La Cena per farli conoscere - Capitolo 2

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Il viale accoglie gli ospiti con il suo rigore geometrico. Bossi di ottima qualità ornano la scalinata di mattoni, impreziosita dalle piastrelle in stile provenzale che la ricoprono sui lati donandole l'eleganza che un villa di simili dimensioni non potrebbe non richiedere. Attonita rimango fissa nelle sfumature di colore delle sulfinie . Circondano l'intera tenuta come fossero un fossato, costruito per la sola ed unica protezione di un castello. Curati e fitti, donano fierezza all'ingresso, facendomi comprendere il rigore presente all'interno nella vita della casa, in continua influenza sulla crescita floreale esterna. Sono ancora nel gioiello meccanico di Marni, con la sensazione che sarà una serata alquanto difficile, ma sono anche certa che potrò esserne all'altezza, sempre che la mia ansia me lo permetta.

Durante il viaggio non ho pensato ad altro che a quell'insensata percezione di paura che quel doppio nome mi ha lasciato. Riccardo ha capito che qualcosa mi aveva scossa , e come potrebbe non farlo, dato che le nostre anime viaggiano cosi unite, contemporaneamente legate.

Ed ora voglio che lo sappia. Chiedo soltanto di dividere il pesante fardello che si è insinuato poco fa nei miei dubbi. Cerco le parole adatte rimanendo fissa nel nocciola della sua anima. Prima che possa fiatare, le sue dita affusolate raggiungono la mia guancia: " Pensi di conoscere già quelle persone?" sbarro lo sguardo con il cuore che si sente sollevato : " Come hai fatto a capirlo?" sono stata taciturna ma non credevo di avergli dato l'impressione che fosse quello il motivo: " Quando sei agitata, ti leggo in volto il problema, ed in un certo senso tu vuoi che io capisca, quindi per me diventa più facile" annuisco stringendo i denti: " Si, ho paura di sapere chi siano" delicatamente scosta la cintura piegandosi verso le mie ginocchia, baciandomi le mani consorte in grembo: " Vuoi dirmelo Sofy?" la leggerezza della pronuncia ma fa aprire la bocca: " Lei, insomma, Paola, se fosse realmente quella persona, è dolce, simpatica, diciamo che l'ho sempre vista come una sorella, rispetto a ciò che era veramente" pensavo fosse più semplice dirlo, invece m'ingarbuglio allungando il discorso senza nemmeno accorgermene: " Uscivamo insieme, parlavamo e ballavamo, insomma, mi trovavo bene. Abbiamo trascorso intere ore scambiandoci segreti, sostenendoci l'un l'altra " attende silenziosamente che arrivi a parlare del vero fulcro della mia agitazione: " Invece il fratello, bhè ... " tentenno nella spiegazione prima che sia Lui a parlare: " Sofy, lui è il tuo ex?" ringrazio quest'uomo per averlo pronunciato al mio posto. Sbuffo inspirando, deglutisco e ammetto: " Si".
L'indice scava nella sua barba perfettamente curata, si massaggia lo zigomo posando lo sguardo sulla villa. Riflette senza curarsi che, nel frattempo, la domestica abbia cominciato a raggiungerci verso l'auto. Prima che sia troppo vicina volge nuovamente la sua attenzione sopra di me: " Anche se fosse quell'uomo, cerchiamo di far passare il più velocemente questa serata, io sono tuo e tu sei mia, niente e nessuno tra di noi, Ok Sofy?" sorrido nella tranquillità che Marni m'infonde: " Ok Riccardo".

Accompagnati da gentilezze degne di un sovrano, la donna, molto simile nella corporatura e con un sorriso somigliante a quello di mia madre , ci fa accomodare all'interno della lussuosa dimora la cui veduta mi si apre su di una bellissima scala. Rimango ammaliata dal lampadario in stile vittoriano posto al centro dell'atrio, le cui luci risalgono verso il soffitto, internamente lavorate con maestria. Osservo incredula le finiture affrescate sopra di esso, restando sbalordita per qualche secondo dalla superba bravura dell'artista. Una voce possente mi fa tornare con il volto verso lo scalone in marmo: " Finalmente Riccardo! Come mi sei mancato" un uomo all'apparenza giovanile, con panciotto e bretelle, apre le braccia avvolgendo il mio uomo.
"Ciao papà, anch'io volevo vederti" sussurra la ragione della mia vita, chiudendo gli occhi, con un micro sorriso soddisfatto: " Ti presento la mia fidanzata, Sofia" il contatto tra loro s'interrompe per continuare con il mio corpo: " Benvenuta Sofia, io sono il padre di questo giovinotto. Mi chiamo Elio e non provare a darmi del Lei" avvolta tra le braccia del simpatico signore stento a non ridere: " Ciao Elio" arrossisco mentre eseguo ciò che mi è stato richiesto, con un difficile tono informale: " Venite ragazzi, eravamo in salotto in trepidante attesa del vostro arrivo" con passo svelto seguiamo il padre di Riccardo. Marni lentamente avvicina le sue labbra al mio orecchio: " Ti ho detto che era molto alla mano" effettivamente su di Lui mi sono preoccupata per nulla.

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