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Harry si presentò a metà mattina, bussando con cautela alla porta semiaperta prima di entrare con un sorriso incerto, indossando un maglione e dei jeans, con i capelli ingrigiti, arruffati come sempre. Per fortuna non li aveva colti in flagrante; stavano solo parlando, anche se gli sembrava abbastanza intimo per entrare. Malfoy stava spiegando cosa era successo durante la prigionia di Hermione, con i gomiti appoggiati sul letto e la mano sinistra di lei racchiusa tra le sue e infilata sotto il suo mento. Si staccarono rapidamente quando Harry entrò, un rossore scaldò le guance di Hermione, e Malfoy si alzò bruscamente e indietreggiò di qualche passo.

"Potter". Fece un cenno di saluto all'uomo più basso, e Harry riuscì ad abbozzare un leggero sorriso tirato.

"Malfoy. Ancora qui, vedo". Riuscì a infondere nella sua voce un'abbondante dose di disapprovazione, e anche l'espressione di Malfoy si irrigidì, un'ombra gli passò sul viso prima di cancellarla.

"Harry! Non cominciare, per favore", disse Hermione, fulminandolo con lo sguardo. "Lascia stare Malfoy e abbracciami". Lo fece con molta delicatezza, baciandole la guancia e poi restando lì, con le mani infilate in tasca, lanciando un'occhiata da sopra la spalla a Malfoy, i cui lineamenti erano illeggibili e gli occhi freddi, le braccia conserte sul petto. A Hermione non piaceva che Malfoy avesse dovuto immediatamente allontanarsi. Voleva che facesse parte della sua vita, non che fosse costretto alla periferia, un estraneo, un intruso. Presto, si disse. Presto Harry avrebbe dovuto imparare a sopportare Malfoy al suo fianco. Ma ora non era il momento.

"Come ti senti?" Lo sguardo di Harry le scrutò il viso. "Quel livido ha ancora un aspetto orribile".

"Molto meglio. Quasi umana", disse sorridendo. "E il livido non fa nemmeno più male. Avevo dimenticato di averlo".

"Io no", borbottò Malfoy cupamente, con un tono protettivo che pesava nelle sue parole, e sia Harry che Hermione lo guardarono. "Cosa?" chiese lui, accigliato e sulla difensiva, tutto suscettibile, e Hermione represse un sorriso, facendo scorrere leggermente le dita sul livido in questione.

"Comunque" disse Harry, liquidando Malfoy con un'alzata di spalle, "Ron e Molly porteranno Rose e Hugo in visita tra una decina di minuti. A proposito, abbiamo detto loro che sei stata avvelenata da Caritas Usbourne, ma non il resto. Non sanno del rapimento. Abbiamo lasciato credere che sia evaso da Azkaban e ti abbia teso un'imboscata a casa. Che ti abbia costretto a bere il veleno prima che tu riuscissi ad avere la meglio, che lui sia stato ucciso e che tu sia smaterializzata al St. Mungo". Hermione annuì. Non si sentiva a suo agio a mentire ai ragazzi, ma dire loro tutta la verità sembrava più traumatico del necessario, soprattutto per Hugo.

"Grazie, Harry".

"Comunque, sono qui come vostro amichevole sistema di allerta precoce. Ho pensato che Malfoy volesse levarsi dai piedi prima che arrivassero tutti. Andare a casa e dormire un po', magari". Lanciò a Malfoy un'altra occhiata, osservando le sue occhiaie. "Hai dormito almeno un po' da mercoledì?"

"Ieri notte. Ho fatto un sonnellino", disse brevemente Malfoy. "E non ho certo bisogno che tu ti arrovelli sulle mie abitudini di sonno, Potter. Non sei la mia balia, grazie a Merlino".

Hermione si ricordò di una cosa e sorrise a Harry. "Oh! Gli hai messo una pozione soporifera nel caffè?"

Malfoy strinse gli occhi. "Sì. L'hai fatto, Potter?"

"Non posso né confermare né smentire", disse Harry dando le spalle a Malfoy e facendo l'occhiolino a Hermione, che dovette stringere forte le labbra per evitare di sorridere e tradirlo. Non era sicura che avrebbe funzionato. Malfoy sospirò pesantemente, come se fosse frustrato da quei due.

FASCINATION (traduzione - MissiAmphetamine [Kaleidoscope])Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora