Il Giuramento - Capitolo 13

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Vengo scossa dal torpore dalle mani di Claudio. Mi sveglia quando non vorrei più farlo.

Raggomitolata nella coperta sono restia ad aprire gli occhi: " Su Sofy, dovrai uscire di casa prima o poi"tocca la mia spalla scuotendola. Lo guardo con ancora il magone chesale: " Ho buone notizie piccola mia, vieni a cenare che ti racconto tutto".

Mi alzo con ancora indosso i vestiti di ieri: " Devo tornare a casa" so che non posso continuare a sfruttare la mia amicizia: " Prima ceniamo cosi valutiamo di nuovo la situazione , stella".

Un profumo invitante aleggia nel piccolo appartamento del quarto piano. Mi siedo osservando il mio amico ai fornelli. Allegro si destreggia tra le pentole: " Sei Pronta a rivederlo?Sai che puoi restare quanto vuoi" non lo sono ma devo sistemare quella mia parte di vita: " Devo parlare con Lui, o meglio, dirgli che ..." mi si fermano le parole in gola: " Non Essere precipitosa, sai bene che una volta detto, sarà per sempre"conosco fin troppo bene questa sensazione: " Non abbiamo più nulla che ci unisce" scuoto la testa fissando il piatto vuoto di fronte:" Ma tesoro mio, te l'ho già detto! Sono due mesi in cui probabilmente i vostri astri viaggiano su traiettorie differenti. Da Tutto quello che mi hai raccontato, Riccardo, ha solo la tendenza all'autodistruzione, un po' come te" vorrei credergli ma le sue parole mi spezzano ancora il respiro: " Non voglio ripetere le cattiveria ma Claudio, io non gli bastavo. Lui ha detto di aver resistito a quella provocazione, ma se voleva sposarmi, se mi amava,non avrebbe nemmeno pensato a certe cose".

Assaggio le tagliatelle al ragù che il mio nuovo amico mi ha versato nel piatto: " Secondo me dovresti fargli vedere quanto sei sexy. Se non fossi gay, giuro che mi ci perderei in quei seni" tende le mani come a volerle toccare: "Sei gentile, ma mi ha rinfacciato il maggior problema della mia vita"senza rendersi conto di quanto mi abbia distrutta.

Centomila volte lemani di quel mostro sul mio collo che le cattiverie di Riccardo.

Penso questo con le lacrime che sgorgano: " Non ha mai capito quanto lo amassi" assaporo qualche filo di pasta senza entusiasmo:" Comunque, cara mia ragazza, stasera dovrai tirarti su di morale!Ho già organizzato ogni singola e millimetrica cosa!" lo guardò allibita: " Eh no amore mio caro, non fissarmi cosi! Tra un'ora hai un vernissage nella birreria. Primo appuntamento di molti. Abbiamo,anzi, ho già appeso delle locandine. Per la precisione, dovrai parlare del Giuramento degli Orazi, di  Louis David". Non ho ancora ben compreso cosa debba fare quando , per l'agitazione, tutto il calice di vino si versa sulla mia camicia: " No, non posso. Sono Troppo fuori allenamento con l'inglese, ed ora non ho nemmeno un vestito" beato sorride alzandosi. In ginocchio al mio lato afferra le mie mani: " Devi Sofia, hai dormito troppo a lungo. Due mesi so troppi per i tuoi 25 anni. Non c'è senso nel continuare a nascondersi. Ora ti alzi, prendi la borsa, arrivi a casa ed afferri velocemente qualche vestito. Poi torni qui, ci prepariamo e finalmente viviamo. La mia casa è la tua ora, per quanto vorrai"mi rincuora sapere di aver trovato un amico cosi affidabile: "Grazie per spronarmi. Odio ammetterlo ma sprofondare nel dirupo è la parte che mi viene meglio".

Nel freddo di Dicembre, avanzo a bordo del taxi. Osservo la città illuminata a festa con gli addobbi che gridano gioia. Arriviamo di fronte ad una casa buia e sola, la nostra. Sulla porta ,con il citofono riportante la scritta: Marni -Valli,  tiro un lungo respiro. Non so cosa gli dirò se me lo ritroverò davanti. Probabilmente non avrò parole. Avanzo nelle tenebra cercando l'interruttore. Tutto tace, lasciandomi proseguire fino al primo piano. Apro la valigia che avevo riposto sotto al letto infilando qualche indumento e degli oggetti personali. L'ansia mi fa tremare le mani costringendomi a sedermi sulla trapunta bianca.

Perché devo essere cosi infelice?

Con la Luna sullo sfondo, noto i miei libri appoggiati sopra al comodino.  Sono tutti aperti, ma sono sicura che ne manchi uno. Alzo lo sguardo sulla camera, notando L'amore al tempo del colera, dalla sua parte. Ho una sensazione di panico quando, ancora sopra al parquet della nostra stanza, sento la porta d'ingresso aprirsi. Il suo profumo si fa strada prima che la sua voce richiami il mio nome.

In pochi minuti rivedo il grande amore della mia vita sullo stipite della porta.

" Sei tornata" sussurra appena.

Mi volto chiudendo la valigia: " No Sofy, no ti prego"non mi meriti Marni: " Ho sbagliato ma non andartene" vorrei credergli ancora ma non ne ho le forze: " Allora parlarmi, dimmi quanto mi odi, urlamelo almeno" silenziosamente gli passo vicino.

Le sue dita si avvinghiano ai miei capelli coprendo la nuca. Porta il mio viso ad un centimetro dal suo mordendosi le labbra.
Vedo i suoi occhi velarsi e so che questo è il punto di non ritorno, so che Claudio ha ragione, ma se non è ora, non lo sarà mai più.

Corro giù dalle scale prima che Lui Afferri la mia mano: " Sofia, non c'è stata nessuna donna, non m'interessa se sei ingrassata e so che la tua infelicità è solo colpa mia. Ma ti scongiuro, sapevamo che non sarebbe stata una storia semplice, niente era a nostro favore, ma abbiamo passato momenti peggiori. Non ti ho tradita, non lo farei mai e mai vorrei immaginare altro corpo se non il tuo. Ero incazzato ed ho detto cose che nemmeno pensavo" se accettassi la sua dichiarazione diventerei sua complice. La stanza si è fatta stretta e Lui non mi ha lasciato spazio. Ritraggo la mano uscendo dalla nostra casa.

Cammino con i pensieri in subbuglio, mi scontro con i passanti continuando sulla mia oscura via.

Digito un messaggio a Claudio dove gli scrivo che ci vedremo direttamente al bar. Ho le lacrime finite e la testa piena di dolore.  Attraverso le strisce pedonali senza guardare, una macchina frena bruscamente ad un soffio dalla mia gamba. Non presto attenzione proseguendo, senza nemmeno scusarmi.Cammino e cammino fino alla birreria. Sorrido al vecchio barman con tutta la sala preparata a dovere. Le persone iniziano ad arrivare edio ricerco energia da questa miserabile fine. Sorrido al pubblico che nel frattempo ha riempito la sala: " Visto? Anche con solo due giorni di preavviso, i Londinesi non vedono l'ora che si parli d'arte. Tutto bene Sofy? Ti vedo un po' pallida, lo hai per caso visto?" annuisco sorridendo, se gli raccontassi tutto non avrei più la forza d'affrontare la serata. Velocemente mi cambio la maglietta sospirando. Ritorno nella sala con il microfono tra le mani rivolgendomi alla ventina di persone. Inizio con la lingua che ogni tanto s'ingarbuglia, ma, con lo trascorrere dei minuti, la fluidità entra nelle mie parole. Racconto il quadro nella totalità della sua comprensione, rispondo alle domande e pongo anche dei quesiti al pubblico, cercando d'interagire nella totalità. Un uomo sui sessant'anni mi chiede dove sia ora esposto, sto per rispondergli quando Lui entra. In silenzio si siede al bancone chiedendo una birra. Claudio lo serve mangiandolo con gli occhi, non sapendo che si tratti di Riccardo, non avendolo mai visto dal vivo. Proseguo nella discussione ma i ricordi tornano a quella serata di Settembre, quando mi ha amata nella campagna fiorentina. Eravamo cosi felici nell'essere riusciti a ritrovarci. Eppure siamo ancora qui, dopo tanto sudare siamo riusciti a costruire qualcosa che nuovamente stiamo distruggendo. Finisco il mio appuntamento sotto ai timidi applausi del pubblico. Sorrido ringraziandoli per il tempo a me dedicato. Marni è fermo con le iridi nelle mie, il maglione beige attillato, le spalle larghe, la barba curata e le gambe aperte con il tallone in pressione sopra al ferro dello sgabello. Intravedo i suoi muscoli perfetti che rimangono immobili. Perché ogni volta che lo perdo mi sembra dannatamente più bello?

Qualcosa si muove dentro di me,facendomi sudare. Non facciamo l'amore da un mese e questo è il risultato. Apro i primi tre bottoni della mia camicia facendomi aria con un volantino della serata. Raccolgo i capelli sul lato abbassandomi, sistemando lo schermo dove avevo proiettato il quadro.Mi piego con il reggiseno che a stento contiene, ritornando eretta con la voglia di rinfrescarmi il volto. Abbandono la mia postazione raggiungendo il bagno. Sciacquo il viso sotto al gelido gettito,scrutandomi allo specchio ma il corpo di Riccardo è già alle mie spalle. Rimango ferma con le sue mani sui miei fianchi, le labbra assaggiano il mio collo con tenerezza, il ventre spinge contro di me.Bagna le sue dita infilandosi nei miei jeans.

Non lo fermo perché desidero ancora inebriarmi del suo profumo:" Se non mi vuoi più Sofi, amami almeno per questa sera".

Ciao ragazze, aspetto i vostri commenti. Voi cosa fareste ora?Baci

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