L'ultimo giorno della gita inizia con un'aria più pesante di quanto avrei voluto. Cerco di concentrarmi sulle ultime attività programmate, ma la mia mente continua a vagare, sempre lì, su Harry e tutto quello che è successo in questi giorni.
Dopo la colazione veloce nella sala comune dell'hotel, ci avviamo verso la visita al museo locale. Il professor Evans è entusiasta, come sempre, ma io faccio fatica a seguire le sue spiegazioni. Ogni passo, ogni parola scivola via, mentre i miei pensieri restano incatenati a quello che dovrò affrontare prima o poi. Harry.
Durante la visita, cerco di mantenere le distanze, ma lo sento sempre presente, da qualche parte dietro di me. Ogni tanto lo vedo che mi lancia delle occhiate, ma continuo a ignorarlo, come se fosse l'unico modo per tenere insieme la mia fragile compostezza. Mi rifugio nei dettagli degli oggetti esposti, fingendo interesse per qualsiasi cosa pur di non guardarlo negli occhi.
Quando la visita si conclude, ci viene dato del tempo libero prima di riprendere il viaggio verso casa. I ragazzi si disperdono, e io esco fuori dal museo, cercando un angolo tranquillo dove respirare un po'. Ma la mia quiete dura poco.
Sento dei passi dietro di me. So chi è prima ancora di voltarmi.
"Harry, non voglio parlare con te!" sbotto, senza nemmeno guardarlo.
Ma la sua voce arriva, calma, anche se stanca. "Malia, possiamo parlare? Solo per un minuto."
Mi fermo, il cuore che batte forte. Devo farlo adesso o continuerò a evitare per sempre. Mi giro lentamente, e vedo Harry lì, con un'espressione che non riconosco. Non c'è traccia del solito sorrisetto provocatorio. È serio.
"Se dobbiamo farlo, facciamolo ora," dico, il tono più duro di quanto avrei voluto. Non riesco a guardarlo negli occhi, ma so che anche lui è nervoso.
Ci allontaniamo dal gruppo, fermandoci sotto un albero all'ingresso del museo, lontani dagli altri. Il silenzio tra di noi è pesante, carico di tutte le cose non dette, di tutti i momenti in cui ci siamo feriti a vicenda.
"Non so nemmeno da dove iniziare," dice Harry, passando una mano tra i capelli in un gesto nervoso che non gli avevo mai visto prima. È come se, per la prima volta, non avesse tutte le risposte pronte, e vederlo così mi destabilizza. Sento il mio cuore battere forte, ma non posso lasciarmi influenzare da questo momento.
"Allora non iniziare," rispondo fredda, tenendo le braccia incrociate davanti a me. "Siamo arrivati a un punto in cui nessuno di noi sa più cosa fare. Tu continui a giocare, a provocare, e io... non riesco più a capire cosa voglio da te, Harry."
Le parole mi escono più dure di quanto avessi previsto, ma sono vere. La tensione, il continuo andare avanti e indietro, i litigi, i baci... tutto questo mi ha lasciata esausta.
Harry mi guarda, e nei suoi occhi c'è qualcosa che non so decifrare. Di solito, è così sicuro di sé, ma adesso sembra quasi... smarrito? "Non è un gioco per me, Malia," dice con la voce più bassa del solito. "Non so come gestire quello che è successo. Tra di noi."
Mi fa male sentire la sua vulnerabilità, ma non posso cedere. Non questa volta. Non dopo tutto quello che è successo. "Nemmeno io," dico, il tono più calmo ma ancora freddo. "E proprio per questo penso che sia meglio se la smettiamo qui. Non voglio più continuare così. Non voglio più essere coinvolta in questo tira e molla."
Harry resta in silenzio, lo vedo riflettere, come se stesse cercando di capire come rispondere. "Cosa vuoi dire?" mi chiede, la sua voce quasi un sussurro.
"Voglio dire che non voglio più avere contatti con te," rispondo, sentendo un nodo formarsi in gola, ma continuando a parlare comunque. "Non voglio più litigare, non voglio più parlare, non voglio più che tu faccia parte della mia vita. Penso che sia meglio per entrambi. Dobbiamo smettere di farci del male."
Lui mi guarda, e per un attimo vedo una scintilla di dolore attraversargli il volto, ma poi la maschera di freddezza torna subito su. "Quindi vuoi che ci ignoriamo?"
"Esatto," rispondo con decisione. "Nessun contatto. Niente scontri, niente litigi, niente discussioni. Io farò la mia strada, tu farai la tua. E tutto quello che è successo tra di noi... lo lasceremo andare."
Harry annuisce lentamente, come se stesse ancora elaborando le mie parole. "E pensi che funzioni? Che possiamo semplicemente ignorarci e andare avanti come se nulla fosse successo?"
Lo guardo negli occhi, cercando di mantenere la calma. "Non sarà facile, lo so. Ma è l'unica soluzione. Non possiamo continuare così, Harry. Siamo tossici l'uno per l'altra."
Sento il peso delle mie parole, e per un attimo mi sembra di crollare dentro. Non è facile dire queste cose, ma è necessario.
Harry si passa una mano sul viso, quasi come se stesse cercando di svegliarsi da un incubo. Poi, finalmente, annuisce. "Ok. Se è questo che vuoi... ci sto."
Il suo tono è rassegnato, ma sincero. Non c'è traccia di sfida o ironia. Solo una stanchezza simile alla mia.
"È quello che voglio," confermo, cercando di non farmi distrarre dalla sua vicinanza, dai suoi occhi che ancora mi fissano con intensità. "E penso che sia meglio per entrambi."
Rimane un lungo silenzio tra di noi, entrambi immersi nei nostri pensieri. So che abbiamo detto tutto quello che c'era da dire, ma allo stesso tempo c'è ancora così tanto non detto, così tante cose che probabilmente non riusciremo mai a chiarire.
Harry alla fine rompe il silenzio. "Sai, non mi aspettavo di arrivare a questo punto con te. Ma capisco. Se è quello che vuoi, allora farò del mio meglio per rispettarlo. Nessun contatto, nessun litigio. Solo... indifferenza."
La parola "indifferenza" mi colpisce più di quanto vorrei. È quello che ho chiesto, è quello che ho detto di volere, ma ora che lo sento pronunciare da lui, mi fa male. Però non posso mostrare alcun segno di cedimento.
"Esatto," dico con fermezza, anche se dentro di me mi sento spezzata. "Andiamo avanti con le nostre vite."
Harry fa un passo indietro, come se accettasse la mia decisione. "D'accordo, Malia. Farò come vuoi. Nessun contatto."
Annuisco, sentendomi più leggera, ma allo stesso tempo vuota. "Grazie."
Ci fissiamo per un attimo, e capisco che questo è il nostro addio. Non un addio drammatico o romantico, ma un addio reale, di quelli che segnano la fine di qualcosa che non doveva mai iniziare.
"Torniamo dentro," dico infine, facendo un passo indietro. "Ci aspettano."
Harry annuisce di nuovo, poi si gira e inizia a camminare verso il gruppo senza dire altro. Lo seguo, ma mantengo le distanze, cercando di ignorare il vuoto che sento crescere dentro di me.
Forse questo è davvero l'inizio della fine. E anche se so che è la cosa giusta da fare, non riesco a scrollarmi di dosso la sensazione che qualcosa di importante si sia appena spezzato.
Dopo l'ultima lezione della gita, poco prima di ripartire per tornare al campus di Oxford, il professor Evans mi ferma mentre stiamo tutti uscendo dalla sala.
"Malia, posso parlarti un attimo?"
Mi fermo, sorprendendomi. Harry è appena passato davanti a me senza nemmeno uno sguardo, e dopo il nostro accordo di poche ore fa, immaginavo che avremmo lavorato insieme alla relazione, come stabilito inizialmente.
"Ho parlato con Harry," inizia Evans, con il suo solito tono tranquillo, "e mi ha detto che questo fine settimana ha un impegno. Non riuscirà a lavorare con te alla relazione. Quindi... il progetto è tutto tuo, se sei d'accordo."
Lo fisso per un momento, confusa. Harry? Impegno? In un attimo mi è chiaro. Mi ha fatto un regalo.
Non avrà detto nulla direttamente, non dopo quello che ci siamo detti, ma questa è la sua maniera di chiudere tutto senza che la cosa si trascini. Rinunciando alla relazione, mi sta dando spazio, mi sta liberando dall'ennesimo scontro.
"Va bene, professore. Posso occuparmene io," rispondo, cercando di nascondere il piccolo sorriso che mi sta salendo alle labbra. Harry ha trovato il suo modo di dire addio.
Evans mi fa un cenno di approvazione. "Perfetto. Sapevo che avresti gestito la cosa al meglio. Hai fatto un ottimo lavoro durante la gita, Malia."
Lo ringrazio, sentendo una leggera sensazione di soddisfazione mescolata a quel velo di tristezza che mi accompagna da quando ho chiuso tutto con Harry. Ma almeno ora so di avere tutto sotto controllo.Quando finalmente saliamo sul pullman per tornare a Oxford, cerco un posto tranquillo, lontano da tutte le dinamiche che mi hanno stancata in questi giorni. Mi guardo intorno e vedo Nathan che mi saluta con un cenno e un sorriso. Senza pensarci troppo, mi siedo accanto a lui. La sua presenza leggera e il suo modo di scherzare mi fanno sentire più a mio agio.
"Sai che Constance ti sta fulminando con lo sguardo, vero?" dice Nathan con un sorrisetto, lanciando un'occhiata verso i posti dietro di noi.
Mi volto leggermente e vedo Constance che mi fissa, lo sguardo omicida che potrebbe perforare una montagna. Cerco di trattenere una risata. "Che novità. Non si è ancora stancata di buttare veleno in giro?"
Nathan ride piano. "È fatta così. Ma stai tranquilla, oggi mi prendo io il fulmine. Siamo insieme in questa."
Non riesco a trattenere una risata. Nathan ha un modo di rendere tutto più leggero, ed è proprio quello che mi serve in questo momento. Passiamo gran parte del viaggio a scherzare e ridere, e per la prima volta in giorni, mi sento quasi serena.
Tra una battuta e l'altra, mi rendo conto che, nonostante tutto, questo fine settimana è stato una svolta. Harry ha chiuso le porte, e io posso finalmente andare avanti. Il ritorno al campus segnerà un nuovo inizio.
Durante il viaggio di ritorno, tra risate e chiacchiere leggere, mi accorgo che Nathan ha un modo di farmi parlare senza che nemmeno me ne accorga. A un certo punto, il discorso si sposta inevitabilmente su Harry, e Nathan non perde l'occasione per stuzzicarmi.
"Allora, Malia," dice con un sorrisetto, "qual è la vera storia con Harry? Non mi racconti che te ne sei stata tranquilla tutto il weekend."
Sospiro, sapendo che non riuscirò a evitare l'argomento. "C'è stato qualcosa tra di noi, ok? Ma è una cosa che appartiene al passato, o almeno voglio che sia così."
Nathan si ferma un attimo, incrocia le braccia e mi guarda con curiosità. "Qualcosa di serio?"
Scuoto la testa, anche se so che dentro di me non è così semplice. "Non lo so. È sempre stato un disastro. Ci provochiamo, litighiamo, poi ci baciamo, e subito dopo siamo di nuovo a discutere. È un ciclo senza fine."
Nathan annuisce, ma c'è un sorriso divertito sulle sue labbra. "E questo è un problema perché...?"
Lo guardo, confusa. "Perché è tossico! Non posso continuare così. Ho deciso di chiudere. Non voglio più avere a che fare con lui. Basta drammi, basta litigi. Devo lasciarlo andare."
Nathan scuote la testa, con una risata che sembra dire che non è affatto d'accordo. "Malia, dai. Non mollare proprio ora. Harry è chiaramente preso da te. Siete solo due testardi, tutto qui. Non vedi che c'è qualcosa di forte tra di voi?"
Lo fisso incredula. "Seriamente? No, Nathan. Non voglio più saperne. Ho chiuso. Non mi interessa quello che prova, perché non cambierà mai. E io non posso continuare a farmi del male."
Nathan fa spallucce, ma insiste. "Sai, molte storie iniziano così. Un tira e molla, un po' di tensione, un po' di competizione. Ma in fondo si capisce che c'è qualcosa di più. Tu non puoi semplicemente lasciarlo perdere."
"Posso eccome," ribatto, irritata. "Non vedi quanto è complicato? Non è una favola, Nathan. Harry non cambierà, e io non voglio vivere così. Voglio concentrarmi su me stessa, sugli studi, su cose che mi fanno stare bene. E lui non rientra in questo piano."
Nathan mi osserva per un momento, poi sorride. "Ok, capisco. Ma penso che stai scappando. È chiaro che c'è qualcosa tra di voi, e non dovresti mollare così in fretta."
Sbatto le palpebre, incredula. "Non sto scappando, Nathan. Sto solo proteggendo me stessa. Non posso rimanere bloccata in questa dinamica. Non mi fa bene."
Lui ride ancora, cercando di alleggerire la tensione. "Va bene, va bene. Fai come vuoi, ma io penso che dovresti dargli un'altra possibilità. Non sai mai cosa potrebbe succedere se vi lasciaste andare davvero."
"Grazie per il consiglio," rispondo, anche se dentro di me so che non lo seguirò. "Ma ho già deciso. Voglio dimenticarlo, e voglio andare avanti. Non c'è più spazio per Harry nella mia vita."
Nathan mi guarda, forse vedendo che sono davvero determinata. "Ok, Malia. Ma non dire che non ti avevo avvertito. Non tutti gli incastri complicati sono destinati a fallire. A volte, proprio quelli sono i più forti."
Sospiro, lasciandomi andare contro il sedile del pullman. "Forse, ma non per me."
Passiamo il resto del viaggio chiacchierando di altro, e per un po', mi lascio distrarre dalle battute di Nathan. Ma nel profondo so che la mia decisione è quella giusta: lasciarmi Harry alle spalle, una volta per tutte.
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OPPOSITE: Tutto è lecito in Guerra e in Amore
RomanceMalia Brooks ha un obiettivo chiaro: diventare la miglior studentessa di Oxford e vincere una prestigiosa borsa di studio assegnata dall'ONU. Harry Bennett, con il suo sorriso arrogante e l'eredità familiare di successi, è l'unico ostacolo tra lei e...