Scorre la giornata nella nostra casa che ha ripreso la vecchia vitalità di un tempo.
Mi sono adoperata per rintracciare all'ultimo minuto tutto quell'insieme di oggetti natalizi che caratterizzano ogni dimora in questo periodo di feste.
Riccardo è uscito per andare a trovare i vecchi compagni di squadra cosi ho avuto il tempo per dedicarmi anima e corpo agli addobbi che oramai sono sparsi un po' ovunque.
L'albero non è grandissimo, anzi, era uno tra i più piccoli, dato che non sarei riuscita a portarne a mano di più grandi, però fa la sua figura con le palline bianche e la calda luce delle intermittenti.
Soddisfatta del mio lavoro, cosi preciso e chic, mi siedo sul parquet della sala con il thè al mirtillo tra le mani. Mi accocolo su me stessa con lo sguardo sognante verso l'abete. Brillano gli angeli vicino al tronco, con il loro viso fine e felice, lavorato nella ceramica madreperla.
Persa nei pensieri, comincia a prendere forma la mia solita ma tanto sospirata idea del perfetto natale. L'immagine è sempre la stessa: la mia famiglia riunita intorno al grande tavolo di legno nel soggiorno, fuori nevicata con il freddo che si distende al di la delle finestre, un timido sole cerca di farsi spazio rimanendo però sullo sfondo. Il camino schioppetta con la felicità dipinta su tutti i nostri volti; ci scambiamo regali, ci abbracciamo, consumiamo il pranzo tra le allegre chiaccherate. Queste è sempre rimasta la più realistica e fedele polaroid delle giornate natalizie. Ma ora, nella perfezione del mio sogno, un'ulteriore gioia si è aggiunta.
Adesso vedo anche Riccardo, li al mio fianco, con la mano salda nella mia, nel tepore di una casa amata.
Riccardo Marni. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno si sarebbe innamorato di questa ragazza curvy.
Non abbiamo più avuto nessun tipo di discussione da quella fatidica notte. Ho pensato veramente che tra noi fosse definitivamente finita. Ho tremato alla sola idea, ma non poteva terminare in quel modo, cos'avrebbe significato il mio amore per Lui ed il suo per me se tutto fosse crollato senza che entrambi muovessimo un dito? No, non poteva esistere. Noi dovevamo fare qualcosa a riguardo. Sapevo che Marni non era l'uomo più facile di questo mondo, ma era anche certa che fosse la persona che più avrei amato in tutta la mia vita. E non mi sbagliavo. Per una volta, per una singola volta la mia cupidigia ha avuto la meglio.
Messo da parte l'orgoglio per le frasi tanto atroci da lui pronunciate, ho continuato a guardarlo con gli stessi occhi. Non sempre la ragione vince.Lottare per Lui, seguire la passione, non è la strada verso un dirupo, ma la via per il nostro amore. Arduo e brulicante di continui travagli, ma nostro, unico e puro.
L'ultima volta in cui sono rimasta soltanto un po' titubante è stato quando, tornando dall'incontro con il suo manager, l'ho visto scosso. Sapevo che se avessi chiesto, probabilmente mi avrebbe risposto che tutto andava bene, che era solo mia impessione. Conosco Riccardo, più di quanto avrei mai pensato. Non ho quindi insistito per avere informazioni sul suo stato d'animo. L'ho solo coccolato, stretto al mio petto, baciato sulla fronte.
Perché Riccardo è fragile.
Non lo vuole dimostrare, l'idea del calciatore affermato ha sempre giocato a suo favore. Ma Lui non è cosi.
Ha paura anche se sa come affrontarla. Però, quando l'ansia o il terrore hanno la meglio, perde per un attimo le staffe, per poi riprenderle. A volte mi pare perso, come se fosse in un posto dal quale non sa come tornare, per poi ritrovare la via. Ma nel frangente in cui la sua bussola si trova smarrita, è come se si aprisse uno squarcio nella terra e tentasse di risucchiarlo. In questo caso Lui aspetta a reagire, come se volesse sapere fino a che punto può rimanere in piedi senza cadere, essendo conscio che è in grado di rialzarsi immediatamente. Però, nell'attimo in cui le sue gambe cedono, diventa imprevedibile. E' successo quella volta in Madagascar, quando mi ha presa con forza nel nostro letto, è capitato anche la sera del galà benefico, quando ha tirato quel pugno.
Ed ancora, l'ultima volta, la notte del nostro addio londinese.
Con questi comportamenti cosi sottili da comprendere, sono riuscita a trovare un nesso tra tutti quegli atteggiamenti privi di senso, ma cosi logici se poni attenzione. Lui lo fa per paura appunto, è imprevedibile perché anche lui è smarrito. Non è rabbia, non è rancore, è Marni che si difende, anzi, che mi difende da se stesso.
E tutto questo quadro cosi complicato, ha trovato terreno fertile nella nostra storia. Quante volte si è trovato sul precipizio con me al fianco?
Ancora accartocciata sul pavimento, squilla il mio telefono con un numero anonimo. Mi domando chi possa essere visto che mamma l'ho appena chiamata, mentre Lucia l'ho vista ieri sera.
Vibra al mio lato mentre rimango indecisa sul da farsi.
Potrebbe essere Riccardo, potrebbe essere chiunque. Lo afferro premendo il tasto verde:
" Pronto?" silenzio con un respiro pesante sempre più vicino. Apro la bocca per cercare ossigeno perché era tipico di Lui questo, quando, nelle ultime telefonate, il rapporto si stava incrinando, gli attimi senza parlare mi stritolavano . Non dico più nulla, sono tentata di riagganciare. Sto per farlo ma qualcosa mi blocca, e se non fosse Lui? Mi preoccuperei di certo per nulla. Rimango in linea finchè un rumore rimbomba facendomi sospirare:
" Sei tornata"
La chiamata s'interrompe con le mie mani che tremano. Ho le labbra gelide e l'aria pare sempre più rarefatta. Mi alzo d'istinto inciampando su me stessa. Cado sbattendo il mento sopra al legno.
Freddo freddo e ancora freddo.
Pressione sui palmi e sono di nuovo in piedi.
Non può essere Lui. Non Fabio.
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Incanto 2
ChickLitSofia ha trovato la pura felicità . L'eterna sensazione che Riccardo sarà l'uomo della sua vita. Tutto scorre, così come le inevitabili incomprensioni, i ritorni , gli attimi infiniti e gli strazianti addii. Sapresti vivere felice senza colui che a...