Capitolo 47

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È l'ultimo giorno di lezioni, e l'atmosfera in aula è elettrica. Tutti sono pronti per le vacanze, ma allo stesso tempo c'è una tensione palpabile nell'aria. Il professor Evans, sempre composto e professionale, si avvicina alla cattedra con un sorriso che raramente mostra. Sembra quasi più rilassato del solito, consapevole che le vacanze sono vicine anche per lui.
«Bene, ragazzi,» inizia, battendo le mani per richiamare l'attenzione. «So che non vedete l'ora di scappare e godervi un po' di meritato riposo, ma prima di lasciarvi andare, ho un annuncio importante da fare.»
L'intera aula si ferma. Le risate e i mormorii smettono di colpo mentre tutti gli occhi si posano su di lui.
«Come sapete,» continua, «quest'anno la competizione per la borsa di studio è stata particolarmente intensa. Tra i migliori studenti del corso ci sono stati due candidati che si sono distinti per il loro impegno e i risultati eccellenti. Sto parlando, ovviamente, di Harry Bennett e Malia Brooks.»
Sento il mio cuore battere più forte al suono del mio nome accanto a quello di Harry. Tutti si girano a guardarci, mentre Harry mi lancia un'occhiata laterale, un mezzo sorriso che conosco bene: competitivo, ma anche leggermente affettuoso. È come se dicessimo entrambi, che vinca il migliore.
Il professore continua: «Dopo le vacanze natalizie, decreterò il vincitore della borsa di studio, basandomi sui progetti finali e sull'andamento generale del semestre. Entrambi avete dato il massimo, e sarà una decisione difficile. Ma posso dirvi una cosa: chiunque vinca, sarà meritatamente il migliore.»
La classe risponde con un applauso spontaneo, come a volerci incoraggiare entrambi. Anche se ci siamo sempre messi in competizione, c'è un senso di rispetto reciproco tra me e Harry, e sono sicura che anche lui lo sente.
Il professor Evans sorride e alza le mani per calmare l'applauso. «Vi auguro buone vacanze, ragazzi. Riposatevi, godetevi il Natale, ma non dimenticate di tornare pronti per le sfide che ci aspettano al ritorno.»
Con questo, la lezione si conclude, e l'aula si riempie di voci entusiaste e persone che si preparano a lasciare l'università per le vacanze. Ma nel mio cuore, c'è una consapevolezza che le vacanze saranno solo una breve pausa prima di una grande decisione.

Quando Harry mi ha detto di prepararmi per una sorpresa, non avevo idea di cosa aspettarmi. Non mi ha dato alcun indizio, se non che dovevamo saltare la festa di fine lezioni. La serata inizia come un normale viaggio in macchina, ma l'atmosfera è diversa. Mentre percorriamo le strade illuminate dai lampioni, il nostro silenzio è pieno di aspettative. Harry, concentrato sulla guida, ogni tanto lancia qualche sguardo laterale nella mia direzione, con quel mezzo sorriso che conosco bene: sa qualcosa che io non so, e non vede l'ora di sorprendermi.
«Vuoi dirmi dove stiamo andando?» chiedo, cercando di estorcergli informazioni.
Lui scuote la testa, ridendo sotto i baffi. «Te l'ho detto, Mal. È una sorpresa. Devi fidarti di me.»
Sbuffo, incrociando le braccia. «Va bene, ma se finiamo in un posto ridicolo, non dimenticare che non ti farò più scegliere cosa fare nelle serate importanti.»
Harry ride di nuovo, ma non mi risponde. Solo dopo una mezz'ora di guida comincio a notare che stiamo seguendo una strada diversa da quella che mi aspettavo. Siamo usciti dalla città, e il paesaggio attorno a noi cambia in fretta. Le luci dei piccoli paesini che attraversiamo sono decorate per le festività, ma tutto scorre troppo velocemente perché io possa capire dove ci troviamo.
A un certo punto vedo un cartello che mi lascia senza parole. Londra - 40 km.
«Aspetta, Londra? Harry, mi stai portando a Londra?» chiedo, incredula, mentre lo guardo con gli occhi spalancati.
Harry sorride, finalmente svelando parte del mistero. «Sì, Mal. Non pensavi che ti avrei portato solo a una cena o a una festa, vero? Ho pensato che meritassi di vedere Londra nel modo giusto. Non quella che hai visitato di fretta, ma la mia Londra.»
Rimango senza parole. Londra, la città di cui Harry mi ha sempre parlato, quella dove è nato e cresciuto, quella che ho visto solo durante la gita al British Museum, senza mai uscire per davvero a scoprirla. E ora, Harry mi sta portando lì, di sera, con la città illuminata e in pieno spirito natalizio. Il cuore mi batte forte, l'emozione mi travolge.
«Non ci credo...» sussurro, guardando la strada davanti a noi mentre ci avviciniamo sempre di più.
«Crederai quando vedrai,» risponde Harry, divertito dalla mia reazione. «Londra di sera è magica, e voglio che la vedi come l'ho vista io quando ero bambino. Sarà una serata solo per noi.»
Ci avviciniamo alla città, e mentre entriamo nel cuore pulsante di Londra, mi rendo conto di quanto sia diversa la città di notte. Le luci natalizie decorano ogni strada, le vetrine dei negozi sono scintillanti e le persone passeggiano avvolte nei loro cappotti invernali, immerse in un'atmosfera che sembra quasi irreale. Harry parcheggia vicino a Covent Garden, un quartiere che mi lascia senza fiato. Le luci dorate e argentate scintillano, e una grande installazione luminosa di Natale decora l'ingresso principale.
Harry mi prende per mano e, senza dire nulla, mi guida verso una delle stradine laterali. Ci perdiamo tra le vie più piccole e meno affollate, dove la Londra nascosta, quella che solo chi la conosce bene sa apprezzare, si rivela in tutta la sua bellezza. Camminiamo mano nella mano, immersi in questo piccolo angolo di mondo tutto per noi.
«Non hai mai avuto davvero la possibilità di vedere Londra durante la nostra gita,» mi dice Harry, con un tono più serio. «E pensavo che fosse un peccato. Non potevo lasciarti con solo una visita frettolosa al British Museum come ricordo di questa città.»
Gli sorrido, incredula. «Hai ragione. È tutto così diverso di notte... e decisamente più bello di quanto immaginassi.»
Mentre passeggiamo tra le strade illuminate, mi accorgo che la città sembra quasi accogliermi, con la sua eleganza senza tempo e la sua energia vibrante. Ogni angolo sembra raccontare una storia, ogni vetrina riflette l'anima di Londra in modo così vivo che non posso fare a meno di innamorarmi di tutto.
Proprio mentre camminiamo, un negozio attira improvvisamente la mia attenzione. Mi fermo di colpo, gli occhi puntati su una vetrina scintillante. Harry segue il mio sguardo e vede ciò che ha catturato la mia attenzione.
Stella McCartney.
È un negozio di lusso che ho sempre ammirato da lontano. Le borse esposte nella vetrina sono opere d'arte, e una in particolare cattura il mio sguardo. È una borsa che ho sempre sognato di avere, ma che so benissimo di non potermi permettere. I miei occhi restano incollati a quella meraviglia, incapace di distogliere lo sguardo.
Harry mi guarda, il suo sorriso si allarga. «Ti piace?»
«Piace?» ripeto, quasi sussurrando. «È... perfetta. È sempre stato il mio sogno avere una borsa Stella McCartney, ma... beh, è fuori dalla mia portata.»
Harry mi fissa per un momento, poi sorride, quel sorriso che significa che sta già pensando a qualcosa. «Chi dice che non puoi averla?»
Harry mi fissa per un momento, notando il mio sguardo che non riesce a staccarsi dalla borsa in vetrina. «Allora?» mi chiede con quel tono provocatorio. «Andiamo dentro, te la prendo.»
Lo guardo incredula. «No, non ti azzardare, Harry.»
Lui ride leggermente, ma i suoi occhi brillano di sfida. «Io faccio quello che voglio, Mal.»
Scuoto la testa con decisione. «Non con me. Ti devo già un sacco di soldi per i biglietti aerei.»
Harry alza le spalle come se non fosse nulla. «Ma...»
Lo interrompo subito. «Ma nulla, la comprerò quando inizierò la mia carriera in geopolitica. Fino a quel momento, è solo un sogno, e voglio che resti mio.»
Harry sospira, ma posso vedere che è divertito dalla mia fermezza. «Come vuoi,» dice, rassegnandosi, anche se so che avrebbe voluto sorprendermi.
Sorrido, tirandolo via dalla vetrina. «Non mi servono regali costosi, Harry. Questa serata, Londra, tutto questo... è già più di quanto potessi chiedere.»
Lui annuisce e mi stringe la mano, mentre ci allontaniamo dalla vetrina, immergendoci di nuovo nelle strade illuminate di Londra.
Mentre ci allontaniamo dal negozio, sento che Harry non ha ancora finito di sorprendere. C'è quella scintilla nei suoi occhi che mi dice che ha qualcosa in mente, qualcosa che non dimenticherò facilmente. Lo seguo, fidandomi, anche se non ho idea di cosa stia per fare.
«Vieni con me, Mal. Ti farò vedere un posto che pochi conoscono,» mi dice con quel sorriso furbo, stringendomi la mano più forte mentre ci avviamo verso una delle stradine più nascoste.
La città sembra avvolgerci in una calma che contrasta con il traffico e il caos del centro. Camminiamo fino a una piazzetta tranquilla, decorata con luci natalizie che pendono sopra di noi, creando un'atmosfera magica. Mi guardo intorno, affascinata dalla bellezza nascosta di Londra di notte.
«Dove siamo?» gli chiedo, mentre mi fermo a osservare una fontana che si trova al centro della piazza.
«Questo era uno dei miei posti preferiti da bambino. Ci venivo spesso con la mia famiglia quando volevamo sfuggire al trambusto della città. E ora, lo sto condividendo con te.» La sua voce è calda, e so che per lui questo posto ha un significato speciale.
Mi fermo accanto alla fontana, guardandolo. «È incredibile, Harry. Non riesco a credere che tu non me l'abbia mai detto prima.»
«Alcune cose sono speciali, e ho pensato che fosse giusto condividerle solo con te, quando sarebbe stato il momento giusto.» Il suo sguardo è serio, e in quel momento capisco quanto questa serata significhi per lui.
Mentre mi guardo intorno, vedo che c'è una piccola bancarella all'angolo della piazza. Harry mi prende per mano e mi porta lì. «Ti va un po' di cioccolata calda?» chiede, con un sorriso che mi fa capire che vuole rendere la serata ancora più perfetta.
Ordiniamo due cioccolate calde e ci sediamo su una panchina, circondati dalle luci scintillanti. È un momento tranquillo, ma così carico di emozioni che mi sento sopraffatta. Il caldo della tazza tra le mani mi scalda, ma è la vicinanza di Harry che mi fa sentire veramente al sicuro.
Dopo qualche istante di silenzio, Harry si gira verso di me e dice: «Non volevo solo portarti a Londra, Mal. Volevo che fosse una serata che ricordassi per sempre. Che sapessi quanto ci tengo a te, non solo per tutte le volte che litighiamo o ci sfidiamo. Volevo che vedessi Londra come la vedo io, come un posto pieno di possibilità, come noi.»
Lo guardo, sorpresa dalla sua sincerità. «Harry, questa serata è già perfetta così.»
Ma lui scuote la testa. «Non è ancora finita.»
Mi alzo, curiosa. «Che cosa hai in mente, adesso?»
Harry mi prende per mano e mi porta verso un piccolo edificio, apparentemente anonimo, ma quando ci avviciniamo, noto che c'è una scala che porta sul tetto. «Seguimi,» dice con quel sorriso complice, e io, non potendo resistere, lo seguo.
Quando arriviamo in cima, la vista che mi si apre davanti è mozzafiato. La città di Londra si estende sotto di noi, illuminata dalle luci della sera. È un panorama che toglie il fiato, e per un attimo rimango senza parole. Non ci sono turisti, non c'è rumore, solo noi due, con l'intera città ai nostri piedi.
«Wow...» sussurro, mentre mi avvicino al bordo e guardo le luci scintillanti della città.
Harry si mette accanto a me, avvolgendomi in un abbraccio. «Volevo che vedessi questo posto. È uno dei pochi dove posso davvero respirare e pensare. E ora, volevo condividerlo con te.»
Mi giro verso di lui, i nostri volti vicini. «Grazie, Harry. Questa è stata una delle serate più belle della mia vita.»
Lui sorride, il suo sguardo dolce e intenso. «Non c'è niente che mi renda più felice che vederti sorridere così.» Poi, senza dire altro, si china e mi bacia, un bacio lento e dolce, sotto le luci di Londra, con il mondo che sembra scomparire attorno a noi.
E in quel momento, so che questa serata non la dimenticherò mai.
Il bacio di Harry è dolce e profondo, e sotto le luci di Londra, mi sento come se il mondo si fosse fermato per un attimo, lasciando solo noi due. Quando ci stacchiamo, il silenzio tra di noi non è imbarazzante, ma carico di emozione, come se non ci fosse bisogno di dire nulla. Le parole non servono più, non in questo momento.
Mi giro per guardare di nuovo la vista della città, sentendo le braccia di Harry che mi avvolgono da dietro, e mi lascio andare completamente alla tranquillità del momento. Il suono distante del traffico sembra quasi lontano, come un sussurro che non riesce a infrangere la nostra bolla.
«Hai davvero superato te stesso,» gli dico, appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre lui mi tiene stretta. «Non immaginavo una sorpresa così perfetta.»
Harry ride piano, il suo respiro caldo contro il mio collo. «Sono contento che ti piaccia. Sapevo che c'era solo un modo per farti vedere Londra come merita di essere vista: lontano dalle folle, lontano da tutto. Solo tu e io, senza distrazioni.»
«Mi hai davvero sorpreso,» ammetto. «Ma in senso positivo.»
Harry sorride e si gira leggermente, prendendomi per mano e tirandomi verso il centro del tetto, dove ha sistemato una piccola coperta e un paio di cuscini. «Ho pensato che potremmo passare qui ancora un po', prima di tornare. C'è qualcosa di speciale nel guardare la città dormire, e mi piace l'idea di farlo con te.»
Mi siedo accanto a lui sulla coperta, avvolta nel calore del momento, e lo guardo per un attimo, cercando di imprimere nella mia mente ogni dettaglio di questa serata. Siamo avvolti in un silenzio confortevole, circondati dalle luci lontane della città, e c'è qualcosa di magico in tutto questo.
Dopo un po', Harry rompe il silenzio, la sua voce bassa e tranquilla. «Volevo che questa serata fosse diversa, speciale. Non solo per stupirti, ma perché... ci tengo davvero a noi, Mal. Lo sai, vero?»
Mi giro a guardarlo, sorpresa dalla sua sincerità, e vedo che i suoi occhi sono pieni di quella profondità che non mostra spesso. «Sì, lo so. E anch'io ci tengo, Harry.»
Lui annuisce, come se quelle parole fossero tutto quello di cui aveva bisogno. Poi si sdraia sulla coperta, invitandomi a fare lo stesso, e mi avvolge tra le sue braccia. Restiamo così, sdraiati sotto il cielo di Londra, le luci che brillano sopra di noi e il calore dei nostri corpi che ci tiene vicini.
Mi sento incredibilmente serena, come se ogni preoccupazione fosse sparita. In quel momento, tutto sembra possibile, e per la prima volta da tanto tempo, mi sento completamente al sicuro, come se nulla al di fuori di questa notte potesse toccarci.
Harry mi stringe un po' di più, il suo respiro regolare contro la mia pelle. «Questo è solo l'inizio, Mal,» sussurra. «Abbiamo così tanto ancora da vivere insieme.»
Sorrido, sentendo un'ondata di calore attraversarmi. «Lo so. E non vedo l'ora di scoprire tutto quello che ci aspetta.»
E mentre guardo le stelle sopra di noi, con Londra che brilla come un gioiello sotto i nostri piedi, so che questa notte rimarrà con me per sempre.

Ci mettiamo in macchina, pronti a tornare ad Oxford. Il cielo di Londra ormai è lontano, e mentre ci lasciamo alle spalle quella serata perfetta, sento una strana elettricità nell'aria. La tensione tra me e Harry non è mai svanita completamente, nemmeno durante i momenti più dolci.
Lui si siede al volante e mi lancia uno di quei sorrisi che conosco troppo bene: il sorriso malizioso che sa sempre come mettermi alla prova.
«Allora, ti sei divertita?» mi chiede, con un tono innocente, ma con quella luce negli occhi che mi fa capire che non sta parlando solo della serata.
«Sì, mi sono divertita,» rispondo, con un sorrisetto provocatorio. «Anche se avresti potuto rendere la serata un po' più interessante.»
Harry ride, accendendo il motore. «Oh, davvero? E come avrei potuto fare?»
«Beh, magari con un po' più di... azione,» dico, alzando un sopracciglio e guardandolo con finta innocenza.
Lui scuote la testa, ridendo. «Tu sai sempre come provocarmi, Mal. Ma sei sicura di riuscire a tenere il passo?»
Mi avvicino un po' di più, appoggiandomi al sedile e fissandolo. «Sono io quella che tiene il controllo, Bennett.»
Harry mi lancia un'occhiata laterale, senza mai togliere le mani dal volante. «Vedremo, Mal. Per ora sei tu che stai giocando pericolosamente.»
Sento la tensione crescere, una tensione che conosco troppo bene. È sempre così tra noi, un misto di sfida e desiderio che sembra non spegnersi mai.
«Sai, potrei dimostrarti chi ha davvero il controllo,» dice Harry con quel tono basso e provocatorio che mi manda immediatamente fuori equilibrio.
Mi giro verso di lui, alzando un sopracciglio. «Oh sì? E come?»
Lui sorride, tenendo gli occhi fissi sulla strada. «Non è il momento giusto. Ma non preoccuparti, lo saprai presto.»
Mi mordo il labbro, cercando di trattenere il sorriso. «Tu parli troppo, Bennett.»
Harry ride di nuovo, ma posso vedere la tensione nei suoi muscoli. «Forse, ma sai che mantengo sempre le promesse.»
Il resto del viaggio è un gioco costante di sguardi e battute, ogni frase carica di provocazione, ogni risata una sfida. E più il tempo passa, più sento che l'elettricità tra di noi non si esaurisce, ma cresce, come se ogni battuta non facesse altro che alimentare il fuoco.
Sappiamo entrambi dove ci porterà questa tensione, ma per ora, nessuno dei due vuole cedere. E questa, forse, è la parte più eccitante.

OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora