6 - Raccontami una storia - 🖋️

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(POV VICTOR)

La psicopatica che ci hanno affibbiato come insegnante si allontana da Blake, io invece mi avvicino. Mi attacco al suo corpo e squadro la Dunkan. Cosa cazzo ti è venuto in mente? Vorrei chiederglielo ma non lo faccio. Mi limito a guardarla senza capire quello che le baleni nel suo cervello bruciato. Allora è vero, che è pazza. Blake infila la mano nella mia tasca e stringe la mia.

«Ecco fatto.» La professoressa sorride fiera e ci indica al resto del gruppo. «Cosa è appena successo?»

Sgrano gli occhi. Jonas ride.

«Victor, che cosa è appena successo?»

«Me lo dica lei.» Mi esce una voce atona e bassa.

Elizabeth dice qualcosa all'orecchio di Jonas. Mi stanno facendo incazzare. Deglutisco.

«Jonas White, vuoi dircelo tu? Magari se tieni impegnata la bocca la smetti di sghignazzare.»

«Scusi prof.» Cerca di essere serio ma la sua bocca continua a contrarsi in una smorfia divertita.

«Bene, ricorrerò alla mia ultima speranza: Elizabeth.»

«Se lei è la sua ultima speranza siamo belli che fottuti, prof.» Trevor Bennet. La sua voce mi fa venire voglia di colpirlo così forte sui denti da farglieli saltare. Potrebbe bestemmiare, o recitare l'Ave Maria, l'effetto sarebbe lo stesso.

«Un personaggio con un intento chiaro, ma senza motivazioni esplicite, ha creato una serie di reazioni che lasciano intuire un legame tra gli altri personaggi.» La cocca dell'insegnante pronuncia il suo verdetto.

Inspiro. Deglutisco.

«Un legame. Giusto.» La Dunkan fa avanti e indietro. «Ora, voglio che ognuno di voi racconti una storia sui personaggi che ha appena visto. Personaggi, mi raccomando, non persone.» Si volta verso di me, mi punta l'indice contro: «Tu non sei Victor e lei non è Blake. Quando siete qui siete un'altra cosa.» Grana gli occhi, insiste: «È chiaro?»

Annuisco. Le labbra mi spariscono in bocca, la mandibola si contrae.

Quella specie di strega si siede sul parquet impolverato. Perché nessuno pulisce questo posto?

«Quando siete pronti possiamo cominciare.»

«Non ho capito.» Il coglione parla di nuovo.

«Strano Bennet, ti spacciavi per quello più sveglio nemmeno cinque minuti fà.» Sospira. «Provo a essere più chiara: C'è una persona più grande che si avvicina a un giovane, o a una giovane, lasciamo stare il sesso, il giovane si ritrae dal suo bacio e un altro personaggio si avvicina, i due si danno la mano. Chi sono questi personaggi? Perché hanno agito così? Raccontami la storia dietro i loro gesti, contestualizzali e inseriscili in un'ambientazione.»

La voce di Jonas risuona nell'aria piena di sfavillii dorati: «È il 1800, siamo a una festa. Adam ha trentanove anni e ha una relazione segreta con Tim che di anni ne ha diciotto. Stanno festeggiando il suo fidanzamento con Anna. Adam ha bevuto troppo e in un impeto si avvicina al suo amore, prova a baciarlo. Per un attimo l'alcol gli dà il coraggio di uscire allo scoperto e si mette in pericolo. Anna resta sconvolta, si avvicina al suo promesso e prende la sua mano. Tim non ha il coraggio di dire o fare nulla.»

La Dunkan batte le mani. «Complimenti, non male per essere la tua prima volta.»

Jonas se ne sta tutto impettito con il sorriso stampato sulle labbra. Il gioco gli è piaciuto.

«Chi crede che la storia sia migliorabile?» la professoressa gira su se stessa strusciando sul palco e ci fissa uno a uno.

«Migliorabile?» Jonas inclina la testa, con una mano si sistema i capelli.

«Tutto è migliorabile. Soprattutto se cerchiamo di ragionare in modo complesso.» La Dunkan si lascia cadere all'indietro e per un attimo temo che si spaccherà la testa contro il legno, invece le sue mani attutiscono l'impatto. Continua a parlare osservando il soffitto. «Lo spettatore si aspetterebbe che Anna fosse all'oscuro di tutto, ma se lei non lo fosse?»

La voce di Blake esce titubante, come se si stesse chiedendo se sta dicendo una stupidaggine: «Lei sa di loro. Si è avvicinata ancora prima che Adam si tirasse indietro, perché vuole evitare lo scandalo. Anna è la sorella di Adam, e la migliore amica di Tim. Ha accettato di sposare Tim solo per proteggere i due amanti.» Un sorriso si disegna sulle sue labbra, come se la verità le fosse stata rivelata.

«Questa è un'ottima storia, ragazza.» Gli occhi dorati e sognanti della Dunkan fissano il soffitto dove travi di legno e corde si intrecciano. «Victor, tu cosa ne pensi di questa storia?»

La osservo dall'alto in basso. A lei non frega nulla della gerarchia, stesa sul pavimento pare una ragazzina.

«Non lo so.»

«Non hai una storia su di loro?»

La mano di Blake arriva dietro la mia schiena, mi spinge in avanti come se volesse dirmi buttati.

«Nessuno ricambia nessuno.» Mi esce quella frase e la mia bocca fa scorrere il resto delle parole senza che neanche me ne accorga: «Adam è innamorato di Tim, ma lui non lo è. Si sono frequentati per un po', ma quando ha capito che l'altro provava qualcosa si è allontanato. Tim sposerà Anna perché i loro genitori hanno accordi economici. La loro unione ha a che fare con miniere di carbone e importazione di pietre preziose, l'amore non c'entra niente. Tim è un arrivista bastardo che venderebbe sua madre per il proprio tornaconto, non amerà mai Anna, perché l'unico che sa amare è se stesso. Veniamo ad Anna: Lei potrebbe sembrare una vittima, ma non lo è. Ha avvelenato sua sorella maggiore, perché il ragazzo da cui era ossessionata aveva una cotta per lei. Si avvicina a Tim, quando Adam tenta di baciarlo, soltanto per salvaguardare la sua reputazione, legata a quella del ragazzo che sta per sposare.»

Tutti mi fissano con gli occhi sbarrati.

«Ma che cazzo di problemi hai?» Trevor scuote la testa disgustato.

La Dunkan flette le ginocchia e si mette a sedere, poggia il mento sulle mani. Sospira. «Disillusione, intrighi, cospirazioni. Le mie storie preferite: quelle in cui nessuno è quello che sembra.» Inclina la testa: «E Adam? Che mi dici di lui?»

«È ossessionato da Tim, perché rappresenta la giovinezza che lui sta perdendo. Quando erano insieme aveva l'illusione di potersene nutrire e che sarebbe riuscito a ingannare la morte se l'altro gli fosse rimasto accanto.» Non so da dove arrivino le parole che mi affollano la gola.

«Cosa vuoi fare dopo il diploma?»

«Studierò economia.»

«Sei bravo con i conti quanto lo sei con le parole? Perché se non è così stai per fare una cazzata bella grossa, ragazzino.»

«Victor scrive poesie.» La voce di Blake alle mie spalle mi gela il sangue. Mi volto piano verso di lei. Torturo le labbra tra i denti, respiro male. Non riesco a fare un dannato respiro lungo.

Victor scrive poesie.

Cazzo, B. come ti è venuto in mente? Potevi buttarmi addosso una tanica di benzina e darmi fuoco, visto che c'eri.

Non le dico neanche una parola. Faccio il percorso al contrario tra gli sguardi perplessi di tutti. Attraverso il piccolo spazio tra le poltroncine di velluto e mi sembra che ognuna di quelle abbia occhi per guardare e una bocca per deridermi.

«Vic!»

Non le rispondo.

«La lezione non è ancora finita!»

Che si fottano, loro e il corso di teatro.


SPAZIO AUTRICE: Amori miei, come state?

In questo capitolo, attraverso il giochino proposto dalla Dunkan, vengono fuori in modo più o meno esplicito alcuni tratti dei nostri protagonisti, ma soprattutto Blake presa dalla foga fa una rivelazione, che potrebbe sembrare innocua e invece scatena il caos.

Cosa ne pensate?

Lasciatemi le vostre impressioni, belle o brutte che siano!

Baci

Will

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