(POV Blake)
Mia madre mi fissa senza l'ombra di un'espressione sul viso, l'altro genitore nasconde male una risata dietro le mani.
«Non ti bastava avere una media bassa, dovevi farti pure sospendere.» Forse c'è un punto interrogativo alla fine della frase, ma io non lo sento, o forse colei che mi ha partorita con gran dolore ha smesso di farsi domande su di me.
«Era solo uno stupido film, non ha rapinato una banca.» Mi pare di sentirle le unghie di mio padre che si arrampicano sullo specchio al posto mio.
«Un porno, Ludwig.» Quando lo chiama per nome non è buon segno e, Diavolo, come ha scandito bene la parola porno. Mancava poco che ci facesse lo spelling.
«Li vedono tutti, i porno. Se fosse stata un maschio non staremmo nemmeno qui a discuterne.» Mio padre non capisce proprio perché ne stiamo parlando e tutto sommato nemmeno io. Vorrei solo farmi una canna e mettermi a dormire.
«Non era mio.» Lo dico, ma da come mia madre scuote la testa capisco che credermi non è nelle sue intenzioni.
«Ah no?»
«L'ho trovato per terra in una custodia dei Doors e ho provato a metterlo nel lettore, però non si sentiva.»
Mio padre sbuffa. «Vedi Clare, se tu non facessi la stronza nostra figlia non ci direbbe cazzate!»
Mia madre sbotta in una risata che non ha nulla di divertente. «Quindi sono io il problema?» Le sue mani si stringono a pugno sul tavolo, sopra alla tovaglia ricamata all'uncinetto. «Io, Ludwig?» Sgrana gli occhi. «Non tu, che le hai insegnato come si gira uno spinello?»
«Mi pare che il problema fosse di natura diversa.» Papà socchiude gli occhi.
«Il rispetto delle regole, ecco la natura del problema.» Mamma guarda me e poi di nuovo suo marito.
«È adulta e vaccinata, se vuole farsi una canna o guardare un porno non credo morirà nessuno.» Papà deglutisce. «E sai che ti dico?»
«No, che mi dici?»
Mi incanto a fissare i tulipani gialli al centro del tavolo, così belli da sembrare finti. Gli steli verdi, perfetti, affogano nell'acqua limpida. Vorrei affogare anch'io, ficcare la testa in una pozza d'acqua e smettere di sentire le loro voci.
«Andrò a scuola e mi incazzerò.»
Lei lo guarda, inclina la testa: «Ti incazzerai...»
«Certo, perché questa è stata una violazione della privacy bella e buona.» Mio padre si blocca, si volta verso di me e continua: «C'era il tuo nome sul lettore, giusto?»
Annuisco.
«L'unica cosa che doveva fare quel Mike era riconsegnarle il lettore, non mettersi a frugare nella sua roba.» Deglutisce. «E poi non capisco perché abbiano chiamato te e non me quando è successo. Che c'è, un padre non ha il diritto di sapere cosa succede a sua figlia?»
Mia madre si alza, prende la caraffa piena di caffè alle sue spalle e se ne versa un po' in una tazza, è sbeccata, ma lei non la butta, ce l'ha da sempre, da prima che io nascessi. «Te lo chiedi pure, il perché?» Parla nella ceramica, con gli occhi persi nel fondo della tazza. «Tua figlia si porta i porno a scuola e tu ti metti a fare l'avvocato delle cause perse.»
Mi alzo, risistemo la sedia a ridosso del tavolo, la luce del sole mi sfiora le mani, fa brillare gli anelli.
«Dove vai?» Mia madre mi ringhia contro.
«Mi metto in punizione, visto che non riuscite a decidere lo faccio io al posto vostro.» Cammino, attraverso la cucina, nel disimpegno a ridosso delle scale la luce sparisce, mi ritrovo immersa nell'ombra. Con un piede sul gradino, ci riprovo: «Ho due grammi di fumo nella tasca dei jeans, ma i porno non me li vedo, perciò mi dispiace, ma avete torto tutti e due.»
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BURNING
Romance🌶️🔞 Storia altamente sconsigliata a un pubblico minorenne 🔞🌶️ Ogni storia di perdizione comincia con un desiderio e BURNING è una storia che brucia, di un desiderio così assoluto da divenire mostruoso. Blake, Victor e Jonas hanno diciotto anni...