Ribelle

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-Nonno, che ci fai qui?- chiedo ancora sorpresa di vederlo nel nostro salone. Quelle serpi non sono mai venuti più di una volta l'anno in questa casa, cioè per pasqua e non hanno fatto altro che criticare mi madre per come aveva arredato tutto e mio padre perché le aveva lasciato via libera, anche se casa nostra è un sogno.

-La nonna ha avuto un malore ieri sera, adesso è in coma all'ospedale- dice con il tono di sempre. Come fa a restare impassibile di fronte a una cosa del genere? È sua moglie, per quanto vipera sia, lui dovrebbe almeno mostrare un minimo di preoccupazione, mentre credo che entri più in panico quando alzano le tasse sulle proprietà che adesso.

-oh, mi dispiace. Perché non chiamavi? saremmo venuti- dico preoccupata, anche se so che gliel'avrà detto anche mia madre.

-Non c'era bisogno di allarmarvi alle due di notte- risponde secco.
È uno stronzo, non ci sono dubbi.
Sento dei passi per le scale e l'idea che mio nonno giudicherà Black mi assale.

-Chi sei tu, giovanotto?- fa subito quando vede arrivare il mio ragazzo con i capelli bagnati una t-shirt rossa e jeans chiari abinati a delle calvin klein maschili.

-piacere signore, sono Black Stars. Il fidanzato di sua nipote.- si presenta il mio peter affiancandomi e sorridendo a mio nonno che, dal canto suo, ha cambiato espressione. È disgustato.

-Ho sempre detto che Rosalie ha brutti gusti in fatto di ragazzi. Solo lei poteva andarsi a trovare uno come questo qui.- fa pur consapevole della presenza di Black nella stanza, che non sembra toccato dal commento appena fatto, ma da come mi stringe la mano so bene che vorrebbe rispondergli.

-Primo: è il mio ragazzo.
Secondo: non ti azzardare più a parlargli così.
Terzo: sempre meglio di uno come te. Preferisco lui, che si preoccupa anche se mi faccio piccolo taglio che uno come te. Hai tua moglie all'ospedale eppure mi sembra di averti visto più preoccupato quando uno del tuo club aveva capito male la tua "battuta".- sbotto al limite della sopportazione. Lui non è nessuno per giudicare Black, non lo conosce.

-Sei proprio come tua sorella, mi dovresti ringraziare. Sai, se non avresti il mio buon nome non avresti tutto quello che hai- dice di rimando sapendo l'effetto che hanno su di me quelle parole. Sento che Black mi stringe a se e solo allora mi accorgo che sto tremando.

- Fuori da casa mia. Subito!- sento la voce di mia madre in lontananza mentre mi rinchiudo nell'abbraccio di Black e inizio a singhiozzare.

-Hai sentito vai fuori e non ti scomodare a tornare- sento dire a mio padre e riconosco il tono inquietante di quando sta per scoppiare. Sento una porta sbattere e delle mani che mi accarezzano la testa.

- va tutto bene- dico tra i singhiozzi, ma non mi muovo dall'abbraccio di Black, è come se è la mia ancora. L'unica cosa che mi fa stare nella realtà vivendo un sogno.

Distrutta, rovinata ma ancora innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora