FASCINATION (traduzione - MissiAmphetamine [Kaleidoscope])

4.

"Granger", disse una voce familiare quasi proprio di fronte a lei, facendo sobbalzare Hermione, che fece un salto per lo spavento.

"Gesù!" squittì, sbattendosi una mano sul petto e facendo cadere metà del contenuto del fascicolo in cui aveva il naso seppellito mentre si affrettava lungo i corridoi del Ministero, tornando nel suo ufficio dopo il pranzo in città con Ginny. I fogli volarono a terra come una tempesta di neve in miniatura e lei gemette interiormente. "Malfoy". Sbatté le palpebre per mettere a fuoco gli occhi, dopo averli tenuti incollati sui caratteri minuscoli del fascicolo. "Merlino, mi hai spaventato a morte".

"Le mie scuse". Lui era soave in un abito blu scuro ovviamente costoso e un gilet gessato che sembrava edoardiano, una camicia blu tenue che faceva risaltare le screziature di blu nei suoi occhi grigi, la cravatta allentata intorno al collo e le mani infilate in tasca mentre osservava il suo stato tormentato. Sembrava vagamente divertito e Hermione strinse le labbra, pronta a replicare a qualsiasi osservazione boriosa stesse chiaramente per dire. Invece Malfoy si accovacciò e cominciò a raccogliere i fogli sparsi, lanciandole un'occhiata di sottecchi. "Non volevo spaventarti".

"Oh". Rimase lì a fissarlo stupidamente, con la sua gonna a tubino nera preferita e una delicata camicetta di seta bianca, i capelli raccolti in uno chignon ordinato in cui aveva infilato la bacchetta per avere le mani libere. Grazie a Merlino, doveva vestirsi in modo un po' elegante al lavoro, pensò distrattamente mentre guardava Malfoy inginocchiarsi ai suoi piedi calzati con scarpe pratiche. "Oh, sì. Beh... Non dovrei leggere mentre cammino, suppongo", disse lei in modo piuttosto patetico, e lui ridacchiò come se fosse stata spiritosa.

"Sarebbe più sicuro, sì. Ci sono così tanti pericoli, comunque. Muri, stipiti di porte, gradini imprevisti. Io". Si alzò tranquillamente e porse a Hermione i fogli, sorridendole, con piccole rughe che si formavano agli angoli degli occhi.

"Grazie", disse Hermione in fretta, mentre rimetteva i fogli a casaccio nella cartella, ricambiando il suo sorriso con il proprio. Malfoy rimase lì davanti a lei, e lei deglutì e distolse lo sguardo, sentendo l'imbarazzo saturarla. Che cosa stava facendo? Perché non era andato per la sua strada? Ma che diavolo? Sperò disperatamente di non sembrare incerta e impacciata come si sentiva in quel momento, cioè molto.

"Hai un momento?" Chiese Malfoy, e lei controllò l'orologio e annuì in silenzio; aveva una buona ora prima della prossima udienza. "È stato bello vederti, l'altro giorno", disse poi Malfoy, con un'inaspettata esitazione, e lo sguardo di Hermione volò verso di lui.

"... davvero?" chiese senza pensare, piena di sconcerto, e poi maledisse la sua stupidità. L'angolo della bocca di Malfoy si sollevò, gli occhi si socchiusero leggermente.

"Sì".

"Oh! Oh, non intendevo, volevo dire...", annaspò e poi si interruppe quando fu chiaro che non c'era nulla che potesse dire per salvare la situazione. Malfoy, gentilmente, non commentò con cattiveria la sua incapacità di dire qualcosa di sensato, ma fece finta di niente.

"So cosa vuoi dire". Ebbe la grazia di sembrare a disagio, e Hermione si chiese se stesse ricordando come erano le cose nel passato, tanto tempo fa. Si chiese se si sentisse in colpa per il male di cui era stato protagonista, o se i suoi apparenti cambiamenti non fossero stati abbastanza profondi da fargli provare rimorso per il passato. Fece un respiro e il suo disagio svanì, lasciandolo di nuovo perfettamente composto. "Ma mi ha fatto piacere conoscere Rose, e vedere che non hai problemi con l'amicizia tra lei e Scorpius. A meno che, ovviamente, non sia così?" Hermione aggrottò debolmente le sopracciglia, spostando la presa sul fascicolo che reggeva.

"Per niente. Scorpius sembra un ragazzo molto gentile". Si morse il labbro e quasi scusandosi azzardò: "Avrei pensato che se qualcuno avesse avuto problemi con l'amicizia tra Rose e Scorpius, quello saresti stato tu".