Sto correndo troppo velocemente devo fermarmi, ma so che lui mi ha rincorsa, anche se non concepisco il perché.
Inciampo e cado con tutte le mie possibilità di seminarlo. Scoppio a piangere per il dolore e per la confusione che provo.
Arriva e inizia a riempirmi di domande su come mi sento e perché sono scappata.
Io non rispondo, sono troppo concentrata nel piangere, per concepire una frase sensata. Quando nota che non gli rispondo, si arrende. Mi prende in braccio, lasciandomi sconvolta.
-ok, ti porto a casa trilly, indicami la strada- dice con un sorriso comprensivo rubandomi una risata tra le lacrime e poi inizia a dirmi parole dolce sul perché mi devo calmare:
-Se piangi i tuoi nei occhi innocenti e da cerbiatta si gonfiato e diventano rossi. E mi fai stare male. La smetti? ... Hai le labbra gonfissime dai... È una crudeltà.- continua così per 14 km e non sembra affaticato, invece io sembrò sfinita.Quando arriviamo davanti a casa mia non mi lascia andare e scruta la facciata.
-posso chiederti una cosa?- chiede.
-certo. Rispondere ad un domanda è il minimo che posso fare- rispondo sorridendo gentile mascherano la paura per la domanda che sta per farmi.-dov'è la tua camera?- dice con un mezzo sorriso.
Scoppio a ridere e lo prendo per mano tirando verso il retro del giardino. Arrivati al centro indico una finestra a vetro al terzo piano.
- ecco quella è la mia finestra- dico indicando con il dito piena di entusiasmo.
- bene ... Ehm ...precisamente quele punto è la tua camera?- dice come se la domanda fosse legittima.
- la mia camera prende l'intero piano- dico bisbigliando.
- cosa...?- dice lui con occhi luminosi. - wow, sarà troppo figo- dice con un sorriso entusiasta.
-beh si, più o meno. Non è niente di che- dico in imbarazzo.
-viziata- dice lui scherzando, ma non sa quanto l'accusa mi colpisca. Mi asciuga una lacrima che non mi ero resa conto di aver gettato.
- scusa ... Io...-fa lui per scusarsi ma sono già in modalità difensiva.
-che vuoi da me? Non so chi sei e mi giudichi? Non mi conosci, cazzo!- sbotto arrabbiata. Tutti mi giudicano ma detto da lui mi fa più male. E il fatto che non capisco il perché di questo mi fa imbestialire di più.
-io non volevo giudicati stavo solo..- non lo faccio finire.
- so bene cosa stavi facendo. Per tua informazione non sei il primo- lo lascio lì confuso. So che non voleva ma sono troppo arrabbiata.
-Grazie- sbotto prima di entrare.
-prego, bimba- grida infuriato.Non posso provare qualcosa per lui. Anzi forse si lo odio perché mi fa sto effetto, questo ragazzo mi irrita con la stessa velocità che prendono i battiti del mio cuore quando lo vedo.
Decisamente, non lo sopporto.
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Distrutta, rovinata ma ancora innamorata
Romance"Ho visto il paradiso in quegli occhi, quel sorriso mi faceva pensare alla felicità e così non mi sono accorta che tutto questo era pericoloso, mi sarei fatta male e infatti..." steph è una ragazza di 15 anni quasi 16, ama i libri romantici, è dolce...