Capitolo 48

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La mattina seguente, mi sveglio con un misto di eccitazione e malinconia. Oggi è il giorno in cui io e Harry voliamo in America, e mentre mi preparo a partire, non posso fare a meno di pensare a Charlotte. Anche lei sta preparando la sua valigia per andare in Irlanda, e il pensiero di non vederla per le prossime settimane mi pesa più di quanto immaginassi.
Mi siedo sul letto, piegando i vestiti e sistemando con cura tutto nella mia valigia. Non c'è più quella frenesia dell'ultimo minuto: questa volta voglio essere pronta per ogni evenienza, soprattutto perché ci saranno le vacanze di Natale con la mia famiglia... e Harry. Un pensiero che mi riempie di emozioni contrastanti.
Proprio mentre chiudo la valigia, Charlotte entra nella stanza con la sua borsa già pronta. Mi sorride, ma c'è una nota di tristezza nei suoi occhi. «Pronta per partire?» mi chiede, cercando di mascherare la malinconia con il suo solito tono leggero.
«Quasi,» rispondo, guardandola mentre si siede sul mio letto. «E tu? Sei pronta per l'Irlanda?»
Charlotte fa spallucce, ma la vedo mordicchiarsi il labbro, un chiaro segno che anche lei sente il peso della separazione. «Sì, penso di sì. Ma non sarà lo stesso senza di te, Mal.»
Mi avvicino, mettendo un braccio attorno alle sue spalle. «Lo so. Anche per me sarà strano. Ma ci vedremo tra poche settimane, e torneremo più forti di prima, giusto?»
Charlotte sorride, anche se i suoi occhi si riempiono di un'emozione che cerca di trattenere. «Assolutamente. Quando torniamo, spaccheremo tutto.»
Ridiamo insieme, ma c'è una leggera amarezza nell'aria. Abbiamo condiviso così tanto negli ultimi mesi, e l'idea di stare lontane, anche solo per un breve periodo, sembra più difficile di quanto avrei mai pensato.
«Mi mancherai,» dico, abbracciandola forte.
«Anche tu, Mal. Ma pensa a quanto sarà bello quando ci rincontreremo. Sarà come una mini reunion. E poi... hai Harry con te.» Mi lancia un'occhiata maliziosa, cercando di alleggerire il momento.
Rido, scuotendo la testa. «Già, hai ragione. Sarà un Natale interessante.»
«Interessante è dir poco,» dice Charlotte, alzandosi e aggiustandosi la giacca. «Buona fortuna con la tua famiglia e Harry, comunque. Voglio tutti i dettagli al tuo ritorno.»
Annuisco, cercando di non pensare troppo al distacco imminente. «Promesso.»
Ci scambiamo un ultimo abbraccio, e mentre lei si allontana verso la porta, sento una leggera stretta al petto. Non è un addio, ma è comunque difficile lasciarla andare, anche solo per un po'. Quando la porta si chiude dietro di lei, mi rendo conto di quanto questa amicizia sia diventata importante per me.
Mi giro verso la valigia, respirando a fondo. È il momento di affrontare un altro viaggio, un'altra avventura, e di sicuro con Harry al mio fianco sarà tutto diverso.

Il viaggio inizia all'alba, quando io e Harry ci dirigiamo verso l'aeroporto. L'aria è fresca e pungente, e il cielo inizia a tingersi di rosa mentre ci avviamo verso il terminal. Sono emozionata e un po' nervosa. Tornare a casa per Natale è sempre speciale, ma questa volta è diverso. Questa volta, ci sarà Harry al mio fianco, e non so bene come la mia famiglia lo prenderà. Ma una parte di me è anche entusiasta di mostrargli un pezzo di me, delle mie radici, della mia vita prima di Oxford.
Una volta in aeroporto, passiamo attraverso la solita routine: il check-in, la sicurezza, le attese. Harry è sorprendentemente tranquillo, e questo mi aiuta a rilassarmi un po'. Ogni tanto mi lancia uno di quei sorrisi rassicuranti che mi fanno capire che, qualunque cosa succeda, siamo insieme in questa.
«Sei nervosa?» mi chiede, mentre aspettiamo di imbarcarci. Ha il suo solito atteggiamento rilassato, ma nei suoi occhi c'è una comprensione profonda.
«Un po',» ammetto. «È solo che... sai, tornare a casa e presentarti alla mia famiglia...»
Lui ride piano, stringendomi la mano. «Non preoccuparti. Sono sicuro che piacerò ai tuoi.»
«Sicuro di te, eh?» lo prendo in giro, ma sento che la tensione si allenta un po'.
«Ho i miei trucchi,» ribatte, alzando un sopracciglio.
Imbarcarci su un volo per Salt Lake City in prima classe è una di quelle esperienze che non avrei mai pensato di vivere così presto. Harry ha insistito, e nonostante il mio iniziale rifiuto, alla fine ho accettato. Quando ci sediamo nei nostri comodi posti, cerco di rilassarmi. Le poltrone sono incredibilmente spaziose, e il personale ci offre champagne prima ancora che decolliamo. Mi sembra surreale, ma Harry è perfettamente a suo agio, come se fosse nato per questo tipo di viaggio.
«Questa è la vita, eh?» dice, allungandosi comodamente sul sedile e gettandomi un'occhiata complice.
«Non ci sono abituata,» rispondo, cercando di non sembrare troppo intimidita dall'eleganza di tutto questo.
«Lo so,» dice, «ma ti abituerai presto. Solo il meglio per te.»
Il volo decolla senza intoppi, e mi ritrovo a guardare fuori dal finestrino mentre le luci della città sotto di noi si fanno sempre più piccole. Man mano che il viaggio procede, mi perdo nei pensieri. Penso a casa, a mia madre che sarà felicissima di vedermi, e a mio padre che, come sempre, cercherà di mantenere un atteggiamento calmo e composto ma sarà sicuramente curioso di conoscere Harry. E poi c'è mio fratello, che probabilmente si divertirà a stuzzicarmi per tutto il tempo.
Harry accanto a me è rilassato, sfoglia una rivista e ogni tanto mi lancia un'occhiata, come per assicurarsi che io stia bene. Quando arriva il pranzo, ci servono piatti che sembrano usciti da un ristorante di lusso. È tutto perfetto, ma dentro di me c'è ancora quel leggero nervosismo.
Dopo alcune ore di volo, Harry si china verso di me. «Tutto bene?»
Annuisco. «Sì, solo... mi stavo preparando mentalmente a tutto quello che ci aspetta.»
Lui sorride e mi stringe la mano. «Andrà tutto bene. Non vedo l'ora di vedere dove sei cresciuta.»
Quando finalmente l'aereo inizia la discesa verso Salt Lake City, il mio cuore batte più forte. Guardo fuori dal finestrino e vedo le montagne innevate che circondano la città. È un paesaggio mozzafiato, che mi ricorda quanto sia speciale il posto da cui vengo.
«È bellissimo,» dice Harry, affacciandosi anche lui al finestrino.
«Lo so,» rispondo, con un sorriso. «Benvenuto a casa mia.»
Mentre l'aereo tocca terra, sento un'ondata di emozione travolgermi. Siamo arrivati.
Quando atterriamo a Salt Lake City, sento subito l'aria frizzante e fresca dell'inverno americano. Appena scendiamo dall'aereo, il mio cuore batte un po' più forte. Rivedere la mia famiglia è sempre un'emozione, ma questa volta c'è qualcosa di diverso: c'è Harry al mio fianco, e so che loro saranno curiosi di conoscerlo.

Mentre ci avviciniamo alla zona degli arrivi, vedo subito mia madre e mio padre tra la folla. Mia madre, sempre con il suo sorriso caldo e accogliente, e mio padre, un po' più composto ma con quella luce negli occhi che mi dice quanto sia felice di vedermi. Dietro di loro, la sagoma dello zio Randy spicca subito: alto, robusto, e con quel modo di fare che riesce a catturare l'attenzione di chiunque. I miei cugini Tyler e Ruby sono lì, sorridenti, e la zia Kelly tiene in braccio il piccolo Conny, che già sta cercando di divincolarsi.
«Pronta?» mi sussurra Harry, mentre si sistema lo zaino sulla spalla. Lo guardo e annuisco, cercando di soffocare il nervosismo.
«Andrà tutto bene,» dico, ma dentro di me so che questa volta c'è di più in gioco. È la prima volta che Harry conoscerà la mia famiglia, e non ho idea di come reagiranno.
Appena ci avviciniamo, mia madre mi abbraccia con una stretta che mi fa sentire subito a casa. «Tesoro! Non sai quanto ci sei mancata!» esclama, e mi rendo conto di quanto mi sia mancata anche lei. Poi si gira verso Harry, con lo stesso sorriso caloroso. «E tu devi essere Harry! Benvenuto nella nostra famiglia, finalmente ci incontriamo!»
Harry, come al solito, è composto ma gentile. «Piacere di conoscerla, signora Brooks,» dice, stringendo la mano a mia madre.
Mio padre lo osserva con un sorrisetto, e stringe la mano di Harry con quella stretta ferma che è tipica di chi vuole trasmettere fiducia. «Benvenuto, Harry. Ho sentito molto parlare di te.»
Lo zio Randy non perde tempo e si avvicina subito. «Ehi, ragazzo! Spero tu sia pronto per le follie di questa famiglia!» dice ridendo, dandogli una pacca sulla spalla. «Io sono Randy, lo zio preferito di Malia.»
Harry ride, rilassandosi visibilmente. «Piacere di conoscerla, signor Randy.»
«Niente "signor Randy", solo Randy,» ribatte lo zio, ridendo fragorosamente, già conquistato dalla gentilezza di Harry.
Tyler e Ruby si fanno avanti e mi abbracciano stretta. Sono praticamente fratelli per me, e il loro affetto mi scalda il cuore. «Ehi, sorellona! Finalmente sei qui!» esclama Tyler.
«Ci sei mancata tantissimo,» aggiunge Ruby, stringendomi forte.
Il piccolo Conny, nel frattempo, sta già correndo in giro come una pallina impazzita. «Maliaaaa!» urla, venendomi incontro, e lo prendo in braccio ridendo, anche se non sta fermo un secondo.
«Ehi, Conny! Quanto sei cresciuto!» dico, cercando di tenerlo fermo mentre si dimena.
La confusione, le risate, il calore della mia famiglia: tutto questo mi fa capire quanto mi siano mancati, e quanto sia diverso dall'atmosfera più fredda e riservata della famiglia di Harry. Mentre ci avviamo verso l'uscita dell'aeroporto, sento Harry rilassarsi sempre di più, come se anche lui stesse venendo accolto da questo vortice di affetto.
«Sono un po' caotici, lo so,» gli sussurro mentre camminiamo mano nella mano.
Harry mi sorride. «Mi piace. È così... diverso.»
Una volta arrivati a casa, il caos diventa ancora più evidente. Mia madre ha preparato un enorme pranzo, e la casa è piena di profumi familiari: tacchino, patate al forno, torte di mele e cioccolata calda. Tutti si siedono attorno al tavolo, e lo zio Randy non perde tempo a iniziare con le sue battute.
«Allora, Harry,» dice con un tono finto-serio. «Hai mai fatto una gara di sci? Perché qui da noi è quasi obbligatorio.»
Harry sorride, cercando di seguire il tono scherzoso. «Non sono un esperto, ma posso imparare.»
Randy ride di nuovo, dando una gomitata a mio padre. «Mi piace questo ragazzo!»
Mi siedo accanto a Harry, sentendomi completamente a mio agio. Nonostante il caos, l'affetto della mia famiglia è palpabile, e vedo che Harry, anche se all'inizio un po' sopraffatto, si sta ambientando sempre di più.
Durante la cena, non posso fare a meno di notare come lui mi guardi. C'è qualcosa di diverso nei suoi occhi, una dolcezza che non riesce a nascondere. E per quanto mi sforzi di trattenere i miei sentimenti, so che mi sto innamorando sempre di più di lui. Ma le parole rimangono bloccate in gola. Non è ancora il momento di dirlo.
La serata continua con risate, racconti e aneddoti di famiglia, e mentre il piccolo Conny corre in giro con l'energia di dieci bambini messi insieme, io e Harry ci scambiamo sguardi complici. C'è qualcosa di speciale in questo momento, qualcosa che ci avvicina ancora di più, ma nessuno di noi due riesce a dirlo a parole.
E così, immersi nel caos amorevole della mia famiglia, capisco che queste vacanze saranno più di semplici giorni di riposo: saranno una prova di quello che c'è tra me e Harry, un legame che cresce sempre di più, ma che ancora non riusciamo a confessare l'un l'altro.

OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora