Entro in casa dalla porta principale, mentre lui aggira la casa per arrampicarsi ed arrivare nella mia camera.
-Che ci facevi fuori?- chiede mio padre fermandomi tra le scale.
-pensavo-rispondo
-Hai pensato per 2 ore intere?- chiede ancora con tono sospettoso.
-no, beh stavo anche parlando al telefono con cloe, dice che domani, forse, passa-dico con l'impulso di mentire.
-okay, non ci sono problemi. Basta che non facciate casino.- dice abbastanza convinto dalla mia scusa.
-'Notte, pa'- dico congedandomi e fiondandomi in camera.Entrando lo vedo seduto sul letto, la nostra foto in grembo e... Oh no, sanguina da una mano. Chiudo la porta e scatto a vedere che si è fatto.
-È solo un taglio niente di che- dice mentre prendo dal bagno l'occorrente per disiffettare la ferita.
-come te lo sei fatto?- chiedo inginocchiandomi davanti a lui, per levare l'infezione.
-La finestra era chiusa e ho dovuto forzare un pò- dice sorridendo debolmente.
Che idiota l'ho chiusa apposta, oggi, perché non volevo che lui entrasse nella notte e ora...-Ti faccio male?- chiedo mentre applico l'acqua ossigenata.
Lui non risponde mi fissa solo, indecifrabile.
-Perché non sei scappata?- sbotta quando ho finito.
-Era solo un graffio, niente di che...- rispondo facendo la finta tonta.
-Sai che non sto parlando di questo.- so benissimo cosa intendeva.
-Perché non voglio scappare da te. Ti avevo chiesto una spiegazione e tu me la stavi dando. Quando mi hai detto cosa hai fatto, mi hai lasciata impietrita, ma mai mi ha sfiorato l'idea di lasciarti lì in quella macchina, nemmeno quando mi hai confessato che non ti saresti fermato. Tu l'hai detto a me, senza che ne fossi obbligato e ti ringrazio- dichiaro.
- In un certo senso ne ero obbligato. Ti ho detto che avevo paura di perderti ma ti stavo allontanando, tenendomi tutto dentro, ma quanto te l'ho detto e tu sei rimasta lì ad ascoltarmi... per una volta non mi sono sentito giudicato un mostro. E ora guardati, inginocchiata a guarirmi, accuratamente, un taglio superficiale.
Sei speciale, Trilly- mi accarezza una guancia con fare affettuoso e io mi lascio andare al suo tocco gentile.-Tu non sei mai stato un mostro, non lo sei e non lo sarai. Non per me.- Dico accarezzandolo a mia volta. -ora, prepara il letto che io vado a cambiarmi, baby- uso il soprannome in tono scherzoso e lo vedo ammiccare.
-Mi trovi pronto, amore-dice ma poi aggiunge:- aspetta-
-che..?- chiedo con riluttanza.
-L'altro giorno ho notato che la felpa era maschile, e non ti nego che mi ha dato un pò fastidio, perché non sapevo chi te l'avesse data e così ho portato questa, è mia e mi piacerebbe che te la mettessi- Confessa.
Oh, che dolce.
La felpa che mi porge è rossa con il marchio della duff.
Sorrido, per quel gesto inaspettato, e l'afferro ritirandomi in bagno.
La felpa è grande e mi arriva a più di metta coscia, anche perché Black è molto più alto di me e il suo corpo è visibilmente più robusto rispetto al mio minuto corpicino.
Rientro in stanza e lo trovo indaffarato a frugare tra i miei libri,con addosso solo un paio di boxer e i pettorali in bella mostra. Tossico e lui salta in aria perché l'ho sorpreso, gli sorrido e tendo la mano verso di lui. -Ti devo far vedere una cosa- lui afferra la mia mano e io lo conduco davanti alla finestra in vetro, attraversando la stanza buia.Fuori tutt'intorno dei piccoli boccioli di pegasus, dei fiori creati dagli alunni dell'università di mio padre, s'illuminano in vari colori, dando vita a un'atmosfera da mozzare il fiato.
-Non è bellissimo?- domando ipotizzata alla vista di quella visuale, mentre lui mi attira a sè.-Già..- fa il mio dio greco ma, dal riflesso del vetro, vedo che non guarda fuori, sta guardando me. Decido di non dire niente e godermi questo momento di magia.
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Distrutta, rovinata ma ancora innamorata
Romance"Ho visto il paradiso in quegli occhi, quel sorriso mi faceva pensare alla felicità e così non mi sono accorta che tutto questo era pericoloso, mi sarei fatta male e infatti..." steph è una ragazza di 15 anni quasi 16, ama i libri romantici, è dolce...