(Pov Blake)
Il vento lascia una scia di brividi che si incolla alla pelle. Il cortile della scuola è deserto coperto da un'ombra scura che sembra dilatarsi con il calare della sera. Non c'è più nessuno. Sono stata davvero l'ultima a uscire? Quanto sono rimasta seduta al mio banco a fissare oltre la finestra? Siamo io e questo silenzio che si infila nelle ossa e le corrode fino a spezzarle.
Victor. Jonas.
Victor mi terrorizza. Se chiudo gli occhi mi arriva il suo viso, l'espressione di sdegno, lo schifo. Il suo odio. L'odio con cui mi ha presa. Quello con cui mi ha respinta.
Sono l'unico che ti ama.
Ogni sillaba mi fa male. Ogni volta che il suo nome si affaccia nella mia mente, uno spillo affonda più in profondità nella carne.
Jonas ha trovato i video? Mi schiva da stamattina come se fossi un proiettile. Si è alzato dalla sedia dieci minuti prima del suono della campanella e mi ha fatto segno di non seguirlo.
Victor non c'era già più.
Stringo il telefono tra le mani, le dita gelate, rigide come pezzi di legno. I polmoni si contraggono, buttano fuori il fiato caldo in una piccola nuvola bianca. Non riesco a muovermi, non riesco nemmeno a chiamare di nuovo Jonas.
Ha rimandato la chiamata tre volte, se lo facesse di nuovo non reggerei. Il telefono continua a non vibrare, lo schermo resta immobile. Nessun messaggio. Mi fa male guardarlo, ma non riesco a metterlo via.
Gli scrivo di nuovo, e mi pare di lanciare una bottiglia nel mare. Eppure ci spero. Ci spero ogni volta. Le lancette del mio orologio sembrano muoversi al rallentatore, scandiscono un tempo bloccato, di pietra. Ogni rumore, anche il più piccolo, si amplifica, rimbomba nelle orecchie. Il mio battito... è come se stessi ascoltando il battito del mio cuore fuori dal corpo.
Mi pare di vederlo, al centro del cortile, che pulsa nell'aria umida, tra tutto questo nero.
Fuori da me. Come io sono fuori di me.
Oltre il cancello, le luci lontane di qualche auto che passa. Nessuno si ferma. In nessuna di quelle auto c'è Jonas.
Faccio partire la chiamata, la quarta. Di nuovo, Joh mi ignora.
Sono diventata niente anche per lui.
Magari Victor glielo ha detto.
Che faccio schifo. Che non deve perderci tempo con una come me.
Che è colpa mia, tutto quello che gli è successo.
«Rispondi, cazzo.» Rispondimi, pure se fosse per dirmi che non sai più che fartene di me.
Non c'è più niente tra di noi? Scendo i gradini oltre il portico.
Forse sto solo diventando invisibile.
Mi stringo nella giacca, i denti battono per il freddo. C'è qualcosa che sta crescendo, una sensazione che non riesco a soffocare. Qualcosa sta per crollare, ma non so dire cosa. Non riesco a capire se sono io, o tutto quello che mi circonda.
La sera ha ingoiato ogni traccia di luce.
Un rumore alle mie spalle, un ramoscello che si spezza, come se qualcuno lo avesse calpestato. Mi volto a destra e a sinistra, veloce. Non c'è niente, solo un cespuglio che si muove appena. Sarà stato un gatto, o le volpi che di tanto in tanto si infilano nel cortile. Provo a fare un respiro profondo, ma pare che l'aria non voglia entrare. Il mio torace all'improvviso pare più piccolo, incapace di contenere abbastanza ossigeno. Mi infilo il cellulare in tasca e mi arrendo al fatto che lui se ne sia andato e che non ci sia niente che lo possa portare qui, che ci possa far tornare a casa insieme.
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BURNING
Romance🌶️🔞 Storia altamente sconsigliata a un pubblico minorenne 🔞🌶️ Ogni storia di perdizione comincia con un desiderio e BURNING è una storia che brucia, di un desiderio così assoluto da divenire mostruoso. Blake, Victor e Jonas hanno diciotto anni...