La mattina del dibattito arriva prima del previsto. Mi sveglio con una strana sensazione di euforia e nervosismo insieme. Oggi è il giorno. Oggi dimostrerò a Harry Bennett che non sono solo una concorrente, ma una sfida che non potrà ignorare. Mi alzo dal letto con una determinazione nuova, il corpo ancora un po' stanco ma la mente concentrata.
La prima cosa che faccio è prendermi il tempo necessario per prepararmi. Il dibattito di oggi non riguarda solo l'intelligenza, ma anche l'impressione che farò. Non posso lasciare nulla al caso. Mi trucco con cura, dando al mio viso un aspetto fresco e impeccabile, poi passo alla piastra, rendendo i miei capelli lisci e lucenti. La coda alta che mi faccio alla fine è perfetta: ordinata, ma con il giusto tocco di sfida.
Quando sono finalmente pronta, mi guardo allo specchio e respiro profondamente. "Harry Bennett, preparati a perdere," mormoro a me stessa con un sorriso.
Charlie, che è mezza addormentata, mi osserva con un occhio aperto e uno chiuso. "Sei troppo motivata per quest'ora del mattino. Dovrei essere preoccupata?"
Rido, afferrando il mio zaino. "Dovresti essere impressionata. E oggi assisterai a una lezione su come si vince un dibattito."
Lei si alza lentamente, stiracchiandosi. "Non vedo l'ora. Andiamo a spaccare."
Ci avviamo insieme verso l'aula, e io sento crescere dentro di me la sicurezza che ho accumulato preparando questo dibattito. So tutto quello che c'è da sapere sull'argomento. Non mi lascerò intimidire da Harry o dalla sua arroganza. Oggi sarà diverso.
Quando entriamo nell'aula, vedo Harry già seduto al suo solito posto, con quell'aria rilassata e sicura che mi fa venire voglia di sfidarlo ancora di più. Alzo il mento e mi dirigo verso il mio posto senza nemmeno guardarlo. Sento i suoi occhi su di me, ma non mi lascio distrarre.
Il professor Evans entra e inizia la lezione come sempre, spiegando un nuovo argomento con la sua voce calma e autoritaria. Oggi si parla di relazioni internazionali e il ruolo delle organizzazioni sovranazionali nel risolvere le crisi globali. Un tema perfetto per scatenare un dibattito.
Appena Evans finisce di spiegare, come previsto, Harry alza la mano. È pronto a fare il suo intervento. Sorride compiaciuto mentre espone la sua opinione con quella solita sicurezza che mi irrita.
"Dobbiamo considerare che molte organizzazioni sovranazionali, come l'ONU, non hanno la capacità di influire realmente sulle decisioni politiche dei paesi sovrani. Spesso sono più simboliche che efficaci, e la vera forza sta ancora nelle mani degli stati nazionali."
Lo guardo, e una parte di me vuole applaudire per quanto è bravo a esporre argomenti con cui in realtà non sono nemmeno d'accordo. Ma oggi è il mio turno. Oggi non lascerò che lui sia l'unico a brillare.
Alzo la mano, e quando il professor Evans mi dà la parola, mi alzo in piedi con calma. Tutti gli occhi sono puntati su di me, ma io sono pronta.
"Harry ha fatto una buona osservazione," inizio, mantenendo la calma, "ma credo che sottovaluti l'impatto reale delle organizzazioni sovranazionali come l'ONU. Nonostante le limitazioni che possono avere, il loro ruolo è fondamentale nel creare dialogo, nel promuovere la cooperazione internazionale e nel risolvere crisi che nessuno stato potrebbe affrontare da solo. Se guardiamo ai casi recenti, come la crisi climatica o le pandemie globali, diventa chiaro che senza il coordinamento sovranazionale, nessuna soluzione sarebbe stata possibile."
Mentre parlo, vedo la faccia di Harry irrigidirsi. Sto puntando dritta al cuore della questione, e so di avere la classe dalla mia parte. Continuo a esporre il mio punto con esempi chiari e dati che ho studiato per ore. Non lascio nulla al caso.
Quando finisco, il professor Evans sorride, annuendo con approvazione. "Un ottimo intervento, Malia. Molto ben argomentato."
Harry rimane in silenzio, il suo solito sorriso sarcastico è sparito. È chiaro che ho vinto questo round. Sento il cuore gonfiarsi di soddisfazione. Finalmente, l'ho battuto.Dopo la lezione, mentre sistemo le mie cose con calma e una soddisfazione interiore che non riesco a nascondere, vedo Harry avvicinarsi. Il suo solito sorriso arrogante è svanito, sostituito da un'espressione infastidita. Sembra un bambino a cui hanno appena rubato le caramelle.
"Brooks," dice, incrociando le braccia mentre mi guarda con quella luce di sfida che ormai conosco bene.
Io alzo lo sguardo e gli sorrido, beffarda. "Bennett," rispondo, senza nemmeno provare a nascondere il mio divertimento.
Harry mi osserva per un momento, come se stesse cercando di trovare le parole giuste. So che ammettere la sconfitta non è il suo forte, e questo lo rende ancora più divertente per me. "Ok, lo ammetto. Hai vinto."
"Lo so," ribatto con tranquillità, riponendo l'ultimo libro nello zaino.
Lui sbuffa leggermente, irritato dal mio tono disinvolto. "Allora, la colazione. Cos'hai in mente?"
Mi volto verso di lui con un sorriso ancora più largo. "Ho le idee molto chiare. Cappuccino tiepido, con uno spruzzo di nocciola. E nessuno di quei ridicoli disegni a forma di cuore sulla schiuma."
Harry mi fissa, come se stesse cercando di capire se sono seria o se lo sto solo provocando. "Niente cuore, ok. E cos'altro?"
"Ah, già," continuo, battendo le mani con aria teatrale. "Voglio che tu ci alleghi un bigliettino. Ogni mattina."
Ora è visibilmente confuso. "Un bigliettino? E cosa dovrei scriverci?"
"Facile," dico con aria innocente. "Le tue scuse."
Harry inclina la testa, sforzandosi di trattenere una risata, anche se è evidente che sta ancora rosicando per la sconfitta. "Scuse? Per cosa?"
"Per tutte le volte in cui mi irriterai durante la giornata." Lo guardo dritto negli occhi, mantenendo un'aria seria. "Sai, è solo una questione di prevenzione."
"Non lo farò." Scuote la testa.
"Non lo farai?" Alzo un sopracciglio.
"Scrodatelo."
"Quindi ti stai tirando indietro? Perché se è così possiamo andare avanti all'infinito ed io continuerei a batterti. Indovina un po'?" Sorrido beffarda "All'infinito."
Harry si passa una mano tra i capelli, cercando di mantenere la calma. Sorrido, guardandolo con un misto di sfida e compiacimento. Quando penso che stia per darmi un'altra risposta delle sue, sospira sconfitto e mi guarda negli occhi.
"Quanto zucchero?"
Mi scappa una risata, e faccio un passo verso di lui mentre metto lo zaino in spalla.
"Amaro."
"Prevedibile".
Con una smorfia divertita e un'ultima occhiata di sfida, Harry si allontana, lasciandomi con la soddisfazione di averlo messo in difficoltà. La nostra sfida è appena iniziata, e io so che il prossimo round sarà altrettanto interessante.Uscendo dall'aula, mi sento più leggera di quanto non mi sia sentita in giorni. Battere Harry in quel dibattito è stata una piccola vittoria, ma una che mi sono goduta fino in fondo. Il sole di Oxford filtra attraverso le finestre antiche del corridoio, e io mi lascio scivolare nel ritmo del campus, pronta a raggiungere la mia prossima lezione.
Charlie mi raggiunge poco prima di separarsi per seguire il suo corso. "Io vado dall'altra parte del campus," dice, infilando un quaderno nella borsa con la solita noncuranza. "Tu che fai ora?"
"Sociologia," rispondo, scrollando le spalle. "Ti vedo più tardi?"
"Se non crollo prima," scherza, allontanandosi velocemente. La vedo svanire tra gli studenti, e rimango da sola nel flusso delle persone.
Pochi secondi dopo, sento una voce alle mie spalle. "Ehi, Malia!"
Mi giro e vedo Liam, il ragazzo con cui ho parlato qualche giorno fa a lezione, che si avvicina con il suo solito sorriso gentile. Da come cammina al mio fianco, mi è chiaro che ha qualcosa da dirmi, e probabilmente non è solo per fare due chiacchiere casuali. Cerco di prepararmi mentalmente per ciò che verrà.
"Ciao, Liam," lo saluto, cercando di mantenere un tono leggero e senza troppe implicazioni.
"Sei stata davvero grandiosa oggi," dice, con entusiasmo sincero. "Non so come tu riesca a essere così preparata. Sei praticamente un fenomeno."
"Sarà solo fortuna," rispondo con una risata.
Ma Liam scuote la testa, non convinto. "No, sei davvero brava. E... beh, volevo chiederti una cosa."
Eccoci. Il momento è arrivato. Lo guardo con un sorriso, sperando di non sembrare troppo distante.
"Ti andrebbe di uscire qualche volta? Magari una cena o un drink. Niente di impegnativo, solo per divertirci un po'."
Il suo tono è gentile, e la proposta è semplice, ma so che devo essere sincera. Mi fermo per un momento e cerco le parole giuste. "Liam, sei davvero una persona fantastica. E ti ringrazio per l'invito, ma... non sto cercando una relazione in questo momento. Sono qui per concentrarmi sugli studi, e non voglio distrarmi."
Per un attimo, vedo la delusione attraversare il suo viso, ma la nasconde velocemente con un sorriso. "Capisco. Non ti preoccupare, nessun problema."
Sento il peso del suo disappunto, ma so che essere chiara fin dall'inizio è la cosa migliore. Non voglio complicazioni, e meno che mai con qualcuno di simpatico come Liam. Gli sorrido in modo rassicurante e facciamo per separarci, ma lui non sembra voler lasciar cadere tutto così facilmente.
"Beh... magari potresti aiutarmi con un'altra cosa," dice, grattandosi la nuca in un gesto nervoso. "Non ho capito molto della lezione di Evans oggi. Tutto quel discorso sulle organizzazioni sovranazionali mi ha un po' confuso."
Riesco a cogliere la sottile scusa dietro la sua richiesta, ma non c'è nulla di male nell'aiutare un compagno di corso, giusto? "Certo, nessun problema. Ci possiamo vedere più tardi in biblioteca, se vuoi."
Liam sembra sollevato, e il suo sorriso si fa più ampio. "Perfetto! Diciamo verso le quattro?"
"Va bene, ci vediamo alle quattro," confermo.Arrivata alla lezione successiva, mi siedo al solito posto, pronta per un'ora di tranquillo ascolto. Ma, proprio mentre sto tirando fuori i miei appunti, sento qualcuno prendere posto accanto a me. Alzo lo sguardo e, ovviamente, è Liam. Si siede con naturalezza, come se fosse del tutto normale che ci trovassimo fianco a fianco. Sorride, e non posso fare a meno di sorridere di rimando.
"Ciao di nuovo," dice sottovoce, mentre il professore inizia a parlare.
"Ciao," rispondo, abbassando la voce anche io.
Passano alcuni minuti di lezione, ma è chiaro che Liam non è qui solo per ascoltare il professore. Lo vedo che si muove nervosamente sulla sedia, e ogni tanto lancia uno sguardo ai miei appunti. Poi, senza troppi preamboli, si sporge leggermente verso di me.
"Ok, lo ammetto, non ci ho capito niente di questa lezione," sussurra, con un'espressione che è un misto di imbarazzo e speranza. "Forse... potresti spiegarmi anche questo più tardi?"
Lo guardo, cercando di trattenere una risata. La sua sincerità è quasi disarmante. "Va bene, aggiungiamo anche questa alla lista delle cose da rivedere. Ti darò una mano."
Liam sorride, rilassato. "Grazie, sei un angelo."
La lezione prosegue senza intoppi, ma ogni tanto lo vedo sbirciare i miei appunti, cercando di capire meglio quello che il professore sta dicendo. Quando finalmente la lezione finisce, ci separiamo con un cenno. So che dovrò prepararmi per il nostro incontro in biblioteca, ma non riesco a togliermi dalla testa la sensazione che Liam stia cercando di trascinare la nostra "collaborazione" in un terreno un po' più personale.
So che, per ora, le mie priorità sono altre. Storie d'amore? No, grazie. Almeno per adesso.
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OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in Amore
RomanceMalia Brooks ha un obiettivo chiaro: diventare la miglior studentessa di Oxford e vincere una prestigiosa borsa di studio assegnata dall'ONU. Harry Bennett, con il suo sorriso arrogante e l'eredità familiare di successi, è l'unico ostacolo tra lei e...