| Mettiamo un punto |

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Passo la giornata a parlare con cloe, di tutto l'accaduto e lei sembra essersi schierata dalla parte di Black tutt'un tratto. Lo difende, lo giustifica e cerca di convincermi a dargli una possibilità in tutti i modi possibili e inimmaginabili, alla fine mi caccia, letteralmente, di casa, dopo essermi cambiata naturalmente, e mi spedisce a casa dal "ragazzo che è pazzo di me".
Entrando la casa è, interamente, spenta e non si sente alcun rumore. Accendo la luce e lui è li seduto sul divano con le mani fra i capelli e lo sguardo fisso a terra. Non so che dire, cioè non so nemmeno se dovrei parlare, visto come gli ho detto che non possiamo tornare insieme...
Vado in cucina e riempio un bicchiere di whisky per me e uno per lui è glielo porto.
Traccanniamo entrambi il liquido in un solo sorso e l'alcool mi brucia la gola mentre scende giù, ma la cosa più brutta è quando lui mi guarda negli occhi. I suoi sono gonfi e rossi, ancora lucidi e sembrano vuoti, indecifrabili. Vorrei stringerlo ma non credo ne abbia più il diritto.

-È finito tutto?- chiede lui in fine con voce roca.

-È la cosa migliore... Ci facciamo male e non stiamo bene- ammetto.

-Steph, così sei tu che ci fai male, ad entrambi, e per dippiu lo fai senza una motivazione, perché oggi non ho fatto niente di male- dice e sento che si sta arrabbiando.

-Sai cosa significa svegliarsi e avere paura che tu te ne sia riandato via? Lo sai?- gli chiedo con un misto di disperazione e rabbia.

-E tu lo sai cosa significa svegliarsi e non sapere se tu oggi vuoi essere solo una mia amica o qualcosa di più? Sai cosa significa vederti toccare da altri e non poter dire niente perché sono solo un tuo "amico"?- ribatte avvicinando la testa.

-No- sussurro sconfitta e mi alzo.

-Dove vai?- chiede venendomi dietro. Non rispondo e vado in camera. All'improvviso mi sento bloccare e Black mi gira con forza verso di lui. Guardo le mani con cui stringe la presa e noto che ha le nonché aperte. Spalanco gli occhi e rialzo la testa.
-che hai fatto?- chiedo.

-Dovevo spogarmi- spiega lui con un'alzata di spalle.

-vieni, devi disinfettarre e poi fasciare le ferite-gli dico trascinandolo a destra e a sinistra per la casa in cerca dell'occorrente.

Lui mi guarda serio e poi scoppia a ridere.

-Che c'è da ridere?- chiedo confusa.

-c'è che io non ti lascio andare- dice prima di sbattermi al frigorifero e iniziare a baciarmi. Mi alza e io gli cingo la vita con le gambe, incapace di resistergli.
-Forse non hai capito.. Sei proprietà stars, sei mia- dice mentre mi conduce in camera da letto, iniziando a spogarmi.
Rido, ma non mi stacco, non voglio. Quando mi butta al letto sono ormai solo in intimo di pizzo rosso e a quella vista, sento un verso a metà tra un ringhio e un gemito uscire dalle sue labbra. Si spoglia completamente anche lui e fa per infilare il preservativo.
Glielo scippo di mano e lui mi guarda confuso.

-Faccio io- dico mettendomi in ginocchio sul materasso. Quando ho fatto lui mi costringe a sdraiarmi, inizia a baciarmi ovunque e poi All'improvviso lo sento... È dentro.

-Oddio... parlarmi- mi ordina mentre si muove sempre più velocemente.

-Come.. Abbiamo fatto a... Ohmiodio, a finire così dal "dobbiamo chiuderla così"?- chiedo mentre lui mi stuzzica il seno con la lingua.

-Perché non possiamo finirla... Siamo solo all'inizio della nostra storia- spiega tra un gemito e l'altro.

Arriva al culmine e grida il mio nome e io faccio lo stesso.

Ci sdraiamo uno di fianco all'altra e lui si toglie il preservativo, buttandolo a terra e io scoppio a ridere stringendomi fra le coperte.

-Che c'è da ridere?- chiede.

-Che ero, fermamente, convinta di aver messo un punto- dico fra le risate.

-Guardala così.... Hai messo un punto di un nuovo inizio- dice e mi bacia.
Si questa prospettiva è decisamente meglio.

Distrutta, rovinata ma ancora innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora