Forse non c'incontreremo mai - Capitolo 45 -

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"Cosa stavi facendo?"

Non rispondo perché mi vergogno ma qualcosa mi spingeva verso di Lui.

"Sofia, te lo devo ripetere?"

Frugo nella mia tracolla, cercando gli occhiali da sole: " Non lo so Lucy, avevo voglia di baciarlo, e non chiedermi il motivo"

" E' vendetta Sofia? Perché se lo è non devi farlo"

Si blocca arrestando anche i miei passi. Con le dita mi costringe a guardarla: " Non lo è, te lo giuro. Marni c'è nei mie pensieri ma Christian mi ha fatto sentire qualcosa"

" Hai i suoi figli nel grembo, te lo ricordi?"

"Certo Lucia, ma c'è stato un secondo in cui provavo attrazione e per un momento ho dimenticato tutto. Come se Marni fosse solo un ricordo lontano ed invece come se Io fossi vicina a qualcosa che mi menzionava amore, o tenerezza. Per me è bello questo ragazzo, ma il bello che ti lascia qualcosa sul cuore"

" Ti senti pronta? E' trascorso poco tempo . Ieri sembravi disperata e oggi invece cedi alle lusinghe di uno sconosciuto?"

Non so nemmeno io cosa risponderle, ha ragione , ne ha pienamente, ma perché adesso mi sento bene?

" Lo rivedo sabato prossimo" lo pronuncio con un senso di colpa che in realtà non provo.

" E quando scoprirà che sei incinta? Non è facile Sofy, gestire un'altra relazione!"

Capisco le sue paure e vorrei che lei comprendesse invece le mie speranze. Arriviamo alla nostra utilitaria che mi ricorda solo il Cocoa. Mi rilasso nel sedile del passeggero mentre Lei si immette sulla careggiata.

" So di essere una moglie, so anche che Lui ha preferito allontanarmi piuttosto di arrecarmi altro dolore, e sono anche conscia che qui ci sono i suoi figli. Ma cosa dovrei fare Lucia? Vivere senza farlo realmente? Christian mi ha dato qualcosa ed Io l'ho preso, e se mi donerà altro, sarò ancora li ad afferrarlo, perché Riccardo è passato, ed io ho il futuro che attende di essere vissuto. Se esiste una certazza in questo momento, è che Io voglio uscire con quel ragazzo, e se gli farà senso il sapermi gravida di un altro, non esiterò ad andarmene, ma per ora, fammi sentire felice e sostienimi, almeno tu Lucy. Merito qualche gioia oppure tutto mi è negato?"

Non si volta rimanendo con occhi fissi sull'asfalto: " Io ti sosterrò sempre ma sono certa che questa è vendetta"

"Non lo è Lucia, te lo giuro".

La settimana è trascorsa tranquillamente nella mia terra, per lo meno fino a 24h ore fa. Ho iniziato ad aiutare mamma in casa e ogni tanto andavo da papà in vigna. Il mio corpo stava cambiando ed ogni secondo me lo ricorda, con il ventre che in pochi giorni aumentava il girovita. Con cautela ho cercato un sostegno nello specchio che però mostrava  la verità per ogni volta che mi sono riflessa nel vetro.

Ieri mamma è entrata nella mia camera, mentre, per l'ennesima volta, mi osservavo. Avevo la maglietta alzata e le mani vicine all' ombelico, che lentamente accarezzavano i miei piccoli. Ho mosso il volto, portando l'orecchio sul suo lato quando ho compreso che qualcuno mi stava fissando la schiena. La maglietta è subito scivolata, tornando a coprirmi la pancia ma Lei aveva già capito. Mi chiese da quanto, ed io non mi sono trattenuta, ma nemmeno lei. Era gioiosa, carica di energia e felice di diventare nonna di due gemelli:

"Dobbiamo dirlo a papà!"

"No ti prego mamma, si arrabbierebbe e poi Riccardo non sa niente"

Mi squadrò per bene senza comprendere: " Perché non glielo dici?Cosa ti blocca?"

Non sapevo rispondere, ed in questi giorni è la cosa che meglio mi riusciva: " Non ne voglio parlare ora, ti prego, però non dirlo a nessuno, devo riflettere".

Non ne abbiamo più discusso da ieri ma so che ha compreso , purtroppo però non ero e non sono sicura che riuscirà a tenere il segreto.

Quindi, oggi, prima che mio fratello possa combinare un casino, in un sabato mattina di un'indimenticabile mese di Maggio, a cinque giorni dal mio ventiseiesimo compleanno, seduta sulla trapunta di nonna, mi domando cosa dirò a Riccardo quando risponderà al telefono.

Ho deciso che dovevo dirgli qualcosa, ne era suo diritto, ma sono terrorizzata al solo pensiero.

E' il padre in fondo, mi ripeto questo da quando ho optato per la verità nei suoi confronti.

Stringo forte i denti e compongo il suo numero. Il segnale di libero mi fa tremare le gambe ma devo essere matura e pronta, la situazione richiede oramai questo:

" Sofia?" ha la voce troppo profonda e calda

"Ciao Riccardo" la gola urla il suo nome e le mie mani lo  richiedono sulla pelle

" Tutto bene?" il tono è preoccupato, perché ancora si assilla ... ?

"Si, tutto bene, ti chiamato perché devo dirti una cosa" l'ansia mi guida in questa telefonata

"Scusa un secondo" delle voci in sottofondo vengono zittite in meno di un attimo. E' con qualcuno?

"Non volevo disturbarti, se vuoi ti richiamo" alla fine ha il diritto di vedersi con altre, ma la cosa mi logora

" Parla pure, mi sono allontanato. Sono ad una festa del club " abbasso lo sguardo portando la mano nel grembo, cosa faccio ora?

" Io stasera ... " prendo tempo perché non riesco a dirgli la verità

" Tu stasera?" respira respira respira

" Io ho un'appuntamento con un ragazzo" mi sento una stupida

" Ah, e perché me lo dici, vuoi il permesso?" aria, entrami nei polmoni

"No, Io non ... io non voglio il permesso" mi sto ingarbugliando da sola

"Sofia, puoi uscire con questo ragazzo noi ... noi non stiamo più insieme" un bellissimo colpo al cuore

" Hai altro da dirmi?" si, ho molto, moltissimo

"No, scusa se ti ho disturbato, buona festa"  diglielo, fallo!

" Hai letto l'ultimo messaggio che ti ho inviato?"

"No" è li fermo dal giorno in cui l'ha inviato, mentre ero sul treno

"Non leggerlo allora. Divertiti con questo ragazzo"

Riattacca ed Io mi sento sconfitta da me stessa ma la mia curiosità non si placa e subito sono nella casella degli sms. Il cuore arriva in gola e tutte le mie paure:

" Non riesco a guardare nessuna, non riesco a non pensare a te, non ci riesco Sofy, cazzo se non ci riesco"

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