che mi fa sentire ancora più a mio agio. Per qualche motivo, parlare con Amber è facile. È una cugina, non una rivale, e questo cambia tutto.
"Comunque, meno male che ho trovato un po' di pace qui," dice lei, guardandosi intorno verso il caos della festa. "La gente sembra impazzita stasera. Ogni ragazzo che incontro sembra a caccia!"
Annuisco, ridendo di nuovo. "Sì, le feste universitarie hanno questo effetto. Ero venuta per rilassarmi, ma mi sono ritrovata a nascondermi in cucina."
"Beh, hai scelto il posto giusto per stare tranquille," dice Amber, appoggiandosi al ripiano. "Anche io ho avuto la stessa idea."
Appena Amber finisce di parlare, la porta della cucina si apre bruscamente e chi entra, ovviamente, è Harry. Come se la mia serata non fosse già abbastanza complicata.
"Amber, ti stavo cercando," dice, guardandosi intorno prima di posare lo sguardo su di noi. I suoi occhi si soffermano per un attimo su di me, e sento una fitta allo stomaco. Bene, proprio quello che ci voleva.
"Ah, ecco dov'eri," risponde Amber, sorridendo a suo cugino, apparentemente ignara del clima di tensione che si crea all'istante. "Mi sono nascosta qui con Malia. Troppo caos fuori."
Harry annuisce, ma i suoi occhi non si staccano dai miei. La tensione nell'aria è palpabile, tanto che potrei quasi tagliarla con un coltello. Perfetto. Ora siamo solo noi tre, e questa situazione sta diventando sempre più surreale.
Per un lungo momento, nessuno dice niente. Mi sento come se stessi assistendo a una scena che non dovrebbe esistere. Io, Harry, e la sua cugina con cui ho appena fatto amicizia. La cucina sembra improvvisamente troppo piccola.
"Ah... ok," dice finalmente Harry, rompendo il silenzio, ma il suo tono è incerto, come se stesse cercando di capire come muoversi. "Stai bene, Amber?"
"Sì, tutto a posto," risponde lei, un po' più tesa rispetto a prima, forse intuendo che c'è qualcosa nell'aria. Si guarda intorno, cercando un modo per uscire dalla situazione. "Anzi, a proposito... dov'è il bagno?"
Harry le indica con un cenno del capo la direzione giusta. "In fondo al corridoio, seconda porta a destra."
Amber sorride nervosamente, guardando prima me, poi Harry. "Perfetto. Allora... vi lascio, torno subito."
Con quel "torno subito" che suona più come un "scappo per lasciarvi soli in questo clima imbarazzante", Amber si congeda velocemente, lasciando la cucina. Ed eccomi qui, da sola con Harry. Proprio quello che volevo evitare.v
Appena la porta si chiude, cala un silenzio pesante. Harry rimane fermo lì, a pochi passi da me, come se non sapesse cosa dire o come comportarsi. Lo vedo passarsi una mano tra i capelli, un gesto che ha sempre fatto quando è nervoso.
"Quindi..." inizia, ma non sembra avere molta idea di cosa aggiungere.
Cerco di mantenere la calma, di non farmi prendere dalla situazione, ma è difficile. Ogni volta che sono vicino a lui, tutto il caos che cerco di tenere sotto controllo riaffiora. Non è cambiato nulla.
"Quindi?" rispondo, cercando di sembrare disinvolta, anche se dentro di me c'è un turbinio di emozioni che mi sta schiacciando.
"Ah, ora che sai che è mia cugina sei più tranquilla?" mi chiede Harry con un sorriso malizioso, rompendo quel silenzio teso che si era creato nella stanza.
Alzo gli occhi al cielo, cercando di non cadere nella sua trappola. "Quando mai sono stata agitata?" rispondo, cercando di sembrare disinvolta, anche se so benissimo che ha colto ogni mio sguardo e ogni mio piccolo segnale di fastidio prima di scoprire la verità su Amber.
Harry si avvicina di un passo, gli occhi fissi nei miei. "Ti ho vista, Malia. Mi hai lanciato occhiate di fuoco tutto il tempo. Ammettilo."
Cerco di mantenere il controllo, ma la sua presenza così vicina, il modo in cui mi fissa, mi fanno sentire vulnerabile. "Hai una percezione di te stesso un tantino estremizzata," ribatto, incrociando le braccia davanti al petto per proteggermi da lui. "Non c'è stato nulla del genere."
Lui sorride, piegando leggermente la testa di lato, come fa sempre quando sta per colpire con una delle sue osservazioni pungenti. "Si può essere gelosi senza fare tutte queste scene."
La mia reazione è istintiva. "Io? Gelosa?" Lo guardo come se avesse detto la cosa più ridicola del mondo, anche se una parte di me si sta ribellando contro la mia stessa negazione.
Harry fa un passo ancora più vicino, riducendo lo spazio tra di noi a pochissimi centimetri. "Non c'è niente di male," dice con una calma disarmante, gli occhi che mi scrutano come se sapessero esattamente cosa sto cercando di nascondere.
"Si, a parte il fatto che non lo sono," ribatto, ma la mia voce non suona così convinta come vorrei. Dentro di me, una parte sa che mi sta leggendo come un libro aperto.
Harry si ferma, mi osserva per un momento con uno sguardo che non riesco a decifrare. Poi, con una naturalezza disarmante, dice: "Io sono geloso di te, e non me ne vergogno."
Le sue parole mi colpiscono come un fulmine. "Cosa?" riesco a balbettare, completamente presa alla sprovvista. Harry geloso di me?
"Esatto," continua, la sua voce calma ma intensa. "Non mi piace quando ti vedo con altri ragazzi. Non mi piace quando sei lontana, e detesto il fatto che ci siamo messi d'accordo per ignorarci. E sai cosa? Non me ne vergogno."
Lo guardo incredula, il cuore che batte più forte. Cosa sta succedendo? Le sue parole continuano a rimbombarmi nella testa, ma non riesco a capire se è sincero o se sta giocando come sempre.
"Perché adesso?" gli chiedo, la voce un po' spezzata. "Perché dirmelo adesso, dopo tutto quello che è successo?"
Harry sospira, quasi come se la risposta fosse ovvia. "Perché ora non voglio più fare finta che non me ne importi. Non mi va più di mentire."
La mia mente è un caos, ogni singolo pensiero sembra gridare per trovare un senso a tutto questo. Non ho idea di cosa dire, di cosa fare. Ma una cosa è certa: questa conversazione non è quello che mi aspettavo.
"Harry, non ci casco più nei tuoi giochetti," gli rispondo, cercando di mantenere la calma, anche se il cuore mi sta battendo all'impazzata. "Anche se mi hai ceduto la relazione sulla gita, non vuol dire che ti siano spuntate le ali e l'aureola."
Lui mi fissa, lo sguardo carico di tensione. "Perché sei così fottutamente insopportabile?"
Sento la rabbia montare dentro di me. Ancora con queste provocazioni! "E tu perché sei così odioso?" ribatto, il tono tagliente come una lama.
Ma Harry non si lascia intimidire, anzi, fa un passo verso di me, con un'espressione che non riesco a decifrare del tutto. I suoi occhi scivolano lungo il mio corpo, fermandosi sul vestito che indosso, e quando alza lo sguardo di nuovo, vedo una scintilla di frustrazione. "E tu perché hai questo vestito addosso? Mi stai mandando fuori di testa."
Lo guardo incredula, cercando di mantenere la calma, ma sento il mio viso che inizia ad arrossire per la rabbia e l'imbarazzo. "Dio! Devo andare via da qui," esclamo, cercando di allontanarmi velocemente. "E non seguirmi."
Esco dalla cucina con passo veloce, attraversando il salotto e la folla di persone che ballano, diretta verso l'uscita. Devo allontanarmi da lui, devo far calmare i miei pensieri. Ma so che lui non mi lascerà andare così facilmente.
Non appena esco dalla casa e mi dirigo verso il bordo piscina, sento i suoi passi dietro di me.
Non ci posso credere, mi sta seguendo.
"Harry!" sbotto, fermandomi di colpo e voltandomi verso di lui. "Mi lasci in pace? Le cose tra noi sono già chiare!"
Lui si ferma a pochi passi da me, il suo sguardo serio, quasi doloroso. "Non è chiaro niente, Malia. Non vedi che siamo incapaci di ignorarci?"
La sua voce è carica di frustrazione, e per un momento quasi ci credo. Ma poi la mia rabbia prende il sopravvento. "A me stava riuscendo benissimo!" urlo, il tono acido. Non posso più continuare così.
Stiamo parlando entrambi a voce alta, quasi urlando per sovrastare i nostri stessi pensieri. La tensione tra di noi è palpabile, e sento che sto per scoppiare. Faccio un passo indietro, cercando di mantenere le distanze, ma il pavimento intorno alla piscina è scivoloso. Non va bene.
Improvvisamente, sento il piede che mi sfugge da sotto. "Oh no!" grido, cercando di aggrapparmi a qualcosa, qualsiasi cosa.
Harry fa un movimento rapido per cercare di afferrarmi, e per un attimo penso che ce la farà, ma il suo stesso slancio lo sbilancia. Entrambi perdiamo l'equilibrio, e in un attimo, con un tonfo assordante, cadiamo insieme nella piscina.
L'acqua è gelida, mi sommerge completamente e per un attimo non capisco cosa sia successo. Mi dibatto cercando di riemergere, e appena riesco a tirare fuori la testa dall'acqua, sento Harry accanto a me che ansima, altrettanto sorpreso.
"Non posso credere che sia successo!" urlo, cercando di raggiungere il bordo della piscina, l'acqua che mi cola giù dal viso e dai capelli.
Harry ride, incredulo, e anche se sono furiosa, il suono della sua risata mi fa venir voglia di prenderlo a pugni. "Non è esattamente così che immaginavo di finire la serata," dice con quel suo tono arrogante, ma con un sorriso che fa trasparire una strana dolcezza.
Lo guardo, completamente esausta e ancora arrabbiata, ma per un secondo non posso fare a meno di ridere anch'io. Che disastro.
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OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in Amore
RomanceMalia Brooks ha un obiettivo chiaro: diventare la miglior studentessa di Oxford e vincere una prestigiosa borsa di studio assegnata dall'ONU. Harry Bennett, con il suo sorriso arrogante e l'eredità familiare di successi, è l'unico ostacolo tra lei e...