17.

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Si materializzò davanti alla casa di Malfoy a Ilkley con uno scatto vertiginoso, e le ci volle un attimo di nausea per riorientarsi prima di marciare lungo il vialetto in leggings neri da yoga e maglietta grigia oversize, il mazzo di fiori stretto precariamente nell'incavo di un gomito e i capelli mezzi asciutti e selvaggi che si gonfiavano all'impazzata. Hermione era vagamente consapevole del suo stato spaventoso, ma in quel momento non le importava nulla del suo aspetto. La furia, il dolore e l'alcol costituivano una miscela potente che annullava la sua abituale razionalità.

Bussò forte alla porta e aspettò tesa per un lungo, lungo momento. Una parte della sua mente sperava disperatamente che Malfoy fosse in casa, così che non avrebbe dovuto raccogliere la sua rabbia e il suo dolore e ritirarsi di nuovo a casa a piangere in preda alla sua infelicità. E una parte di lei sperava che non lo fosse. Poi ci fu un rumore di movimento da dietro la porta e lei si irrigidì in attesa, con i muscoli tesi in modo agonizzante. Poi la porta si aprì di scatto. Malfoy, rilassato in pantaloni casuale e in maniche di camicia, i capelli arruffati e i piedi nudi. Il cuore di Hermione le si strinse nel petto, suo malgrado, e dovette fisicamente impedirsi di ondeggiare in avanti verso di lui.

"Granger...?" esordì confusamente, mentre il relax scompariva e le sopracciglia si aggrottavano preoccupate alla sua vista. Hermione gli spinse bruscamente addosso l'odiato bouquet e lui lo afferrò automaticamente prima che cadesse a terra, indietreggiando mentre lei marciava nel suo atrio, fuori dalla vista dei vicini.

"Riprenditi i tuoi maledetti fiori! E non mandarmi mai più fiori a casa mia! Hai idea di quanti problemi mi hai causato? Hai idea di quanto i tuoi stupidi fiori del cazzo mi abbiano rovinato la vita?", gli chiese, con voce rauca e incrinata. "Tutti questi pranzi e... i complimenti sono solo un piano per rovinarmi la vita? Stavi solo cercando di ferirmi? Di fer farmi sentire... speciale e poi... poi...." Rimase senza parole e coerenza, e balbettò fino a fermarsi.

Malfoy fissò Hermione in un silenzio attonito, con il dolore che fioriva nei suoi occhi chiari dietro la totale confusione, e Hermione si rese conto di quanto la sua rabbia fosse stata mal indirizzata, di quanto fosse stata sciocca. Le tremava il labbro inferiore. All'improvviso si sentì bucata, un palloncino che si sgonfiava. Per un attimo la sanità mentale riprese il controllo e l'orrore la travolse. Che cosa aveva fatto?

"Io -" cominciò lei impotente, non sapendo cosa dire o come rimangiarsi quello che aveva detto, le accuse sospese nell'aria tra loro.

"Non te li ho mandati io", disse lui inespressivo - passivamente - nello stesso momento, e l'orrore di Hermione non fece che aumentare. La vergogna le salì nauseante e orribile nello stomaco.

"Oh", sussurrò lei.

"E non ti ho mai detto nulla che non intendessi, Granger. Perché diavolo dovresti pensare... tutto questo? Pensi davvero così poco di me?" C'era una punta di rabbia controllata che trapelava dal suo tono calmo, e Hermione non poteva biasimarlo per questo.

"Mi... mi dispiace. Io..." Le cose erano rovinate con Ron, e ora erano rovinate anche con Malfoy, grazie alla sua assoluta stupidità. Hermione si sentì male, come se l'avessero colpita allo stomaco, desiderando terribilmente di rimangiarsi tutto, desiderando una giratempo. "Io... sono terribilmente dispiaciuta, Malfoy. Non avrei mai dovuto... dovrei andarmene".

Lei si voltò a metà, con le lacrime che le salivano agli occhi, e Malfoy lasciò cadere i gigli a terra e fece un passo avanti, afferrando la maniglia della porta, con il braccio che le sbarrava la via d'uscita. Lei lo guardò, con la vista vacillante e offuscata dalle lacrime, e lui ritrasse il braccio, lasciando la strada libera ma volendo ovviamente che lei rimanesse. Dio solo sapeva perché: si era comportata in modo vergognoso. Come un'adolescente invece che come una donna adulta di quarant'anni.

FASCINATION (traduzione - MissiAmphetamine [Kaleidoscope])Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora