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La casa sembrava silenziosa e vuota quando Hermione entrò dal garage, con Malfoy come presenza rassicurante dietro di lei. Era soffocante per essere rimasta chiusa tutta la settimana: le tende erano state tirate sul lato sud per evitare che il sole entrasse, e i granelli di polvere restavano sospesi nell'aria quando entrò nel salotto. Fortunatamente, Hermione era riuscita a varcare la soglia senza avere un crollo nervoso. Dopo come si era sentita arrivando a casa domenica scorsa, si aspettava quasi che un attacco di panico la travolgesse e la afferrasse per la gola, trasformandola di nuovo in un patetico disastro. Soprattutto considerando che le mestruazioni erano appena iniziate e che al risveglio si era sentita un disastro emotivo. Almeno sapeva di non essere incinta. E quando era arrivata a casa, si era sentita solo un po' nervosa. Fu una piacevole sorpresa.
Malfoy si appoggiò allo stipite della porta e la guardò con la bacchetta distrattamente in mano mentre lei stava in piedi al centro del salotto e agitava la propria bacchetta, spalancando le tende e aprendo le finestre di poco. Fuori c'era il sole, ma era gelido, e Hermione voleva rinfrescare la casa, non trasformarla in un congelatore. Indossava il suo maglione con motivo Fair Isle color crema, arancione e blu, con jeans e comodi stivaletti foderati di lana, ma senza un incantesimo di riscaldamento la brezza che entrava dalle finestre era frizzante. La sua unica pianta in salotto - una pianta ragno appesa a un gancio in macramè che Rose aveva fatto diversi anni prima - aveva un aspetto piuttosto triste. La annaffiò con un aguamenti e sorrise a Malfoy.
"Ora dobbiamo farlo in ogni stanza".
"Che emozione", disse lui seccamente. "Vai avanti e io ti seguirò". Sentì il colpetto impertinente della sua bacchetta sul sedere mentre passava davanti a lui, e ridacchiò tra sé. Pensava di sapere perché lui preferiva seguirla. Prima, quando era venuto a prenderla da suo padre, le aveva detto quanto gli piacessero quei jeans. Erano belli. Hermione aveva sempre pensato che facessero meraviglie per il suo fondoschiena, non che Ron se ne fosse mai accorto in un modo o nell'altro. Si tolse gli stivali vicino al tavolino.
"Puoi tenere le scarpe", disse a Malfoy mentre muoveva le dita dei piedi nei calzini rosa pallido. Lui però se li tolse e i suoi calzini grigi, come la sua cravatta, erano coperti di boccini d'oro. Hermione sorrise. "Un regalo di Scorpius?"
"Come hai fatti a indovinare?"
Aprì le finestre della cucina e sbirciò nel frigorifero. Tutto quello che era rimasto sembrava a posto: aveva portato le verdure a foglia verde e il latte da suo padre e aveva riportato una bottiglia di latte fresco, che aveva tirato fuori dalla borsetta di perline e infilato nel frigorifero. Innaffiò l'aloe vera in sala da pranzo, aprì le tende ma non si preoccupò di aprire le finestre. La brezza sarebbe passata dalla cucina, prima o poi. E poi rimase solo il piano di sopra. Hermione si fermò in fondo alle scale, con le mani sui fianchi, e sospirò.

"Andiamo, Granger", disse Malfoy con dolcezza e le passò accanto, stringendole la spalla e lasciandole un breve bacio sulla tempia, salendo gli scalini due alla volta, come se avesse quindici anni invece che quasi quaranta. Hermione sorrise, guardandolo. Arrivato in cima, si sedette e le sorrise. "Mi sento senza fiato più di quanto dovrei, suppongo. Merlino". Allungò una mano verso di lei. "Ma tutto sembra sicuro". Sorrise, dolcemente stuzzicante, anche se nei suoi occhi c'era un po' di tristezza. Empatia. "Vieni qui. O vuoi che prima vada a controllare gli armadi e sotto i letti?"
"Lo so che è sicuro, imbecille", disse Hermione indignata, anche se capiva cosa stesse facendo e lo apprezzava. "È solo che..."
"Lo so". Lui la guardò con attenzione e sospirò. "Vuoi andare a casa mia? Possiamo usare il floo. Nessuno lo verrà a sapere. E possiamo attenerci alle regole: mi comporterò al meglio".
Era allettante, ma poi a Hermione venne in mente qualcosa e un brivido di orrore la attraversò. "E se Astoria si presentasse con i documenti del divorzio in mano?"
Malfoy fece una smorfia. "Hm. Vero. Beh, allora immagino che dovrai affrontare le scale, Granger. A meno che tu non voglia tornare da tuo padre?"
"No. No, me la caverò. Devo solo riprendermi", disse lei, e fece un respiro profondo. Si stava comportando in modo ridicolo. Era tutto a posto. Lui era proprio lì. Si aggrappò alla ringhiera e salì le scale un gradino alla volta, senza guardare il muro contro il quale aveva sbattuto, mantenendo lo sguardo fisso su Malfoy. Lui continuava a sorriderle debolmente, con gli occhi teneri, gli avambracci appoggiati sulle cosce, seduto in cima alle scale, ad aspettarla. La sua borsetta di perline pendeva dal polso destro, la bacchetta in quella mano. La faceva sentire più sicura, tenerla stretta.
Quando fu qualche gradino sotto Malfoy, lui si alzò e le prese la mano, portandola verso l'alto e poi guidandola oltre lui. "Ecco fatto. Hai conquistato le scale", disse dolcemente, e lei sbuffò.
"Non trattarmi con condiscendenza", disse lei, ma la sua mano scivolò nella sua, stringendola brevemente, prima di allontanarsi ed entrare nella stanza di Hugo. "Allora? Hai intenzione di controllare l'armadio e il letto?" chiese con tono pungente, mentre agitava la bacchetta e apriva le tende e la finestra. La stanza di Hugo era luminosa e colorata, arredata in gran parte grazie all'Ikea, con le pareti ricoperte di poster e gli scaffali pieni di libri e giocattoli. Anche se ultimamente giocava più con il tablet o con la PS4 che con i giocattoli fisici. Tutto era Roblox, Fortnite o Minecraft, tutti giocati con i suoi amici online.
"Mi vuoi solo in ginocchio", la accusò lui pigramente, e Hermione sorrise mentre si girava, tornando verso di lui sulla soglia. Si fermò molto vicino e giocherellò con i bottoni del suo panciotto.
"Sì."

FASCINATION (traduzione - MissiAmphetamine [Kaleidoscope])Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora