"In un'altra vita avrei fatto in modo che restassi".
Inizia su queste note la mia giornata. L'ho canticchiata per tutta la notte nella mia mente, senza averne piena coscienza. Ed una volta risvegliata, la strofa di una delle tante canzoni a me care, mi ha accompagnata fino alla totale lucidità : " Oggi è l'ultimo giorno in cui avrò accanto Riccardo".
Mi muovo tra le lenzuola cercando il suo corpo. Tocco il suo sterno avvicinandomi, rannicchiandomi su di Lui. Le grandi braccia coprono la mia schiena, il respiro continua sulla mia pelle : " Rimani" sussurro appena ai suoi occhi ancora addormentati, piango silenziosamente senza disturbare il suo sonno. Non ho il coraggio di dirglielo e mi manca anche quello per seguirlo.
Mi ricompongo alzandomi. Vago per la nostra casa illuminata dal tempore del primo sole del mattino. Accosto lo sguardo sull'entrata. Le valigie già pronte, il suo trench nero appoggiato alla poltrona, il biglietto di sola andata per Londra. Tutto è pronto, tranne me.
A piedi scalzi osservo circospetta il bagaglio del suo addio. Non riesco ad immaginare un suo ritorno, vorrei ma non lo visualizzo.
"Sofy" mi volto con il sorriso, ottima maschera per nascondere tutta la paura che mi tormenta.
" Buongiorno amore mio. Pronto per partire?" non capisco neanche come Io riesca a fingere cosi bene.
" Si, sono pronto" alza il sopracciglio accorgendosi del mio tono troppo attivo: " Ti preparo il caffè" non risponde andando in bagno. Infilo la cialda sospirando.
Seguilo SEGUILO Seguilo
" No!" urlo a me stessa.
" Tutto bene?" ritrovo i contorni di Riccardo dietro alla mia schiena: " Si, mi si è rovesciato lo zucchero" tentenno con l'espressione ferma del suo viso.
Ora sembro anche pazza.
" A che ora dobbiamo, cioè, devi essere in aeroporto?" .
Alle 11.00 parte il suo volo atterrando per le 13.00, imbarco alle 10.30.
Stupida Sofia, sai tutto a memoria.
" Alle 11.00" risponde Lui, annuisco persa nello sguardo: " Sofy, ti prego parlami" afferra le mie mani: " Non devo dirti nulla" soltanto che mi mancherai da morire, so che penserai che tengo più al mio lavoro rispetto al tuo amore, che sono un'idiota, che probabilmente là troverai qualcuna migliore di me, che ci perderemo, che non tornerai, che ti amo ma non sono capace di tenerti vicino, che senza te smetterò di vivere: " Te lo chiedo per l'ultima volta, vieni con me" e li, sulle mie gambe, sono tentata di dirgli tutto, ma testardamente inciampo sulle mie stesse parole: " Proviamo per qualche mese, magari può solo farci bene la lontananza" indietreggia alzandomi il volto: " Cosa vorresti dire?" mi fissa in attesa: " Niente, non volevo dire nulla" accelera il battito nel suo petto perfetto: " Credi che abbiamo bisogno di rimanere divisi? Sofia, se lo pensi dillo" scuoto la testa vivacemente: " No, non lo penso, veramente" si passa la mano nei capelli mossi: " Tu non vuoi seguirmi perché in realtà desideri rimanere qui, da sola!" oddio no : " Sei sulla strada sbagliata" sbuffa allontanandosi: " La lontananza! Prima di pensare che tutto andrà bene, che saremo sempre gli stessi, o tutte le cazzate che ci siamo ripetuti, dovremmo prima capire se lo vogliamo realmente!" tremano le mie mani: " In che senso Riccardo, cosa dovremmo volere realmente?" " Noi Sofia! Porca troia, NOI! Ho taciuto fino ad ora, ma tu non vuoi venire con me! Stai rinunciando alla nostra relazione! Per cosa poi? Un lavoro che non ti da niente" mi ha ferita e lo sa benissimo: " Mi da molto invece!" rispondo a tono : " Cosa precisamente? Ottocento euro al mese in cambio di dodici ore al giorno? Non ci paghi nemmeno un affitto" ha sempre pensato questo di me? Una povera ragazza che si mantiene a mala pena?
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Incanto 2
ChickLitSofia ha trovato la pura felicità . L'eterna sensazione che Riccardo sarà l'uomo della sua vita. Tutto scorre, così come le inevitabili incomprensioni, i ritorni , gli attimi infiniti e gli strazianti addii. Sapresti vivere felice senza colui che a...