| La morte |

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Il mese passò in fretta, ma Elisabeth Diconson, la madre di Black, morì dopo sole tre settimane. Tre settimane strazianti, piene di lacrime e promesse. Promesse di vivere, vivere davvero, anche per lei che aveva passato la vita a morire. Il male ha avuto la meglio e se l'è portata via. L'ha strappata ad un ragazzo straziato, che ha perso tutto, ma io ci sarei stata sempre per lui.
Dicono che si cresce in fretta in alcuni casi, e questo è successo a Black in una sola settimana. Ha dovuto organizzare il funerale, firmare carte, andare dal notaio a verificare tutta l'eredità che gli aveva lasciato sua madre. Il negozio in pieno centro a Denver, la casa e una prospiqua quota alla banca.

-Le proprietà di mia madre sono tutte a Denver- aveva detto e mi sono sentita mancare. Cosa voleva dire? Mi vuole lasciare?
Tutto il mio mondo stava crollando con una sola frase. Per tutto il mese ci siamo sostenuti a vicenda e ora mi avrebbe lasciata...

-Ho deciso di vendere tutto, che ne dici?- chiese sorridendo per quel minimo che le circostanze gli permettevano. Dopo quella sera a casa mia, quando aveva scoperto della malattia che sormomtava la madre, non l'ho più visto piangere. Si tiene tutto dentro, ma non so per quanto possa sorbire senza scoppiare.
Arrivati a casa abbiamo deciso di andare dai miei, sapendo quanto gli siamo mancati. Eh, già anche quel signore rigido in tutto e per tutto si è affezionato a quel ragazzo tutto tatuaggi che è il mio fidanzato. Ancora dopo un mese non ci credo che lo siamo davvero. Le liti ci sono ma sono state per di più battibecchi, tipo: chi deve fare i piatti? Chi stende la biancheria? Chi ri fa il letto? Chi è più bravo in cucina?
Un giorno della seconda settimana ci siamo anche sfidati ai fornelli e sua madre faceva da giudice pregustando le nostre squisitezze. Ha vinto lui, ma era scontato, insomma i suoi muffin sono i migliori che abbia mai mangiato, quel giorno è stato il più tranquillo, ci siamo divertiti addirittura.. Ma dopo ...
Dopo è giunto l'inferno. Elisabeth non aveva più le forze per alzarsi dal letto e vomitava in continuazione, le erano caduti tutti i capelli. Vederla era una coltellata nel petto che si ritirava ad ogni conato di vomito che sorbiva tutta la poca energia rimasta in quel corpo esile, distrutto da quel mostro chiamato cancro, che si espandeva dentro di lei. E alla fine ci è riuscito, l'ha uccisa.

Perché la vita delle volte è così crudele con delle persone talmente buone?

Distrutta, rovinata ma ancora innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora