Il meglio che potevo - Capitolo 12

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Ancora rugiada ed ancora me stessa appoggiata alla poltrona di una casa che non è mia.

Fisso ciò che resta della notte svanire fugacemente dietro al timido Sole di Londra. Tutto è ormai da attribuirsi al passato, anche se mai avrei voluto che la mia vita con Lui finisse cosi presto.

Avevo il respiro spezzato nei polmoni mentre ieri Riccardo mi parlava nel citofono. Sembravamo già lontani, ma era da un po' che le nostre vite viaggiavano parallele.

Non concepisco le sue parole, il comportamento e tutto ciò che lo ha reso cosi meschino. Non lo conosco, questa persona che mi ha sputato addosso, non è l'uomo che amo, non lo è più.

I problemi esistono in ogni coppia ed Io posso anche aver sbagliato nel non parlargli della mia amicizia, ma l'odio che nascondeva non fa parte di Marni. Mi sto autoconvincendo che qualcosa lo abbia colpito abbastanza da mutare il suo carattere, ma probabilmente non lo comprendevo abbastanza. Non l'ho mai visto al di fuori di un contesto che non giocasse a suo favore. E qui lo stress ha portato in evidenza la sua natura.

Dovrei dunque ritenermi fortunata? Ho assaporato la sua vera essenza prima che fosse tardi?

Illusa di una Sofia, è da troppo tempo che cerchi qualcosa che mai ti sarà dato. Ci avevo sperato, con tutta me stessa credevo che con Lui sarei stata felice, che l'amore potesse bastarmi. Invece no. Non si vive di quello, certezza che mi lacera dentro. Piango perché senza Riccardo mi sento vuota, ma le lacrime amare che verso sono molto peggio della vita che mai avrò da Lui.

So oramai che a Marni non bastavo. E questo mi tormenta, perché la mia colonna portante l'avevo costruita mattone su mattone, con le sue parole che mi davano orgoglio ed autostima. Piacere a Lui era un passo enorme per la mia persona.

Se a Riccardo non importava dei miei settanta chili, a chi mai sarebbe interessato?
Invece no, stupida ragazza. Lui li vedeva, li toccava e ne aveva disgusto.

Mi raggomitolo in un corpo che io stessa ora detesto, più di quanto non avessi mai fatto. Non sono gli occhi verdi, niente labbra piene, nessun seno abbondante o fianchi curvilinei, nulla a lui piaceva o meglio, non era da favola.

Allora perché si trascinava dietro un fardello come me?

Mi consumo nelle domande senza risposta. Ha cambiato la mia mente, il mio mondo, ma tutto è diventato più pericoloso.

Sarei partito anche senza di te

E cos'avresti fatto qui? Con chi avresti cenato la sera? Chi ti avrebbe aspettato dopo una partita faticosa?
Eppure lui brilla, ma la sua felicità non comprendeva la mia.

Troppo impegnato ad innalzare se stesso, troppo occupato nel sentirsi una star. Ed io ridevo alle sue battute, lo sostenevo quando tornava a casa stravolto. Ma a me chi ci pensava? Non sarei mai riuscita a sostenere la vita di entrambi. Erano troppo diverse, distanti anni se non secoli. Mi sento una fallita, una donna senza nessun fine. Se potessi ritornare a quella notte in cui lui, carico di aspettative, si inchinò a miei piedi, direi a me stessa di rinunciare. Ha fatto molto per me, non posso negarlo. Mi ha sostenuta quando quel mostro mi ha ucciso l'anima, quando le mie ansie mi tormentavano, quano mi ha legata cacciandole per sempre. Ma ora nulla trova il senso. Perché dimostrarmi tanto per poi cancellare tutto?
E' che la gelosia che in Riccardo non trova pace. Ma possibile che un tale sentimento possa portarti a dire simili cose?

Le sue continue richieste nell'implorarmi di non scappare ancora, sono risultate vane per ogni volta che ho promesso di non farlo. Sono una fuggitiva dall'amore complicato di Marni.

Abbiamo passato momenti difficili ma questa volta mi ha ferita troppo nel profondo, mi ha portata ad odiare ancora questo stupido ed orribile corpo che mi fa sprofondare nella tenebra. Pugnali affilati nella schiena. Ho sentito questo quando distruggeva la mia stima portando la mia infelicita ad un livello ancora più basso. Non credevo neanche che si potesse essere così tristi per qualcosa che consapevolmente ci è sfuggito. Forse sono veramente io la causa della mia solitudine. Magari avrei dovuto impegnarmi di più, cercare lavoro con più entusiasmo.

O forse Lui è solo uno stronzo.

Ispiro ed espiro nella calma dell'alba. E mi sento svuotata, una creatura estranea a tutto ciò che la circonda.
Vago e vago alla ricerca di qualcosa che parli di casa, di famiglia, o della vecchia Sofia, ma nulla mi rincuora.

Con gli occhi ritorno sulla strada dove Lui è rimasto per tutta la notte. Lo vedevo senza guardarlo. E ci penso, rimugino sulla mia scelta. Ma quando per Lui sei niente, quando Lui crede di poterti riavere dopo così tanto dolore, rimane solo un'unica scelta.
Scrivere fine.

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