Vizio - Capitolo 3

2.4K 114 9
                                    

Ho la bocca legata da un sottile nastro di seta, le braccia tirate sopra alla mia schiena compiono un movimento innaturale ma ragionato.

Mi sono negata a Lui per tre settimane, non sono riuscita a ritagliare un pezzo del mio tempo per poterlo amare come avrei dovuto dato che mi hanno sommersa di visite, facendomi saltare anche il giorno di riposo. Ho evitato anche la sua partita allo stadio non potendo chiedere vacanza. La seconda settimana non ho nemmeno sentito la sua mancanza in casa, conseguenza della sua trasferta in Sicilia, non avendo modo di poterla provare visto l'impegnativo week-end che mi ha portata allo stremo delle forze. Pensavo che avesse assimilato con comprensione i miei impegni, ignorando invece quello che nella sua testa stava passando. Come un treno ad alta velocità, la sua voglia, insieme a della leggera rabbia repressa, è aumentata esponenzialmente con il passare dei minuti. Avevo chiesto se il continuo rimando dei nostri momenti intimi potesse disturbarlo in qualche modo, mentendo mi ha detto di proseguire con tranquillità negli orari imposti dal mio principale. Cosi ho sottovalutato le sue astute bugie.

E questo è il prezzo.

Mi aveva avvisata un giorno, mentre, rientrando da lavoro, lo avevo trovato seduto sui gradini in pietra davanti casa.

" Hai fatto tardi anche oggi Sofi"

Avrei voluto rispondergli che ero sfinita ma la sua espressione mi ha bloccato le parole.

"Non ti servono questi orari estenuanti, non hai bisogno di tirarti il collo"

L'ho baciato con tutta me stessa: " Sai la risposta amore mio" vivere senza arte non mi è possibile.

" Non ti vedo da dieci giorni, sei un fantasma che entra la sera alle nove ed esce la mattina alle sette. Non capisco neanche se abiti qui oppure no"

Annuivo perché ero d'accordo con lui: " Lo so, ma non ho alternative. E' la gavetta, credo" alzandosi mi prese il volto tra le mani: " Te l'ho appena data la via d'uscita da tutto questo" avevo ancora le parole di sue madre stampate nella memoria : " Ricorda che voglio guadagnarmi da vivere con le mie sole forze" prese del tempo prima di rispondermi: " Tu ricorda invece che sei la mia sola forza" un sorrisetto mi mutò il volto: " Cosa stai dicendo Riccardo, sei tu la roccia" esclamai " Io? Ne sei sicura? Chi ha affrontato mia madre come una leonessa?" disse bloccandomi la mano sul suo petto: " Mi sono sentita attaccata, te l'ho già detto, e sai anche che mi è dispiaciuto" era la verità, non stavo mentendo: " Ti avrei perfino applaudito, mai nessuno l'aveva messa al suo posto in quel modo. Credo che la sviolinata successiva in giardino sia stata soltanto merito della tua fierezza che mai si sarebbe aspettata" sbuffai stizzita.

" Non è stata una sviolinata. E' una donna forte ed intelligente. Ha voluto soltanto chiarire parole sbagliate, dette in un momento di rabbia" eravamo ancora sugli scalini di casa anche se la discussione aveva preso una strada differente da ciò che Lui avrebbe voluto, ma sapere che per Riccardo, le parole di Greta non fossero autentiche, mi spezzò l'animo: " Non sottovalutare mia madre. Ti ha soltanto tenuta buona" capire se questo suo scetticismo misto a stronzaggine, fosse frutto delle mie mancanze, fu una delle cose più difficili: " Credo che tu ti stia sbagliando. Le brillavano gi occhi, ed era sincera" allontanandosi alzò le spalle scrollandosi le mie parole di dosso--

" Come preferisci Sofia. Credi pure che ti abbia accettata" rimasi li con la bocca spalancata. Ma non attesi oltre, richiamando subito la sua attenzione: " Va bene farmi passare per la persona combattiva, ciò che comunque non sono, mi può anche star bene il fatto che Tu voglia in qualche modo mettermi in guardia, però è meschino far presente come la tua fidanzata non trovi il consenso di tua madre" mordevo il labbro agitandomi sulle mie gambe: " E' solo una mia idea Sofia, non devi scaldarti. Dico solo di non aspettarti che da un giorno all'altro si presenti qui, abbracciandoti magari, chiamandoti cara nuora" . Era inutile, lo avevo capito da un bel pezzo. Contrattaccare alle sue perfide frasi sarebbe stato puro autolesionismo: " Quando e se verrà, sarà mia premura abbracciarla ricordandole quanto è buona la ragazza di suo figlio, facendole anche presente quanto sei stato stronzo".

Zitto non ha più cercato dialogo.

La storia sembrava scemata verso il dimenticatoio già dal giorno successivo. Parlavamo dei nostri impegni, dei suoi primi problemi con un nuovo compagno di squadra, delle trasferte che stanno surriscaldando il mercato in continuo scambio, come fosse veramente un gioco di acquisti e vendite. Abbiamo discusso sui cambiamenti che vorremmo apportare alla casa, cosi da poterla sentire anche mia, con l'aggiunta di mobili che richiamassero anche la mia presenza .Tre giorni fa abbiamo anche appeso dei miei quadri in soggiorno, scegliendo insieme le migliori cornici nei negozi fiorentini. Mi ha fatto consegnare un mazzo di fiori in Galleria sotto allo sguardo stupefatto delle mie colleghe. Ha perfino accennato ad un giorno preciso per il nostro matrimonio, cosi ci siamo accasciati sul divano, l'uno sull'altra, fantasticando sulle stagioni che più ci sarebbero piaciute, idealizzando come mese perfetto quello di Giugno. Mi ha sussurrato quanto desidererebbe vedermi in abito bianco, ed io ho fatto altrettanto, non potendo immaginare momento più felice.

Tutto procedeva al meglio, fino al rientro a casa di questa sera.

Ho trovato un biglietto non appena appoggiata la borsa sul divano. Era bianco con una scrittura breve ma concisa: " Ti voglio Nuda. Nel letto. Ora"

Mi sono guardata intorno alla ricerca di Marni, cautamente ho aperto la nostra stanza, ma , li ad aspettarmi, c'era solo un altro indizio sull'imminente serata: " Indossa la benda sugli occhi".

Ho chiamato a gran voce Riccardo, domandandogli se era uno scherzo, ma nessuna risposta è arrivata in mio aiuto. Timidamente ho fissato il riflesso dello specchio bianco posizionato in camera. Mi domando ancora come possano eccitarlo queste mie curve; anche se vorrei evitare di pormi queste domande, nulla riesce ad oscurarle nella mia mente.

Annuendo a me stessa, mi sono convinta che fosse più una specie di punizione ciò che mi avrebbe aspettata a breve e senza indugiare, ho accettato il mio corpo, almeno per oggi.

Allora ho cominciato ad eseguire gli ordini sfilando dapprima la camicetta, passando ai pantaloni, togliendomi infine l'intimo.

Seduta sul letto ho indossato la benda in seta. Ed ho aspettato.

Ho avvertito una presenza dopo qualche minuto d'attesa. Le mani viziose legavano i miei polsi senza fiatare.

Ed ora , qui, con la schiena inarcata e il buio sui mie occhi, mi sento inerme ma desiderosa che Lui arrivi.

" Apri le gambe Sofia" riconosco la sua voce ed impazzisco.

Voglio Marni e lo voglio Subito.


Incanto 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora