(POV Victor)
Blake si muove veloce, troppo veloce, afferro il suo braccio prima che riesca a infilarsi nella fessura aperta nella recinzione. La stringo, il cuore mi finisce in gola.
«Ti vuoi fermare?» il suono della mia voce è più duro di quanto vorrei, ma non riesco a trattenermi. Lei si volta, il viso nell'ombra, gli occhi che brillano di una luce che ha poco a che vedere col riflesso giallo dei lampioni, che emanano tenui bagliori distanti.
È fuori di testa.
«Dobbiamo passare da qui e dobbiamo sbrigarci.»
No.
«Sbrigarci?» Mi scappa una risata, il freddo della notte mi accarezza la gola e riempie i polmoni. «Non capisci che se ci trovano qui siamo fottuti?»
La sua mano si libera dalla mia con un gesto secco, e prima che possa fermarla di nuovo, si infila lì dentro e sparisce dietro le siepi oltre la recinzione.
Il rumore del suo corpo che sguscia tra i rami e li flette. I giunchi frustano l'aria.
Io maledico il cielo.
Resto immobile e per un istante pure il respiro si blocca. Non dovremmo essere qui. Io non dovrei essere qui. L'apertura nella rete, il buco del bianconiglio, il mio istinto urla di andarmene, di lasciarla qui e tornare indietro. Perché non mi ascolta mai?
«Torna indietro, Blake!» La mia voce si perde nel vento, nessuna risposta. L'adrenalina mi colpisce in pieno petto, colpi forti come quelli di un defibrillatore.
La seguo. La seguo sempre. Mi piego e mi infilo nel buco, la rete si aggrappa al cappotto e lo graffia. Artigli gelati.
«Maledetto il giorno in cui ti ho incontrata.»
Ci muoviamo attraverso il giardino, i ramoscelli secchi sotto i nostri piedi si spezzano e un rumore sinistro si diffonde in tutto questo gelo. Blake è davanti a me, stringo i denti e la seguo, il vento mi spinge via, tutto mi spinge via, come a ricordarmi quanto stupida sia questa idea. Quanto idiota sia io. Se ci trovano qui, facciamo la fine del sorcio.
Non le importa, fa di testa sua. Fa come se non ce l'avesse una testa.
La villa degli White si erge davanti a noi, oscura e silenziosa, una balena nera arenata sulla spiaggia. Enorme. Questa bestia nera un tempo era casa. Percorriamo il muro di mattoni grigi. Lei si ferma davanti alla finestra di Jonas, le mani le tremano ferme sul davanzale di marmo. Non è freddo, è paura. Le sue dita afferrano il bordo della finestra e, con un movimento lento e cauto, la tirano in alto. Il rumore del legno che scivola sui suoi vecchi binari mi assorda, il mio cuore accelera. Entriamo, e l'oscurità ci inghiotte.
Blake si volta verso di me, è una sagoma nera nel nero. «Facile, no?» la voce un po' tesa, ma ferma. Non aspetta risposta, cammina spedita attraverso la stanza.
No, non è facile. Non è nemmeno intelligente.
E soprattutto, non è legale.
C'è l'odore di Jonas qui dentro. Quello dei suoi vestiti e quello dei suoi quadri.
La seguo in silenzio. Blake è pazza. Questo lo so, lo sapevo dall'inizio, ma adesso lo vedo con chiarezza. Ciò che stiamo per fare... è una follia.
Lo fa per me?
Lo avrebbe fatto per lui? Perché me lo chiedo?
La mia mente torna a ciò che è successo nella sua stanza, a come mi ha obbedito senza dire una parola, senza opporre resistenza. Come si è piegata, come ha ceduto. Cosa farebbe, se la prendessi qui, sul letto di Jonas? Mi fermerebbe?
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BURNING
Romance🌶️🔞 Storia altamente sconsigliata a un pubblico minorenne 🔞🌶️ Ogni storia di perdizione comincia con un desiderio e BURNING è una storia che brucia, di un desiderio così assoluto da divenire mostruoso. Blake, Victor e Jonas hanno diciotto anni...