C come Christian - Capitolo 44 -

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Indossa una giacca elegante con cuciture tono su tono. E' pregiata, lo noto immediatamente. Immagino sia una Tom Ford o qualcosa che ci assomigli.

Si piega sopra di me, mentre rimango seduta con le gambe accavallate. Ha un profumo intenso, di dopobarba. Le sue labbra entrano a contatto con la mia pelle, lasciandomi un bacio sulla gota. Faccio altrettanto andando incontro alla sua: " Wow" pronuncia mentre ritorna in posizione eretta. Sorride con le labbra, punto nodale di una mascella pronunciata. Ha una dentatura bianca e perfetta che nasconde una punta di lungua rosea. Se la passa lentamente sul palato ridendo:

" Sei tu!" chiudo e riapro gli occhi in un tempo impercettibile: " Si, sono proprio io".

Le gambe sono sottili ma definite e ciò che riesco a vedere è un ventre piatto al di sotto di una camicia bianca. Le mancihe sono arrotolate e le braccia confermano la sua aria da giovane uomo con un braccialetto d'oro che rimane fermo sopra al suo avambraccio. Forse è troppo largo, penso.

Sono ferma nell' immagine di una persona che credevo che mai più avrei rivisto: " Cosa ci fai qui?" ha un tono curioso e non è per nulla vago, lo vuole proprio sapere: " Siamo uscite per un pranzo" mento ma non ho facoltà di scelta. Mi guarda poi le mani arrossendo: " Ti sei sposata allora" stringo il pollice all'interno della mano portandola a pugno.

Non volevo togliere la fede ma adesso mi arreca solo altre bugie: " Si" mi strizza l'occhio ma si sta mordendo la parte interna della bocca: " E tu invece? Mi ricordo che eri di Grosseto, o sbaglio?" respira annuendo: " Eh si Sofy, non ricordi la nostra serata da veri intenditori di vino?" la sua domanda retorica mi riporta a quel mare cristallino e alle avide mani di Riccardo che mi cercavano in continuazione, senza mai esser saziate. Mi voleva, sempre di più. Gridava di desiderarmi per tutte le notti.

"Chianti del 2006!" la mia bocca blocca i ricordi troppo lontani per essere ancora importanti. Di quel vino, ne sento però ancora l'aroma in gola: " Piacere io sono Lucia comunque" la mia amica ci guarda come se l'avessimo esclusa apposta. La sua voce ci riporta e mi restituisce la realtà. Niente memorie, niente mare e soprattutto niente Marni: " Piacere Christian, ho conosciuto Sofia al mare. Una sera abbiamo cenato insieme e poi l'ho riaccompagnata barcollante nella sua camera" sono grata a questo ragazzo per non aver nominato nulla che riguardasse la barca, me ne vergogno ancora.

"Non mi avevi detto niente di Lui. Ma Sofy è la solita ragazza fortunata" Lucia abbassa poi lo sguardo afferrando il cellulare: " Fortunatissima, come sempre" rispondo a tono ma è ovvio che stiamo scherzando: " Io sono qui con un mio amico, se volete ci uniamo cosi mangiamo in compagnia" .

Non so' cosa dire ma accetto, non avrei scuse per allontanarlo, alla fine si è comportato sempre da galant'uomo. Insieme chiaccheriamo mentre pranziamo sotto alla primavera fiorentina.

La mia insalata con feta e olive mi osserva da sotto il mento. Afferro la forchetta sulla mia destra ma, la verdura, non è l'unica partecipante a questo tavolo. Ho due pupille azzurre che rimangono sopra di me. Le semi labbra aperte e quel collo che muove la saliva all'interno. Ha qualcosa di magnetico il suo sguardo, oppure sono i miei ormoni che stanno sfumando dentro alle mie voglie assopite.

" E dimmi Christian, cosa ti porta nel centro di Firenze?" ha il desiderio di chiedermi dove sia l'uomo che mi ha sposata che preme sulla punta della lingua, ma risponde alla mia domanda: " Ero al Wine Florence, la mia azienda presentava una nuova tipologia di rosso. Abbiamo avuto un'annata eccezionale e il vigneto ci ha offerto la possibilità di presenziare con un nuovo prodotto" lo ascolto interessata perché è un'argomento che nella mia famiglia, ha tenuto banco per generazioni: " Dovrei farti conoscere mio padre e mio fratello, non smettereste di parlarla per nemmeno un secondo. Anche loro sono nel settore, ma non producono Vini, rivendono solo la materia prima". Ho il suo sguardo impiantato nel mio e sento che quelle labbra mi stanno solo invitando a continuare. E' bello, dannatamente affascinante ma cosi diverso da Riccardo. Il caldo inizia ad aumentare e comincia a salire dalle caviglie, per arrivare nello sterno; mi oppongo di scoprire qualsiasi lembo di pelle, mentre Lui, con tranquillità, toglie la giacca svelando l'effettiva camicia bianca che ricade sopra al corpo snello ma definito. Gonfio il petto alla vista delle sue clavicole che scivolano sulla pelle chiara. Arrossisco quando Lui sia accorge che lo stavo fissando in maniera non troppo educata. Abbasso la testa continuano a mangiare quando Lucia mi fa notare che sono già le due del pomeriggio: " Scusate ma dobbiamo rincasare, oggi lavoro e quindi ... " ringrazio la mia amica per aver bloccato i miei istinti primordiali. Non so cosa mi stesse succedendo, da quando Marni era entrato nella mia vita, non ho avuto occhi per nessun'altro, invece ora, questo giovane uomo che avrà la mia età, sta scuotendo ogni pilastro che avevo costruito.

" Si, andiamo pure" la mia voce è un sussurro. La mia amica si alza ed anche il ragazzo che ha pranzato con noi, per poter pagare il conto. Rimango da sola con Christian che continua a tormentare i miei lineamenti, scrutandoli: " Ci siamo lasciati" lo pronuncio d 'un fiato senza nemmeno rendermene conto.

Perché gliel'ho detto??

" Come mai, se posso chiedere..." scuoto la testa perché l'ultima cosa che voglio è spiegargli la mia vita incasinata: " Non andavamo d'accordo". Poso la mano sopra al tavolo quando la sua raggiunge la mia. Sfiora il mio indice chiudendolo nella sua mano. Avvicina poi le labbra alla mia pelle, baciandolo lentamente. Sussulto con l'umido della sua bocca a contatto con la mia mano.

Sento Lucia ritornare ed immediatamente lo allontano da Lui, che abbassa gli occhi come un ladro beccato sul fatto. Ho il cuore che aumenta il battito e le dita che tremano: " Voglio rivederti Sofia, quando vuoi, quando puoi" me lo chiede con tutto il corpo, che lento si muove verso il mio: " Sabato prossimo qui, ok?"

Cosa sto facendo? Ho nel grembo due puntini che stanno crescendo e mi dedico alle attenzioni di un altro uomo? Mi sto comportando come alla festa, quando Marni ha deciso che mi avrebbe mentito. Ma alla fine perché quella che si tiene, quella che deve essere logica, quella che ha sempre rinunciato alle attenzioni di altri uomini perché amava senza vincoli il proprio marito, devo essere sempre io?

Lui si è già lanciato nelle braccia di un'altra ed io ci rimugino sopra? So che è sbagliato, che i miei tesori non c'entrano nulla ma se devo vivere senza di Lui, perché non iniziare adesso? Magari Christian mi bacerà, forse poi, sapendo che nel grembo c'è vita, sarà il primo a scappare a gambe levate. Ma Lui ora non sa nulla ed Io ho bisogno di qualcuno che mi abbracci, indistintamente da ciò che sono stata e che sarò tra 9 mesi. Voglio tornare a ridere, a parlar d'arte e ad essere una donna, non qualcosa che assomigli ad un'ombra.

E' deciso, uscirò con Lui.

"Ok, a sabato" si alza ed io faccio altrettanto mentre i due arrivano dall'interno del Bistrot: " E' stato bello pranzare insieme" esclama Christian salutando con due baci Lucia: " Ottima compagnia" risponde lei passando all'amico.

Sorrido mettendomi sul lato i capelli, piegando il collo per poter avvicinarmi a Lui che non esita ad appoggiare le dolci dita affusolate sopra al mio fianco inerme. Più si accosta ed ancora più la mia stupida voglia di sentire il suo profumo, si fa pressante. Rallenta il bacio quando sfiora la mia gota oramai paonazza. Mi si surriscalda l'animo con delle labbra che non conosco e non ne comprendo il motivo. Muove il suo viso sulla destra e sulla sinistra del mio, ed ogni suo movimento rilascia qualche dolce nota che avidamente inalo. Il cuore batte forte quando lascia la presa dalle mio curve. Alzo un angolo della bocca come a ringraziarlo per la sua cortesia inaspettata: " E' stato bello vederti" lo dice subito, in un'attimo: " Anche per me" Lucia mi prende la mano dandomi fretta : " Ci hanno offerto il pranzo i due signori" esclama Lei; corruccio le ciglia pronunciandogli che non dovevano ma entrambi compio un gesto come a dire che è stato un piacere: " Buona Giornata allora" lo osservo per un secondo prima di dargli le spalle. Ce ne andiamo ma sento gli occhi azzurri che mi trafiggono la carne, ma che allo stesso tempo mi inondano di piacere. Ma nella mia mente nessuna pupilla è mai passata inosservata e tutte si sono guadagnate un posto nelle mie memorie, come quelli definite ma misteriose di Cristos, come le iridi nere e buie, troppo simili alla tenebra, di Fabio.

Oppure come quelle che mi avevano promesso la felicità eterna; castane e piene, ricche d'amore ma profonde , senza certezze ma traboccanti di passione, quelle di Riccardo.

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