Domani - Capitolo 24

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La furia di Riccardo è immediata.

Si accerta che i miei sensi non mi abbandonino prima di scagliarsi nella toilette. Ho un folto gruppo di persone che addocchiano con bramosità la mia figura ancora supina sul parquet. La mia testa appoggia su delle mani calde, appartenenti a qualcuno che non saprei riconoscere. Provo ad alzare la nuca ma la testa gira vorticosamente. Aumenta il respiro dentro al corpo in subbuglio.

Faccio pressione sulle dita cercando un sostegno che tarda ad arrivare, ma desidero soltanto sapere dove sia Marni ora.

Con ancora il terrore legato al mio sangue, la voce del mio uomo rompe il brusio del locale.

"Sei un pezzo di merda" grida Lui trascinando fuori dal bagno colui che una volta mi giurava leale amicizia : " Perché sei qui! Cazzo dimmi perché sei qui!"

Ha il volto tirato con la rabbia già in circolo. Fabio è muto, respira tranquillamente, come se nulla fosse accaduto: " Rispondimi!" grida Marni furiosamente.

Ha il colletto della camicia del mostro che mi ha tolto la vita, tra le pieghe delle mani. La bocca è aperta, il petto si muove con ansia. Fabio lo fissa negli occhi, piegando la testa prima da un lato, poi da un altro.

Non degna nessuno di nulla.

Ha lo sguardo rivolto altrove, prima sulla gente, poi sulla porta del locale, ed infine si adagia su di me.

Si bagna le labbra per poi passare dentro alle iridi di Riccardo che si contiene a mala pena.

" Non te la meriti Marni" sussurra questo tirando prima un pugno al mio uomo, poi un calcio dritto nello sterno. Ho la pelle fredda e il volto tirato con gli occhi su di lui. Cade a terra con naso sanguinante mentre cerco immediatamente di recarmi vicino.

Sono pesante, i miei movimenti non hanno energia. Non hanno vita.

Sgomito schiacciandomi  tra la massa di curiosi, mi faccio spazio incontrando solo l'incubo peggiore.

La mia vita è stretta proprio sopra allo sterno, dalle braccia di Fabio. Urlo ma nessuno interviene. Non distinguo gli amici di Riccardo mentre l'unico presente è andato ad assicurarsi che lui stia bene.

Nella velocità vedo confusamente l'amore mio, ha gli occhi chiusi, pieni di colore rosso.

"Riccardo" grido senza far uscire le parole dalla gola. La mano dell'uomo che più odio mi tappa la bocca, portandomi sul retro. Stringe il mio braccio con violenza: " Cammina" mi intima serrando la mascella.

Il cuore non contiene la paura.

Perché non ci sono quei calciatori? Perché nessuno ha visto che mi stava portando via?

Apre una porta di sicurezza spingendomi fuori al locale. Prendo l'occasione per correre ma la sua mano sferra un colpo alla mia schiena. Capitombolo sull'asfalto segnandomi il viso. Ho il sapore del sangue nella bocca e le sue dita ancora sull'avambraccio.

Mi riporta in posizione eretta guardandomi: " Scusa ma non riesco a gestirti".

Ma chi è questa persona? Dov'è Fabio? Dov'è il bambino?

"Ti prego basta" piango perché non so che altro fare: " Ti devo parlare" afferma  afferrando anche l'altro braccio.

Stringe le dita con dolori lancinanti estendersi per ogni dove:  " Cosa vuoi da me? "  lo fisso ed i suoi occhi urlano aiuto ma tutto il suo corpo sta dicendo altro: " Ascoltami" indietreggio con il volto.

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