Dubbio - Capitolo 39-

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Prospettiva.

Inizio quattordicesimo secolo, Giotto, capostipite del Rinascimento: iniziò ad elaborare l'idea che anche su pale o comunque in una qualsiasi opera pittorica, potesse esserci un punto di fuga dal quale poter creare la struttura geometrica per arrivare poi alla realizzazione di linee perfettamente integrate. Doveva cercare un centro, ecco tutto.

Incommensurabile nel suo talento ma Egli si limitò a guardare ad "Occhio" senza basarsi su calcoli matematici.

Il testimone passò poi a Brunelleschi. Architetto maestoso che diede origine ad una struttura portante di se stessa che tutt'oggi sovrasta ancora la mia Firenze: Santa Maria del Fiore. Egli capì che le sue idee non erano impossibili. Riusciva ad andare oltre all'immaginario del quattrocento, al di là dei suoi colleghi, aprendo le porte a dei trattatati che esponevano in che modalità, approcciandosi alle regole di Pitagora, fosse possibile portare una relatà tridimensionale sopra ad un supporto. Ma il salto si fece poi con il caro Piero.

Piero della Francesca, maestro della prospettiva. Iniziò con la stesura del Prospectiva Pingendi dove enunciava le basi per poter tracciare linee che facessero confluire gli edifici che egli pitturava con la pavimentazione del suo stesso dipinto, ma successivamente il suo dilemma divenne altro.

Se era in grado di riportare la giusta prospettiva all'interno di un affresco con i soli elementi architettonici, perché non poteva trovare la soluzione anche nella figura umana?

Incredibile a dirsi ma ci riuscì. L'uomo aveva avuto il suo ordine, il suo posto compiuto; integrato con lo spazio circostante perché geometricamente perfetto. E nella Resurrezione il genio si mostra.

Il viso di Cristo è il punto d'ancoraggio ma il centro è la balaustra, cosi anonima ma cosi essenziale.

Ecco caro Piero, adesso dovresti venire anche nella mia vita a mettere l'ordine che ponevi magistralmente nei tuoi quadri, perché qui tutto sfuma come se dell'acqua fosse stata lanciata su colori ad olio freschi.

Perché qui io non ci sto capendo più nulla. Se Lui ha scritto Fine, tale deve essere.

Ho passato l'intera nottata a pensare ad uno stupido messaggio che nulla significa. Non poteva accettare la mia sconfitta e finirla con questi giochetti? Se ci siamo allontanati, non esiste motivo di ricreare tensione dove già è presente e che rimarrà fissa nelle mie vene per mesi se non anni. E' indelebile il suo ricordo e questa sua continua richiesta di ossigeno nei mie pensieri, mi uccide.

Claudio dorme ancora al mio fianco, nella stanza degli ospiti. E' strano tornare ad avere un corpo a lato che non riconosco in quello di mio marito. Si rigira mugugnando parole incomprensibili , poi sorride appena. Nel suo sogno qualcosa lo fa stare bene e desidero che sia cosi anche nelle vita vera, perché il mio amico è una persona unica, fragile ma possente. La malattia lo ha deabilitato ma lo spirito non lo ha nemmeno graffiato. E' rimasto come il primo giorno, spensierato e bello. Lo osservo toccandogli la gota rilassata, lo sfioro con l'indice disegnando il suo contorno ma lentamente ritorno con i pensieri a mio figlio. Sosto sopra ai suoi occhi quando la mano di Claudio s'intreccia con la mia, si chiude poi in se stesso avvicinandosi a me, sussurra un : " Dormi tesoro" prima di tornare da Morfeo.

Cerco di seguirlo ma Marni mi ha scossa di nuovo. Non so se rispondere al suo messaggio oppure evitare qualsiasi contatto. Vorrei chiudere gli occhi ma come potrei eludere le mie memorie, senza immaginare le sue labbra sottili e quei capelli castani mossi, il ventre scolpito che donava eleganza ad un torace egregio; e poi la S, sul petto, fiera e rigenerate, sempre coordinata con il battito del suo cuore che aumentava e diminuiva il pettorale pieno. Lo sento ancora sulla mia pelle e dentro alla mia testa. Quando se ne andrà il suo ricordo? Ho bisogno che fugga via da me perché qui non ci deve essere più posto per Lui. Ma gli permetto ancora di nutrirsi di me e non ho idea in che modo possa farlo smettere.

Non ho detto a Claudio del piccolo, non lo dirò a nessuno. Ho questa certezza e me la farò bastare. Chiudo gli occhi e cerco di scivolare via dalla logica ma il mio riposo è breve. Gli incubi non mi lasciano e la sofferenza è palese oramai sul mio viso. Le palpebre si riaprono con Claudio che mi fissa. Accarezza i miei capelli rossi dedicandomi l'attenzione che non ho più sentito.
Si stiracchia le braccia guardandomi con tenerezza  : " So bene tesoro mio che sarà difficile ma devi rialzarti. Riccardo si è comportato da stronzo. Anzi, tuo marito è un coglione fatto e finito, ma tu sei delicata e il suo addio ti ha solo liberata dal suo ego. Ricorda che qui fuori ce ne sono mille come lui, ma altri mille ancora meglio e tutto ciò che ti legava a Lui è passato , niente potrà essere peggio di quello che ti ha fatto. Capisco che lo ami ancora ma credimi che ti ha fatto solo un favore quando ti ha lasciata in quella macchina " mi si riempiono i polmoni d'aria sentendo queste parole. Mi siedo sul materasso difendendomi  : " Non mi ha mollata Lui, eravamo ... Io volevo farlo, anch'io l'ho lasciato" delicatamente il suo indice sfiora il mio mento: " No Sofy, vuoi sapere quello che penso? "

" Si certo, dimmi le tue impressioni ma non affermare che io non lo volevo"

" Se vuoi sapere realmente cos'ho visto io in tutta questa storia, fidati che non ti piacerà " vi rimugino per un ' attimo e poi annuisco come a volergli dare il consenso.
Sospira e poi parla: "Guardiamo in faccia alla realtà. Tu da quella limousine non saresti mai scesa. Lo so io, lo sa Marni e lo sai anche tu. Eri e sei ancora troppo innamorata e troppo autolesionista per potermi far credere che avresti abbandonato così il tuo matrimonio. Non avresti perdonato il bacio, di questo ne sono assolutamente certo, ma allora, se non lo avessi amato fino alla fine, perché avresti fatto sesso con Lui appena dieci minuti prima ?" mi scruta ed io mi metto sulla difensiva: " L'ho usato, ecco tutto" sorride e mi abbraccia, sussurrandomi all'orecchio: " No Sofia cara, il tuo cuore ti ha spinto nel sentirlo ancora una volta. Era amore, non sfruttamento".

Mi allontano perché non voglio accettare queste insinuazioni : " Ti sbagli Claudio, se avessi voluto rimanere con Lui gli avrei detto che ..." mi blocco, non posso farlo: " Detto cosa tesoro? Che li, nel tuo pancino , sta nascendo una vita? Pensi che non me ne sai accorto? Amore mio, ti proteggi il ventre da quando sei arrivata con il taxi sotto casa, non sono stupido" sgrano gli occhi e rimango in silenzio perché non ho più parole : " Sofia, mia bella e dolce Sofia, non hai mai pensato che Riccardo già lo sappia? Se me ne sono accorto io, lui che viveva con te 24h al giorno, credi che non se lo sarebbe immaginato? Perché non voleva metterti sulla copertina? Perché quel giorno si comportava da stronzo? Semplicemente , e spero vivamente di sbagliarmi, Marni non era pronto a diventare padre. So che fa male tesoro mio ma prima guardi in faccia alla realtà e prima tutto se ne andrà".

Rimango immobile seduta sulla trapunta del letto. Mi ripeto che è impossibile ma il mio amico non ha dubbi a riguardo.
Se veramente Riccardo era a conoscenza di tutto? Sapeva del nostro bimbo eppure non ha esitato a lasciarmi? No non ci voglio credere. Quando pensava che Lucrezia fosse incinta, mi aveva detto che per i bambini si fanno sacrifici e che lui sarebbe stato un buon padre. No e non ci voglio credere, Marni nulla sapeva.

"Non è possibile, lui mi amava" lo guardo con occhi persi.

" Giusto Sofy, ti amava, una volta".

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