Capitolo 16

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Siamo tutti e quattro seduti in salotto, le tazze di cioccolata calda tra le mani. Edward e Harry si divertono ad ascoltare mentre io e Charlie raccontiamo l'odissea del dormitorio.
"È stato un vero caos," spiego, cercando di ridere, anche se in fondo non riesco a togliermi di dosso l'ansia per il giorno successivo. "Non mi era mai successo di dover scappare in pigiama da un'esplosione di tubature."
Harry sorride, ma lo vedo che si sforza di sembrare rilassato. Sta pensando al progetto, proprio come me. È la prima volta che ci troviamo così vicini senza una guerra di battute, ma so che domani è un giorno importante per entrambi.
"Il progetto è pronto per domani?" gli chiedo, cercando di sciogliere quella tensione che ancora ci separa.
Harry annuisce, appoggiando la tazza sul tavolino. "Sì, ma sarebbe meglio dargli un'ultima occhiata. Non possiamo rischiare di presentarci impreparati." C'è serietà nella sua voce, il che mi rassicura. Almeno su questo siamo d'accordo.
Decidiamo di andare nella sua stanza per rivedere il programma un'ultima volta, ma mentre mi avvio con lui, mi rendo conto di quanto mi senta a disagio. Mi piacerebbe fare una doccia, ma non ho un pigiama di ricambio, né nulla di comodo da mettermi. Sento ancora i residui di quella giornata assurda appiccicati addosso, e la sola idea di affrontare altre ore di studio così mi fa rabbrividire.
Harry si accorge del mio disagio. Senza dire nulla, si avvicina al suo armadio e tira fuori una felpa grigia con la scritta "Oxford" stampata sul petto. Me la lancia con disinvoltura, come se fosse la cosa più naturale del mondo. "Tieni. Prendi questa." Lo guardo per un attimo, sorpresa dalla sua generosità e dal gesto che, per una volta, non ha dietro nessuna battuta o provocazione. Solo comprensione. Annuisco, stringendo la felpa tra le mani. "Grazie," mormoro, mentre lui mi sorride appena.
"Se non sei troppo stanca, ripasserei un'ultima volta".
"Certo." Annuisco. "Faccio solo una doccia, se non ti dispiace."
Una volta fuori dalla sua stanza, rimango ferma per un attimo, guardando la felpa che ha ancora il suo odore. Forse Harry non è così male come ho sempre pensato.

Dopo una doccia rigenerante, indosso la felpa di Harry e mi guardo allo specchio. La felpa mi arriva a metà coscia, coprendo appena quello che basta, mentre i miei capelli, ancora umidi, ricadono sulle spalle. Mi sento leggera, ma allo stesso tempo esposta, anche se non riesco a capire se è la felpa di Harry o il pensiero di quello che sta per succedere che mi mette in questo stato di agitazione.
Faccio un respiro profondo, cercando di calmare il cuore che sembra battere troppo forte, e scendo al piano di sotto. Quando arrivo davanti alla porta di Harry, busso leggermente, quasi sperando che non mi senta. Ma pochi secondi dopo, la sua voce arriva dall'altra parte.
"Avanti."
Apro lentamente la porta e mi trovo davanti a uno spettacolo che non mi aspettavo. Harry è seduto sul letto, a petto nudo, con solo un pantalone da pigiama addosso. Sta sfogliando alcune carte del progetto, concentrato, ma appena alzo lo sguardo verso di lui, sento il cuore saltare un battito. La luce soffusa della stanza fa risaltare i suoi muscoli scolpiti, e c'è qualcosa di terribilmente intimo nel modo in cui è seduto, rilassato e completamente a suo agio.
Si gira verso di me e mi invita a raggiungerlo con un cenno della mano. "Vieni, dobbiamo sistemare ancora qualche dettaglio."
Cerco di mantenere la calma, anche se sento che il mio respiro si è fatto più corto. Mi avvicino e mi siedo sul letto, di fronte a lui. La distanza tra noi è minima, e ogni movimento sembra carico di una tensione che non avevo mai avvertito così chiaramente. La felpa di Harry mi sembra improvvisamente troppo leggera, troppo corta, e i miei capelli umidi mi danno una sensazione di vulnerabilità.
Cerchiamo di concentrarci sul progetto, ma è difficile ignorare l'energia che si è creata nella stanza. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociano, c'è un elettricità palpabile, come se qualcosa di non detto stesse fluttuando tra noi.
Non so esattamente cosa stia succedendo, ma una cosa è certa: il confine tra l'odio e qualcos'altro si sta facendo sempre più sottile.
Il silenzio nella stanza è diventato quasi assordante. Cerchiamo di concentrarci sulle carte del progetto, ma ogni volta che i nostri sguardi si incrociano, sento una scarica elettrica attraversarmi. Mi sposto leggermente sul letto, cercando una posizione più comoda, ma tutto quello che ottengo è avvicinarmi ancora di più a lui. La sua pelle nuda sembra emanare calore, e la consapevolezza della sua presenza così vicina rende difficile pensare a qualsiasi cosa che non sia lui.
Harry sembra percepire la stessa tensione. Lo vedo osservare ogni mio movimento con attenzione, come se anche lui fosse consapevole di ogni piccolo dettaglio: la felpa che scivola leggermente sulla mia gamba, lasciando intravedere la pelle nuda, i miei capelli ancora umidi che si appiccicano al collo. Lui si sposta leggermente verso di me, e in quel gesto c'è qualcosa di più di una semplice intenzione di lavorare al progetto.
La distanza tra di noi si riduce ulteriormente, e posso sentire il suo respiro mescolarsi al mio. La sua mano, che fino a pochi minuti fa teneva una penna, ora si muove impercettibilmente verso di me. Non so se sia una decisione conscia o meno, ma quando le sue dita sfiorano la mia gamba, il contatto è come una scossa. È leggero, appena un tocco, ma sufficiente a mandare un'ondata di calore attraverso il mio corpo.
Trattengo il respiro per un istante, cercando di capire se sia stato solo un caso, ma lui non si allontana. Anzi, sembra studiarmi, cercando una reazione. La sua mano si ferma lì, ferma e sicura, come se aspettasse che fossi io a decidere cosa fare dopo.
Lentamente, sollevo lo sguardo e lo trovo già fisso su di me. I suoi occhi, normalmente così pieni di sarcasmo, ora sono scuri, concentrati su di me in un modo che non avevo mai visto prima. È come se stesse cercando di leggere qualcosa dentro di me, o forse di capire se sto provando la stessa cosa.
E la risposta è sì. Assolutamente sì.
Senza quasi rendermene conto, la mia mano si muove verso di lui, sfiorando la sua pelle nuda. Il contatto è bruciante, ma non riesco a fermarmi. Le mie dita scivolano lungo il suo braccio, lentamente, come per testare ogni centimetro di quel primo contatto. Lui non si muove, non dice nulla, ma il modo in cui il suo respiro si fa più profondo mi dice tutto quello che devo sapere.
La mia mano continua a esplorare, arrivando alla spalla, e lì si ferma. Il nostro contatto, seppur minimo, sembra riempire la stanza di una tensione quasi insostenibile. Harry si avvicina ancora di più, e ora posso sentire il calore del suo corpo irradiarsi verso di me. Il nostro respiro è l'unica cosa che si muove in quel momento, un misto di attesa e desiderio trattenuto.
Poi, senza alcuna esitazione, le sue dita scivolano su di me, seguendo la linea della mia gamba, salendo lentamente lungo la coscia fino a raggiungere il bordo della felpa che indosso. Ogni centimetro che percorre sembra accendere una fiamma sempre più intensa dentro di me.
Non riesco più a pensare al progetto, né a nulla che non sia il modo in cui mi tocca, il modo in cui i nostri corpi sembrano rispondere l'uno all'altro. Il confine tra noi è scomparso, e so che non c'è più alcuna barriera che possa fermare quello che sta per succedere.
Harry si ferma, i suoi occhi puntati nei miei, come se mi stesse chiedendo silenziosamente cosa voglio fare. Ma io non ho bisogno di rispondere con parole.
Il momento è sul punto di esplodere, la tensione tra me e Harry è palpabile, ogni secondo sembra allungarsi in un'eternità. Ma proprio quando il suo tocco si fa più sicuro, il panico mi colpisce come un'ondata fredda. Il mio cuore batte così forte che sono sicura che lui possa sentirlo.
"Secondo me siamo abbastanza preparati!" esclamo all'improvviso, la mia voce più alta e nervosa di quanto volessi.
Harry si blocca immediatamente, e il contatto tra di noi si interrompe bruscamente. Per un istante, tutto rimane sospeso, e posso vedere lo stupore nel suo sguardo. Poi, con un'espressione di rassegnazione, annuisce.
"Sì... forse hai ragione," dice, la voce più bassa e calma del solito. Non c'è più la stessa tensione tra di noi, ma un misto di confusione e qualcosa di non detto.
Mi alzo in fretta, cercando di riordinare i miei pensieri, e gli lancio un rapido "Buonanotte." Non aspetto una risposta, esco dalla stanza quasi di corsa.
Quando arrivo in camera, trovo Charlie già sdraiata, mezza addormentata. Mi infilo nel letto con lei senza dire nulla, cercando conforto nel calore della sua presenza. Charlie, come sempre, mi accoglie senza fare domande. Mi abbraccia, e subito sento il suo respiro regolare che mi calma. È come se, per un momento, potessi dimenticare tutto quello che è appena successo.
Mi rilasso nelle sue braccia, trovando finalmente un po' di pace, e in pochi minuti il sonno mi travolge, il cuore finalmente più leggero.

Qui le cose stanno diventando spicy...
Cosa ne pensate?🩵

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