52.

134 9 5
                                    


Hermione arrivò nel suo ufficio alle nove in punto di lunedì, porgendo alla curatissima Mariska un caffellatte e un eclair al cioccolato con un sorriso. Aveva dormito benissimo e si era svegliata con una tazza di caffè caldo e un lungo bacio. La vita era bella, soprattutto considerando dove era stata due settimane prima. Appese il cappotto: oggi era pratica con i pantaloni neri e la camicia di seta color avorio con i pois color cammello. Malfoy le aveva incantato i capelli. Non le aveva ancora insegnato l'incantesimo e lei aveva scherzato sul fatto che lui continuava a evitarlo per avere un altro motivo per tenerla vicina. Non che ne avesse bisogno, ne aveva già tanti. Lui si era limitato a sorridere e a baciarle la guancia prima di allacciarle la collana, con la tanzanite che brillava sulla sua pelle. "Vedi", aveva detto lei. "Tanti motivi".
Mariska portò subito la posta e i fascicoli dei casi nuovi. Hermione era ancora fuori dal registro dei processi: la sua prima udienza non era prevista prima di giovedì mattina. Un semplice caso di abuso di magia, che aveva visto un ex dipendente scontento dare fuoco al negozio del suo precedente datore di lavoro. Onestamente era contenta di tornare a lavorare gradualmente, anche se non era disposa ad ammetterlo. Il suo rapimento l'aveva lasciata scossa, e anche sapendo che Usbourne, Len e Ciaran - provò una stupida sensazione di pietà - erano morti, e che Olinda e i suoi complici erano in custodia cautelare, in attesa del processo, Hermione si sentiva ancora emotivamente a terra e scombussolata.
Almeno le ferite fisiche erano guarite, si disse. Ed era al sicuro, lo sapeva, soprattutto al Ministero, ma anche fuori, ora che aveva preso le necessarie precauzioni. Si rigirò l'anello incantato al dito, traendone conforto. Pensò al modo in cui aveva dormito così profondamente, accanto a Malfoy. A come si era svegliata, riposata e felice. La sua mente vagava. Poi si accorse che erano le nove e un quarto e non poteva più tergiversare. Doveva mettersi al lavoro. Hermione bevve un sorso di caffè e tirò fuori il fascicolo Barrington, aprendolo davanti a sé e cercando la sua penna d'oca preferita.
Si perse nel lavoro e prima di rendersene conto era arrivata l'ora di pranzo e Mariska stava bussando alla porta del suo ufficio. "Il signor Malfoy è qui per vederla", disse la giovane donna, sorridendo in modo significativo. "Ha portato il pranzo". Hermione si sforzò di mantenere una faccia seria, ma un pizzico di felicità le crebbe dentro e probabilmente si manifestò nella sua espressione.
"Grazie, Mariska. Fallo passare".
Malfoy era tornato a casa via floo per cambiarsi dopo la colazione e lei non l'aveva più visto. Apparve sulla porta in un elegante abito edoardiano nei toni del grigio e del nero che lui prediligeva, con una cravatta con - Hermione strinse gli occhi - dei piccoli ippogrifi, dappertitto. Era chiaramente un regalo di Scorpius, pensò con un piccolo sorriso, mentre sistemava il suo lavoro in una pila ordinata, facendo attenzione a non macchiare di inchiostro la pergamena su cui aveva appena lavorato. La mise da parte, usando un calamaio e la lontra di vetro, regalo di compleanno di Rose, come fermacarte.
"Malfoy. Ciao".

"Granger", la salutò chiudendosi la porta alle spalle. In una mano aveva una borsa della spesa. "Sono andato in una panetteria babbana", disse, come se fosse deliziato dalla novità, mentre sollevava la borsa, la metteva sulla scrivania e poi si avvicinava per baciarla. Lei girò deliberatamente il viso all'ultimo momento e il suo casto bacio sulla guancia le finì invece sulle labbra. La bocca di Malfoy era morbida e lui mormorò di piacere per aver catturato le sue labbra; il bacio si trasformò in qualcosa di tutt'altro che casto; la lingua di lui le sfiorò la linea delle labbra e la lingua di lei si lanciò fuori per incontrarla, il contatto sfuggente le fece correre un brivido lungo la schiena prima che lui si allontanasse. I suoi occhi erano luminosi e compiaciuti, con un sorriso minaccioso mentre si sedeva di fronte a lei e iniziava a disfare la borsa della spesa.
"A proposito, hai un aspetto delizioso stamattina", disse Malfoy mentre tirava fuori quelli che sembravano essere un paio di tortini salati di rotoli di salsiccia, lanciando un'occhiata a Hermione che stava seduta a guardarlo, con i gomiti sulla scrivania e il mento appoggiato sulle mani, sentendosi improvvisamente, beatamente felice. "I tuoi capelli sono particolarmente belli". Le lanciò uno sguardo autocompiaciuto.
Lei rise. "Sembra che io abbia un nuovo parrucchiere. Anche tu sei bello". E lo era davvero. Elegante e raffinato, appena rasato e con i capelli perfettamente sistemati, mentre tirava fuori altri sacchetti di carta. Sembrava sempre insistere nel volerla ricoprire di cibo. Hermione avrebbe finito per ingrassare se non fosse stata attenta. "Mi piace la tua cravatta. È un regalo di compleanno di Scorpius?" Lui sorrise, abbassando lo sguardo e aggiustandola.
"Regalo di Natale, in realtà".
"Mi piacciono i suoi gusti", disse Hermione, strappando uno dei sacchetti di carta per sbirciare all'interno e trovando delle eclair al cioccolato. "E mi piace che tu li indossi". Uno degli altri sacchetti conteneva palle di neve. Gnam. Mise due lattine di Irn-Bru sulla scrivania, facendone scivolare una a Hermione, che la guardò con aria stupita. Una scelta inaspettata; la panetteria in cui era stato aveva chiaramente una tendenza scozzese.
"Perché non dovrei?" Scrollò le spalle, con fare disinvolto, mentre apriva con cura i sacchetti di carta lungo le chiusure e le passava un tortino salato e un rotolo di salsiccia. "La gente già mi detesta, qualunque cosa io faccia. Una cravatta originale non mi farà perdere il rispetto. Non al Ministero, comunque. Alle feste dei miei genitori, beh, quello potrebbe essere un altro discorso".
"Sei un bravo padre", disse Hermione con sincerità, dopo aver trasfigurato alcuni pezzi di pergamena in due piatti, passandone uno a Malfoy, che si imbarazzò e scrollò le spalle.
"Ci provo. Ma non si può rimediare al passato".
"Direi che ci stai riuscendo benissimo". Il tortino e il rotolo di salsiccia erano ancora caldi e avevano un profumo delizioso. Lo stomaco di Hermione brontolò. "A proposito, grazie per il pranzo".
"Non c'è di che". Lui tirò fuori un po' di crema da una ciambella alla marmellata e alla crema, la sua espressione cambiò; seria, e leggermente incerta. "So che hai detto di non venire troppo spesso nel tuo ufficio..."
"Non c'è problema. Mi fa piacere", intervenne lei, sinceramente. "Ho allentato le regole, ricordi?"

FASCINATION (traduzione - MissiAmphetamine [Kaleidoscope])Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora