I pensieri si affollano nella mia mente, confusi e intrecciati. Non riesco a fermare il flusso di immagini e ricordi che si susseguono. Le cose che ho detto, le provocazioni, gli sguardi... il modo in cui l'ho stuzzicato, forse troppo.
Improvvisamente mi sento un'ondata di calore salire alle guance. Arrossisco così violentemente che la mia pelle brucia. "Oh Dio..." mormoro a me stessa, coprendomi il volto con entrambe le mani. Che cosa ho fatto?
"Scusa..." sussurro, sperando di cancellare l'imbarazzo con una semplice parola. Ma so che non basta.
Lui, seduto al bordo del letto, mi guarda con un sorriso disarmante, quasi divertito. Non sembra minimamente infastidito. Anzi, la sua espressione è rilassata, quasi affettuosa, come se tutto questo fosse solo un gioco per lui.
Mi sento troppo ubriaca, troppo annebbiata per processare qualunque cosa. Il peso dei miei pensieri è troppo grande da sostenere. Senza rendermene conto, mi sdraio sul letto, accovacciandomi su me stessa, come se potessi proteggermi da quello che sento. Il cuore mi batte forte, ma in qualche modo stare qui, nel suo letto, mi dà una strana sensazione di conforto.
Alzo lo sguardo verso di lui, la voce appena un sussurro. "Vieni qui con me?"
Harry si ferma un attimo, come se le mie parole lo avessero colto alla sprovvista. Vedo il suo sguardo cambiare, una scintilla di incertezza attraversargli gli occhi, ma poi accenna un sorriso leggero, quasi impercettibile. Si toglie velocemente le scarpe, senza fare rumore. Sento il fruscio del tessuto mentre le butta a terra.
Poi si avvicina a me. Il mio cuore batte più forte quando mi accorgo di cosa sta facendo: afferra i miei stivali, tira delicatamente la zip e li sfila piano, uno alla volta, con un gesto così lento e sensuale che sento le guance andare in fiamme. È come se ogni secondo fosse carico di una tensione nuova, una dolcezza che non ci appartiene. Non so perché, ma non posso fare a meno di fissarlo, mentre mi sento sempre più vulnerabile sotto il suo tocco.
Rimaniamo così, sdraiati uno di fronte all'altro, immersi in un silenzio che pesa e avvolge tutto. Lo guardo negli occhi, cercando di capire cosa sta pensando. Non c'è traccia di sarcasmo o di quella solita arroganza che ci caratterizza. Sono solo i suoi occhi che scrutano i miei, e tutto sembra troppo... dolce.
Non siamo noi. Questo non è il nostro solito gioco di battute e scontri.
I suoi sussurri mi arrivano quasi come una carezza, leggeri, soffusi. Non riesco a trattenere un sorriso, nonostante il nervosismo che mi pervade. "Hai sempre bisogno di essere tu a vincere, vero?" gli dico piano, il mio tono un po' più tenero del solito.
Harry ride appena, un suono basso e caldo che mi fa tremare. "Solo quando si tratta di te," sussurra, avvicinando il viso al mio, gli occhi che brillano di una luce che non riesco a decifrare.
E restiamo lì, senza che nessuno di noi abbia il coraggio di rompere l'incanto, mentre gli sguardi e le parole si mescolano a qualcosa di nuovo e sconosciuto, troppo dolce per essere davvero nostro.
Il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato si dissolve, e non riusciamo a dar retta al cervello. Le parole che escono dalle nostre bocche sono filtrate solo dall'alcol che ci scorre nelle vene, non dalla razionalità. È come se, per la prima volta, non avessimo paura di dire tutto ciò che ci passa per la testa.
"Sei insopportabile, lo sai?" dico, fissandolo intensamente. Non c'è cattiveria nella mia voce, solo una sincerità cruda che non sono abituata a lasciar trasparire. "Ogni volta che entri in una stanza, sento che devi dimostrare qualcosa, devi sempre essere il migliore... e mi fa impazzire."
Harry ride, quella sua risata bassa che fa vibrare il mio stomaco. "E tu? Non sei da meno, Malia," dice, il suo tono incredibilmente calmo, come se stesse accettando le mie accuse senza battere ciglio. "Ogni volta che ti vedo, sembra che stai aspettando di colpirmi. Sempre pronta a punzecchiarmi. Ma sai cosa? Forse mi piace."
Alzo un sopracciglio, sorpresa. "Ti piace?" ripeto, incredula. "Ti piace che ti sfido?"
"Mi piace che sei l'unica che lo fa," ammette senza esitazione, il suo viso a pochi centimetri dal mio, e lo sguardo nei suoi occhi è di una sincerità disarmante. "Non so se me ne accorgo solo ora perché sono ubriaco o perché sono stupido... ma sì, mi piace che tu non ti arrendi mai. È come... come se avessi bisogno di qualcuno che mi tenga sulle spine. E tu sei la migliore a farlo."
La sua ammissione mi lascia senza parole per un attimo. Non mi aspettavo che Harry fosse così onesto, così vulnerabile. Non riesco a trattenermi. "Pensi davvero di essere intoccabile, vero? Che io sia solo una che cerca di batterti per farti cadere dal tuo piedistallo?"
"Non è così?" mi chiede, inclinando la testa, gli occhi che mi scrutano.
Scuoto la testa, sorridendo amaramente. "Forse all'inizio era così. Ma adesso... non lo so più. Ogni volta che ti vedo, è come se stessi lottando contro qualcosa di più grande di noi."
C'è un silenzio che si allunga tra di noi, mentre Harry riflette sulle mie parole. Poi, con un sussurro quasi inudibile, dice: "Forse è perché c'è davvero qualcosa di più grande di noi."
Il mio cuore salta un battito. Non so se è l'alcol che parla o se siamo semplicemente troppo esausti per continuare a fingere. Non voglio pensare a quello che sto dicendo, né a quello che lui potrebbe fare.
"Harry..." comincio, ma lui mi interrompe.
"Malia, ogni volta che litighiamo, ogni volta che incrociamo gli sguardi, so che non è solo competizione. C'è altro. Lo sento, anche se cerco di ignorarlo. E quando mi guardi così..." Si interrompe, il suo sguardo che si abbassa per un attimo. "Quando mi guardi così, mi fai impazzire."
Trattengo il respiro, incapace di distogliere lo sguardo dal suo. "Non è giusto," sussurro, ma nemmeno io so a cosa mi sto riferendo.
"Forse non lo è," risponde, avvicinandosi ancora di più, tanto che posso sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle. "Ma non posso farci niente."
Restiamo così, faccia a faccia, il mondo fuori dalle mura della sua stanza che si dissolve completamente. Non c'è altro che noi, le nostre confessioni non dette, i nostri corpi vicini, e la tensione che continua a crescere, inarrestabile.
"Non ti sopporto... ma allo stesso tempo non riesco a fare a meno di pensare a te," confesso finalmente, sentendo il cuore che mi batte a mille.
Harry sorride, un sorriso stanco e dolce. "Lo so. È lo stesso per me."
"Penso che tu sia arrivata a quel livello di ebbrezza per cui ti scorderai tutto quello che è successo stasera," dice Harry, guardandomi con quegli occhi che non so mai se prendere sul serio o meno.
"Oh, sicuramente," rispondo, sentendo la mia voce che esce un po' più roca del previsto. "Dimentico sempre tutto quando bevo."
Harry ride appena, un suono basso che mi fa vibrare lo stomaco. "Allora voglio fare una cosa."
Mi irrigidisco leggermente, sollevando un sopracciglio. "Che cosa?"
Lui si avvicina ancora un po', il suo sguardo fisso sul mio viso, e c'è qualcosa nel modo in cui mi guarda che mi fa venire i brividi. "Ma devi promettere che te ne dimenticherai," dice con quel tono serio che usa solo quando c'è davvero qualcosa che lo turba.
Sento un nodo alla gola, ma cerco di mascherarlo con un sorriso. "Lo giuro solennemente," rispondo, anche se non ho idea di dove stia andando a parare.
Harry si ferma per un attimo, poi lascia andare un respiro profondo, quasi rassegnato. "Voglio sentire quelle labbra sulle mie, Malia. Ogni volta che le guardo penso a che sensazione inebriante lascino."
Il mondo si ferma. Mi sento come se qualcuno mi avesse colpito con una tonnellata di mattoni, incapace di reagire. Non riesco a capire se sto sognando o se davvero ha appena detto quello che penso di aver sentito.
"Scusa, cosa?" chiedo, più per guadagnare tempo che per reale confusione.
"Hai capito benissimo," ribatte Harry, il suo sguardo che non si stacca dalle mie labbra, facendomi arrossire all'istante. "Ogni volta che ti vedo, ogni volta che discutiamo, mi chiedo solo una cosa: che sapore avrebbero le tue labbra sulle mie."
Arrossisco, il mio cuore che batte all'impazzata, ma non riesco a trattenermi dal rispondere, come sempre. "Ma sei serio?" lo sfido, la voce un po' più tagliente del solito. "Pensavo che mi trovassi insopportabile. Cosa è cambiato adesso? Vuoi baciarmi solo perché sono qui? O forse pensi che io sia troppo ubriaca per dirti di no?"
Lui mi guarda, il sorriso che si spegne un po', e c'è un lampo di frustrazione nei suoi occhi. "Perché devi sempre fare così?" sbotta, scattando a sedere. "Perché devi sempre pensare che ci sia un secondo fine in tutto quello che faccio? Come se non potessi semplicemente volerti, Malia."
Lo fisso, sorpresa dalla sua improvvisa aggressività, ma non posso fare a meno di rispondere a tono. "Perché è quello che fai sempre, Harry! Ti comporti come se tutto fosse un gioco, come se dovessi sempre essere il migliore, sempre un passo avanti."
"E tu non sei da meno!" ribatte lui, il tono che si alza leggermente. "Sei sempre lì a mettermi alla prova, a cercare di mettermi sotto! Non ti rendi conto che forse, per una volta, non sto cercando di vincere contro di te?"
"Oh, certo, come se io fossi quella che ha sempre qualcosa da dimostrare!" ribatto, il sangue che mi ribolle nelle vene. "Tu hai sempre voluto essere il migliore in tutto!"
Harry si ferma, il suo respiro che si fa pesante mentre mi fissa con uno sguardo intenso. C'è qualcosa nei suoi occhi che cambia improvvisamente, come se fosse arrivato al limite. Non dice più nulla, ma fa un passo verso di me, afferrandomi per i fianchi con una determinazione che non gli avevo mai visto.
"Basta," mormora, prima che io possa dire altro.
E poi lo fa. Mi bacia.
Il mondo sembra crollare sotto di me. Le sue labbra sono calde, forti, e tutto il resto scompare. Non ci sono più battibecchi, nessuna gara, nessuna competizione. C'è solo lui, Harry, e quel bacio che mi toglie il fiato e mi fa dimenticare ogni cosa.
Quando le sue labbra toccano le mie, è come se tutto si spezzasse. La mia mente, che fino a un attimo prima era annebbiata dall'alcol e dalla stanchezza, si riaccende di colpo, e in un istante capisco di essere nei guai. Non avrei mai dovuto permettere che accadesse. Quel litigio, quella scintilla che ci ha spinto a questo punto, ha cancellato ogni filtro tra di noi. Non dimenticherò mai questo momento, e il peggio è che lo so, lo sento dentro: non voglio fermarlo.
Il bacio che è iniziato come una semplice provocazione si trasforma rapidamente in qualcosa di molto più profondo, molto più intenso. Harry non sta più trattenendo nulla, e neanche io. Le sue mani scivolano sui miei fianchi con una sicurezza che mi fa perdere il respiro, mentre le nostre bocche si fondono in una danza furiosa e vorace. Le nostre lingue si incontrano, si scontrano, come se avessimo aspettato questo momento per tanto, troppo tempo.
Il modo in cui mi bacia è rude, senza freni, e mi ritrovo a rispondere con altrettanta intensità. Non c'è spazio per la delicatezza, non c'è più spazio per i dubbi. Le nostre bocche si cercano e si trovano con una fame che non avevo mai sperimentato prima. Ogni tocco, ogni sussurro soffocato tra un bacio e l'altro mi trascina sempre più giù, in un vortice da cui so che non riuscirò a uscire facilmente.
Le sue mani si fanno strada sui miei fianchi, le dita che affondano nella mia pelle come se avesse paura che io possa sfuggirgli. Ma la verità è che non ho alcuna intenzione di andarmene. Mi aggrappo a lui con la stessa disperazione, come se il mondo intorno stesse crollando e l'unica cosa che potesse tenermi in piedi fosse lui. Ogni bacio è un pugno contro tutto ciò che abbiamo costruito, contro la rivalità, le discussioni, le battute taglienti.
Non riesco a fermarmi. Non voglio fermarmi. Ogni cellula del mio corpo mi sta urlando di andare avanti, di lasciarmi andare a questa sensazione travolgente che mi scuote fin dentro l'anima. I suoi gemiti bassi e gutturali mi fanno venire i brividi, e rispondo con altrettanta intensità, tirandolo ancora più vicino.
Il nostro bacio non ha più nulla di dolce o gentile. È passione pura, grezza, una battaglia silenziosa fatta di desiderio represso. Le nostre lingue si sfiorano, si avvolgono l'una all'altra, e io mi ritrovo a desiderare ancora di più, come se questo non fosse abbastanza.
E nel mezzo di tutto questo, una voce sussurra nella mia testa: sei nei guai, Malia. Ma, per la prima volta, non me ne importa niente.
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OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in Amore
RomanceMalia Brooks ha un obiettivo chiaro: diventare la miglior studentessa di Oxford e vincere una prestigiosa borsa di studio assegnata dall'ONU. Harry Bennett, con il suo sorriso arrogante e l'eredità familiare di successi, è l'unico ostacolo tra lei e...