Capitolo 17

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La mattina arriva troppo in fretta. Mi sveglio con la sensazione che il tempo sia scivolato via durante la notte, senza darmi la possibilità di elaborare davvero ciò che è successo. Mi preparo in fretta, senza troppi fronzoli. Lascio i capelli sciolti, lasciandoli cadere morbidi lungo le spalle, e applico solo un po' di mascara e del lip balm, consapevole di non avere altro con me. Oggi devo puntare tutto sulla mia preparazione.
Scendiamo al piano di sotto, trovando Edward e Harry già pronti per andare all'università. Non ci scambiamo una parola, io e Harry. Dopo la tensione della sera prima, sembra che entrambi stiamo cercando di evitare qualsiasi contatto. Edward e Charlie, invece, chiacchierano tranquillamente, cercando di stemperare l'atmosfera, ma io e Harry restiamo in silenzio per tutto il tragitto verso Oxford.
Una volta arrivati in aula, il nervosismo inizia a farsi sentire. Il professore ci guarda con la solita espressione attenta, aspettando che ci sistemiamo. L'aria è carica di aspettative e so che questa presentazione è cruciale per la mia reputazione accademica. Sento il peso dello sguardo di Evans e degli altri studenti, ma non posso permettermi di sbagliare.
"Harry, Malia, siete pronti per il progetto?" ci chiede Evans, invitandoci a iniziare.
Ci alziamo e ci posizioniamo davanti alla classe. Per un momento, mi sento come se tutto potesse andare storto. La tensione tra di noi è palpabile, ma so che siamo preparati. Abbiamo lavorato duramente per questo.
Harry inizia a parlare, e io lo seguo con attenzione. Nonostante tutto, è chiaro che la nostra sintonia accademica è perfetta. Harry introduce il nostro argomento, spiegando il concetto di negoziazione tra nazioni emergenti e potenze mondiali con una sicurezza che non avevo mai visto. La sua voce è ferma, chiara, e cattura subito l'attenzione dell'aula.
Quando è il mio turno di parlare, mi concentro sull'interattività del progetto. "Abbiamo creato una simulazione dinamica, dove ogni studente rappresenterà una nazione con interessi diversi. Il nostro obiettivo è dimostrare che le dinamiche di potere possono cambiare in modo imprevedibile, mettendo alla prova le capacità di negoziazione di ogni partecipante."
Mentre parlo, vedo il professor Evans annuire, segno che approva la direzione che abbiamo preso. La tensione tra me e Harry sembra dissolversi mentre ci alterniamo nell'esposizione. La mia voce si fonde con la sua, in un equilibrio perfetto. La competizione che normalmente ci divide ora ci unisce, come se stessimo giocando insieme una partita strategica.
Harry riprende la parola, spiegando con precisione i meccanismi che abbiamo inserito nella simulazione, illustrando come le alleanze possano mutare in base agli interessi economici e politici delle nazioni. Il suo linguaggio è tecnico, preciso, ma allo stesso tempo coinvolgente. La classe è completamente rapita, e perfino io, che so tutto del progetto, mi ritrovo affascinata dal modo in cui lo sta presentando.
Quando tocca di nuovo a me, mi focalizzo sulle conclusioni. "Questa simulazione non è solo un esercizio accademico, ma una rappresentazione reale delle complessità delle relazioni internazionali. Vogliamo che i partecipanti comprendano quanto sia difficile mantenere la stabilità globale quando ogni nazione cerca di perseguire i propri interessi."
Lo sguardo di Evans si fa più intenso. Capisco che abbiamo colpito nel segno.
Concludiamo la presentazione in perfetta sincronia. Le ultime parole scivolano fuori dalla mia bocca con naturalezza, e sento che ce l'abbiamo fatta. Harry e io ci scambiamo un rapido sguardo – forse il primo vero segno di intesa tra noi da quando ci conosciamo. La tensione sessuale che c'era la sera prima è svanita, sostituita da un'altra forma di tensione: quella di due persone che, nonostante tutto, riescono a dare il meglio insieme.

Dopo la presentazione, la sensazione di leggerezza è travolgente. Io e Harry siamo al settimo cielo, qualcosa che non avrei mai immaginato. Usciti dall'aula, non riesco a smettere di sorridere, e anche lui ha lo stesso sorriso soddisfatto dipinto sul volto. È come se un peso enorme ci fosse stato tolto dalle spalle, e per una volta, la competizione che di solito ci divide è completamente scomparsa.
Harry mi guarda, e con quel suo tono un po' sornione, dice: "Allora, tregua per oggi?"
Lo guardo, confusa. "Tregua?"
Lui annuisce, ridendo. "Sì, tregua. Abbiamo spaccato con il progetto, e non possiamo ignorarlo. Per oggi non siamo nemici. Anzi, dobbiamo ubriacarci insieme."
Rido, incredula, ma il pensiero di passare una serata tranquilla senza litigare con lui per una volta mi sembra quasi allettante. "Va bene," rispondo, ancora un po' dubbiosa. "Ma non aspettarti che questa tregua duri più di un giorno."
Harry sorride con aria complice. "Non mi aspetto niente di meno." Poi mi fa un cenno. "Stasera, a casa mia. Solo pochi amici, niente di troppo grande. Sarà un festino tranquillo."
"Harry, fino a nuovo ordine io a casa tua ci vivo."
Accetto senza pensarci troppo, ancora presa dall'euforia della presentazione. Una serata senza discussioni sembra perfetta, e se c'è una cosa che ho imparato su Harry, è che sa come organizzare una festa senza troppi fronzoli.
Durante la giornata, la tensione della presentazione si dissolve, lasciando spazio a un senso di sollievo che si mescola all'attesa per la serata.
Seduti insieme a mensa, perfino io faccio fatica a credere a quanto sembriamo spensierati, come se l'odio e la competizione tra di noi fossero solo un lontano ricordo. Sento gli sguardi degli altri su di noi, le bocche aperte per lo stupore. Chiunque ci conosca bene sa quanto sia insolito vedere me e Harry seduti allo stesso tavolo senza che ci lanciamo frecciatine o ci provochiamo a vicenda.
Harry parla con una leggerezza che non gli ho mai visto, raccontando dei preparativi per la serata. "Sto pensando a qualcosa di semplice. Solo qualche amico intimo, un po' di musica, niente di troppo caotico."
Annuisco, sorridendo. "Suona perfetto. E poi, è venerdì," aggiungo, con un tono allegro. "Non c'è lezione domani, quindi possiamo fare tardi senza doverci preoccupare degli orari o dei danni."
Lui ride, e per la prima volta mi sembra di vedere un lato diverso di Harry. Un lato che non avevo mai considerato prima, un lato più rilassato, meno carico di quella tensione che di solito domina ogni nostra interazione.
Persino Charlie e Izzy, che sono sedute un po' più in là, ci guardano con occhi sgranati, come se stessero assistendo a un evento straordinario.
"È la fine del mondo," sussurra Izzy, cercando di non ridere, mentre Charlie annuisce con espressione divertita.
Ignoro le loro battutine, e continuo a parlare con Harry, sentendo che per oggi, almeno, abbiamo davvero trovato un equilibrio. E mentre la giornata prosegue, la mia mente si concentra solo su una cosa: la serata di stasera.

OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora