Dopo aver detto a mia madre che stavo uscendo per andare a correre e aver ascoltato le sue solite raccomandazioni, esco e inizio a fare streacing per prepararmi alla corsa che ho intenzione di fare.
La corsa mi aiuta a sopprimere i pensieri, perché mi concentro sul vento che mi sfreccia in faccia e all'adrenalina che mi scorre nelle vene. Corro più veloce possibile e sento i polmoni pregare per un pò d'aria, non mi sento più le gambe e ho la maglia zuppa di sudore, che la rende più aderente e mi pento subito di aver scelto una canottiera bianca, per non parlare dei pantaloncini grigi corti che salgono ad ogni mio movimento.
Mi fermo solo quando sono stremata, e mi rendo conto solo allora di aver corso per ben 14 km. Sono scioccata, esausta e dolorante, non so come ritornerò a casa.
Sto riflettendo se chiamare mia madre per farmi venire a prendere, ma se lo facessi mi rinfaccerebbe che mi aveva avvisato di non esagerare e non ho la forza di sopportare le sue prediche su cosa poteva succedermi. Così, ricomincio a camminare pregando le mie gambe di portarmi a casa.
Mentre cammino mi sento mancare sempre un pò di più e non molto lontano da dove ero poco prima mi siedo per rimmettermi in forze. Il mio lettore mp3 mi segnala che è scarico e si spegne e io sono già pronta a chiamare mia madre. Ma all'improvviso sento qualcuno cingermi da dietro e issarmi. Ogni cellula del mio corpo è in allarme e d' istinto mi metto a urlare.
Il tizio mi tappa la bocca ridacchiando e intravedo il tatuaggio nel braccio sinistro, capendo subito chi è mi calmo e finisco di dimenarmi.
Quando finalmente mi mette giù e mi leva la mano dalla bocca, mi giro di scatto e lo spintono
-non ti permettere più, Black-dico con l'intendo di avere un tono minaccioso ma stroncato dalla risata che mi sale.
- oh, scusa piccola fata- dice lui ridendo insieme a me.
- non ti perdono- metto il broncio e faccio la finta offesa.
- cosa devo fare? Non posso vivere sapendo che tu non mi perdonerai mai, piccola fata. Ho bisogno di te- scherza lui.
- beh, forse...- mi avvicino un pò a lui con fare sensuale e lo vedo sussultare ad ogni mio passo. Gli metto un braccio intorno al collo e il suo pomo d'adamo fa sù e giù, avvicino il mio viso al suo e poi mi scosto verso l'orecchio. -mi potresti portare a casa, sai per colpa del tuo scherzo ho perso ogni energia- sbotto sarcastica.
Mi allontanò da lui ma, con un gesto repentino, mi riporta nella stessa posizione e sento il mio fiato affannarsi perché è lui ad avere il controllo ora.
-Non tentarmi così... Potrei farti male, accogliendo il tuo invito- il mio invito? Ma che aveva capito?!
Scoppio a ridere e specifico:
- non hai capito, tesoro, ti stavo chiedendo un passaggio a casa, mica ti stavo invitando ad entrare- mi pento subito di come l'ho chiamato, ma mi è uscito spontaneo. Altra cosa grave, con lui divento strana. Troppo strana.
- Ripetilo- fa lui con un non so che nella voce.
- mi accompagni a casa?- chiedo timida e gentile, evitando accuratamente di ripetere il nomignolo.
-come mi hai chiamato?- chiede avvicinandosi. Non rispondo e cerco di divicolarmi.
-Dillo di nuovo- supplica ma perché vuole che lo ripeta.
Proprio quando sto per ridirlo squilla il mio cellulare.
- pronto- rispondo sollevata.
-amore torna a casa subito!- ordina mia madre
-okay mamma arrivo- e riattacco.
- scusa, devo andare- mi affetto a dire e mi metto a correre, o meglio a scappare.
Lo sento chiamarmi ma faccio finta di non sentirlo e corro via.
Non so chi è ma ogni volta che lo vedo divento un'altra.#cosa succederà? Black la lascerà scappare o...
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Distrutta, rovinata ma ancora innamorata
Romance"Ho visto il paradiso in quegli occhi, quel sorriso mi faceva pensare alla felicità e così non mi sono accorta che tutto questo era pericoloso, mi sarei fatta male e infatti..." steph è una ragazza di 15 anni quasi 16, ama i libri romantici, è dolce...