SENZA - Capitolo 10

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Rimbombava la voce nelle mie orecchie, tra le mura spoglie della villetta londinese.

Se ci ripenso ora, riesco a mette a fuoco la delusione nei suoi occhi.

La notte fuori e la tenebra nel nostro privato salotto.

Chiedeva chi fosse Claudio.Lo urlava.

Aveva il volto carico di disprezzo, e sapevo che di li a poco mi avrebbe detto qualcosa d'irreparabile.

In uno scatto d'ira lanciò il mio smartphone contro al pavimento. Vidi i miei risparmi disintegrarsi al solo tocco con la superficie. Mi avvicinai serrando i pugni, ripetendo che era un amico, che ci vedevamo da qualche mese, ma ad ogni mia amissione, la sua rabbia si estendeva a macchia d'olio.

Marni arrabbiato non lo avevo mai visto. E mai avrei voluto vederlo.

Lanciava insulti al tradimento , o cosi chiamava la mia amicizia.

" Mi annoiavo Riccardo, e tu non c'eri. Avevo bisogno di un amico" la voce si spezzava

" Che cazzo stai dicendo. Certo che ci sono, sono qui, sei tu invece quella che non parla, che rimane seduta sulla sedia, mangiando schifezze, ingozzandosi continuando a diventare più grossa" le prime accuse sono sempre le più leggere ma queste poco ne avevano.

" So di essere ingrassata, non c'è bisogno che tu me lo faccia notare" sapevo che la cosa non poteva passare innosservata ma la sua ira era troppo violenta.

" Ci hai scopato?" avevo mille parole da dire in mia difesa: " Cazzo Sofia, te lo sei fatto vero?"

Ecco le stesse domande, ecco il Sole e l'estate, sono di nuovo a Firenze, ma non dove vorrei.

"No, non avresti nemmeno dovuto chiedermelo" perché non vede oltre?

"Non ci credo! Uscivi tutti i giorni per andare a trovare un uomo che lavorava a mezz'ora da casa nostra! Ma te ne rendi conto? Dovrei credere che era solo per amicizia?! Mi credi cosi idiota Sofia?!! Cazzo, io volevo sposarti!"

Come volevo?

" Ma non è successo niente. Te lo giuro, parlavamo e basta. Mi sedevo al bancone, bevevo un thè, e chiacceravamo" cos'altro potrei dire se non la verità?

" Che bugiarda! Sei stata a casa sua ricordi? Hai lasciato la le tue cose. Per caso ti manca qualche reggiseno?"

"Sei uno stronzo Riccardo. Ti amo come il primo giorno ma sei toppo concentrato su te stesso e le tue accuse per capire che volevo solo parlare, avere qualcuno che non mi raccontasse solo di calcio. Volevo essere ancora me stessa" non ho altre parole.

" Quindi con me non eri più tu. Sei tu che mi hai seguito. Sarei partito anche senza di te. E lo sai bene. Sai quante ragazze ci hanno provato con me mentre ero qui? Una donna si è per fino presentata nuda negli spogliatoi. Ed erauna favola, porca troia se lo era . Ma io non sono debole come te" bellissima ammissione.

" So di non essere alla tua altezza, e so che qui avresti trovato di meglio, ma ricordarmi che avresti vissuto meravigliosamente anche senza me al tuo fianco, mi fa male"

" E a me fa male essere un cornuto. Ti ho dato tutto e tu solo paure ed incertezze" sapeva bene come farmi sentire in colpa.

" Buono a sapersi. Ho lasciato la mia vita per rimanere un soprammobile nell'agio di Riccardo Marni. Se mi avessi amato come promettevi, ora sarei felice, invece non lo sono, non ho nulla a cui aggrapparmi e sto andando alla deriva e tu eri il mio ultimo appiglio. Ma l'importante è accusarmi di un tradimento che non è mai avvenuto. L'importante è rimanere in ascolto delle sofferenze della tua fidanzata senza muovere un dito" .

" Ti prego vattene" accolsi la sua richiesta.

Camminai verso la stanza da letto, afferrando cose che mai mi sarebbero servite.

Con il cuore in gola scesi per le scale, senza guardarlo.

Non mi voleva più nella sua vita, o meglio, non mi aveva mai desiderata al suo fianco tanto quanto avevo fatto con Lui.

" No aspetta" a testa bassa non mi voltai.

Avevo dato la mia parte migliore a quest'uomo. Ero arrivata ai 25 anni con una vita normale, senza eccessi e senza distastri. Ma da quando c'è Lui, ogni cosa si è spostata. La sua gelosia, la rivalità con Fabio, i paparazzi, e quell'aurea d'amore che tutto oscurava. Ma non sono uno zerbino, ho un'orgoglio e dell'autostima.

Non avevo realizzato che senza di me Lui sarebbe stato in questa casa, che avrebbe magari ceduto a qualche lusinga o qualsiasi altra minaccia alla nostra storia. Mi aveva accusata di essere grassa, di aver resistito perché in fondo mi amava, e di essere la causa di tutta la mia infelicità.

Potevo risolvere tutta la questione dicendo che il caro amico con cui pensava che me la fossi spassata per mesi, è un omosessuale felicemente dichiarato e fidanzato. Che le cose che avevo lasciato da Lui erano i miei libri di I love shopping. Ma faceva troppo male.

Deglutii afferrando la maniglia: " Ti prego, sono un'idiota. Non ...."

Mi voltai tirandogli uno schiaffo: " Vai pure nel tuo spogliatoio con la tua donna bellissima, cosi potrai aggiungere ancora un nome mentre vieni".

Chiusi la mia vita con le lacrime in gola. Era uno stronzo ma io lo ero stata altrettanto.



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