Prendimi - Capitolo 18

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Sento il respiro mancare ed un movimento fastidioso nello stomaco che non riesco a gestire.
La mia mano è saldamente incrociata alla sua con l'aereo che tocca il suolo. Non ci posso fare nulla, ho sempre odiato volare ma questo viaggio è diverso. È il nostro ritorno a casa.

Il segnale dello "slacciare cinture" mi fa tirare un sospiro di sollievo: " Sei una fifona cara la mia Sofia" lo guardo storto alzando il mento: " Mh! E allora?!? Non c'è bisogno di sottolinearlo caro il mio Riccardo" le dita mi sfiorano le guance: " Quindi Natale dai tuoi e Santo Stefano dai miei, che giornate che ci aspettano" ride alzandosi: " Ti farò vedere la mia casa, la mia cameretta, il terreno dei nonni, insomma...tutto" un'hostess ci raggiunge con i nostri bagagli a mano:" Quindi dove dormirò?" mi sistemo uscendo con Marni che si fa carico delle valige:" Non saprei, probabilmente nella stalla" sorrido incanalandomi nel corridoio:" Dovrò sgattaiolare nella tua camera allora, amore mio" scendiamo a terra con una scarica d'adrenalina che m'arriva fino ai mignoli. Apro la bocca immagazzinando il profumo che tanto avevo sognato nelle giornate uggiose inglesi: " Italia, quanto mi sei mancata!" .

Velocemente ci apprestiamo a raggiungere il taxi che prontamente carica le nostre valige: " Ci porti a Firenze, via condotti" una faccia tra lo stupore e la meraviglia si piazza sul mio volto: " Sorpresa! Dormiremo lì e non in hotel come ti avevo detto Sofy".
Glielo avevo chiesto, per fino implorato di tornare nella nostra vecchia casa, anche solo per viverla qualche giorno, non m'importava, volevo solo ritornare là dove il nostro amore era sbocciato: " Saremo accampati perché non ci sono più molti mobili, tra quelli che ci abbiamo fatto recapitare e quelli che abbiamo regalato ad Agnes poco e' rimasto, tranne la cucina ovviamente" non m'interessa, come potrebbe: " Io e te con un materasso. Nulla di più bello".

Il cancello si apre con il taxi che riparte. Corro verso gli scalini con le borse che mi segnano gli avambracci. Il fiato è corto e le gambe stanche, ma desidero tornare alla vecchia sala, alla luce diretta del Sole che illumina l'atrio, alla nostra passata ma strepitosa vita. L'albero è spoglio ma se chiudo gli occhi lo rivedo grondante di fiori, di profumi e di colori.

Marni mi segue aprendomi il portone in legno: " Prego Signorina, ben tornata nella sua reggia".
Il buio inghiotte la stanza che prontamente faccio rivivere aprendo le persiane in legno bianco.

Mi volto rimanendo senza parole.

Non c'è più nulla, così come aveva detto Riccardo. Tutto è vuoto tranne un tavolino, sopra al quale sono state disposte delle ortensie blu. Una candela si muove tremolante donando calore alle mura spoglie. Due flûte con champagne sono pronti per essere gustati, e Lui, l'amore mio, il battito che pulsa nelle vene, sorride : " Vieni tesoro" sussurra avvicinando la mia mano alla sua: " Mi sembra che siano passati anni dall'ultima volta ".

Ricordo la prima notte che ho trascorso qui con lui, quando nulla sapevo ma tutto immaginavo. Le calde braccia che mi hanno avvolta per tutta la notte, senza sfiorarmi mai. E poi la prima volta, quando mi ha chiesto se poteva vedermi nuda. Chi chiede ormai?
Tutti pretendono ma lui no, mi ha amata con lentezza per arrivare ad avermi con energia piena: " Tutta questa casa sa di noi " entro nel suo sguardo che mai mi ha lasciata: " È vero. Non riesco ad immaginare un angolo senza di te" ed io non riesco ad immaginare la mia vita senza Lui:"  Bevi amore mio, brindiamo" sorseggio l'alcol soddisfatta per essere qui : " Non possiamo venderla" le parole mi escono spontanee, Marni scuote la testa appoggiandola poi sulla mia spalla.

Abbiamo trenta centimetri di differenza ma quando cala tutte le sue difese, facendosi piccolo sopra di me, ogni diversità diventa vana. È la mia estensione, il fulcro della ragione che mi fa vivere: " No Sofia, non possiamo" gli bacio il naso mentre il telefono squilla, frugo nella tasca dei jeans rimanendo tra le sue braccia : " Ciao Lucia! Si , tutto bene, siamo arrivati. Ah ... Ehm ...ok... Credo vada bene. Ti scrivo dopo comunque. A stasera".

Riattacco con Marni in prima linea: " Cosa va bene?" lo fisso alzando un sopracciglio : " Lucia mi ha chiesto se stasera andiamo al Cocoa, ci sarà anche Luca, il suo fidanzato" vedo l'ilarità farsi strada sul contorno del suo viso: " Direi che il viaggio nei ricordi è appena cominciato".

Dopo la telefonata con la mia amica, ho sistemato i vestiti nel piccolo armadio rimasto in camera, costatando anche che effettivamente dormiremo su un materasso, ma veramente poco importa.
Pronta per uscire , raggiungo Marni che nel frattempo si è dedicato alla sua macchina. Da come la sta pulendo credo che gli sia mancata più di quanto mi abbia fatto credere : " Tra poco diventerà più lucida di un pavimento in marmo" urlo da sopra i gradini in pietra, scendendo con un'innata disinvolta anche se i tacchi mi danno un poco di vertigine.
"Perfetta! " lo fisso storto giungendo di fronte a Lui: " Chi? Io o l'auto?!?" sbuffo aspettando la risposta : " Entrambe, decisamente entrambe".

Parcheggio del Cocoa, ingestibile come sempre.

Ma Lui è Riccardo Marni, quindi addio aiuole con utilitarie messe a caso . Un posto riservato attende il gioiello di Riccardo, apro la portiera senza riuscire a respirare che Lucia si lancia tra le mie mani.
Piange ride, poi piange ancora : " Oddio come mi sei mancata, non puoi immaginare" .
Felice la stringo più forte: " Anche tu, un mondo".
Luca e il mio uomo si stringono la mano iniziando una conversazione mentre io e la mia migliore amica ci scambiamo ogni dettaglio delle nostre ultime vite trascorse così lontane.
Sapevo già che ora conviveva e che aveva trasformato gran parte dell'interno, ma, dalle fotografie, non m'aspettavo un lavoro così ben fatto: " Wow Lucia. Siete stati bravissimi ad arredarla!" .

Osservo le immagini sul suo smartphone: " E tu? Le serate d'arte?" " Proseguono bene, molto bene! A Gennaio ricomincio" " Sono così  orgogliosa di te! Tutti lo siamo! E con Lui?" sussurra  a bassa voce: " Alla grande, è l'uomo della mia vita, ne sono certa"  sorride abbracciandomi di nuovo : " Brilla più che puoi Sofy!!!".

Il locale è sempre strapieno ma riusciamo a ritagliarci un tavolo per noi quattro: " Continuo a chiedermi perché ti piaccia questo posto!" la mia amica beve il suo mojito ignorandomi : " Fanno buona musica!" rido più del dovuto perché è una bugia: " È pessima e lo sai ma stasera tutto è concesso" mi rivolgo a Lei quando un gruppo di ragazze si piazza tra me e Riccardo chiedendo una fotografia. I suoi occhi me lo domandano ed io non posso negarglielo: " Certo" il flash parte ed il gruppo se ne va non senza esternare apprezzamenti. Forse l'alcool, forse la mia propensione all'autodifesa mi fanno aprire bocca: " Attente! State parlando del mio uomo" le indico un po' barcollante.
Poi rido, poi torno seria: " Veramente, Lui me lo sposo io" scusandosi appena le vedo svanire tra la folla: " Wow, cosa ti è successo a Londra?" chiede  Lucia  esterrefatta: " La micia ha tirato fuori le unghie e mi piace un sacco" sento rispondere Riccardo che nel frattempo si è alzato porgendomi la mano: " Balli con il tuo futuro marito?" annuisco gettandomi tra la gente.
Nel marasma mi avvinghio a Marni muovendomi con Lui. I neon abbaglianti, la luce intermittente e la musica che rimbomba, mi fanno perdere la concezione del tempo. Mi lascio trasportare sfiorandolo continuamente con tutto il corpo. Gli bacio il collo, gli tocco i muscoli delle braccia, mi lascio tastare a mia volta: " La prima sera che ti ho vista, avrei voluto dirti e farti mille cose" la voce è ferma ma precisa , la sua, magnifica tra mille: " Ed io avrei voluto che tu mi dicessi e che mi facessi cose" sorrido un po sbronza: " No Sofy, sai che non devi dirlo" con una mano arrivo sopra ai suoi jeans.
Infilo le dita sul suo ventre perfetto: " Fammi vedere di cosa sei capace" .
Poi la confusione, le sue dita che mi accompagnano fuori dal locale, la macchina che si apre con il colore arancio delle luci,le mani vogliose che non si fermano, la mia pelle sul sedile freddo e le sue labbra tremanti sui miei seni.

Grido con Lui che non si placa per un solo attimo.

Nessun freno nelle fantasie del nostro amore. È questo che desidero, è per questo che lo amo.

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